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Tardività appello: ricorso inammissibile e sanzione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso, confermando la precedente decisione della Corte d’Appello. Il motivo risiede nella tardività dell’appello originario, depositato oltre il termine perentorio di 45 giorni. La manifesta infondatezza del ricorso ha comportato, oltre alla condanna alle spese processuali, il versamento di una sanzione pecuniaria di 3.000 euro a carico del ricorrente, a causa della colpa nell’aver presentato un’impugnazione evidentemente destinata al fallimento.

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Pubblicato il 21 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Tardività Appello: Quando la Scadenza dei Termini Costa Cara

Nel processo penale, il rispetto dei termini è un pilastro fondamentale che garantisce certezza e ordine. La tardività appello è una delle insidie procedurali più comuni e, come dimostra una recente ordinanza della Corte di Cassazione, può avere conseguenze molto severe, non solo processuali ma anche economiche. Il caso in esame evidenzia come il mancato rispetto delle scadenze per l’impugnazione porti inesorabilmente a una declaratoria di inammissibilità, precludendo ogni discussione sul merito della vicenda e potendo comportare sanzioni pecuniarie per il ricorrente.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine da una sentenza del Tribunale emessa il 20 luglio 2022. Il Giudice di primo grado si era riservato un termine di novanta giorni per il deposito delle motivazioni, come consentito dall’articolo 544 del codice di procedura penale. Una volta depositate tempestivamente le motivazioni, per la difesa scattava il termine perentorio di quarantacinque giorni per presentare l’atto di appello, secondo quanto previsto dall’articolo 585 del codice.

Il calcolo era semplice: la scadenza ultima per l’impugnazione era fissata per il 2 dicembre 2022. Tuttavia, l’atto di appello veniva depositato solo il 21 dicembre 2022, con un ritardo di diciannove giorni. Di conseguenza, la Corte d’Appello, chiamata a giudicare nel secondo grado, non ha potuto fare altro che dichiarare l’inammissibilità del gravame per la sua evidente tardività.

La Decisione della Corte sulla Tardività Appello

L’imputato, non rassegnandosi alla decisione, ha proposto ricorso per Cassazione. La Suprema Corte, tuttavia, ha confermato in toto la valutazione dei giudici d’appello, definendo il motivo di ricorso ‘manifestamente infondato’. La tardività era un dato oggettivo e non superabile. I Supremi Giudici hanno precisato che, una volta accertata la scadenza del termine, ogni altra argomentazione difensiva, inclusa quella relativa alla prescrizione del reato, diventava irrilevante, poiché la declaratoria di inammissibilità impedisce l’esame nel merito di qualsiasi questione.

Le Motivazioni della Corte

La motivazione della Corte di Cassazione si fonda su principi cardine della procedura penale.

Innanzitutto, la perentorietà dei termini di impugnazione. La legge stabilisce scadenze precise per garantire la stabilità delle decisioni giudiziarie e la ragionevole durata del processo. Il mancato rispetto di tali termini comporta, come sanzione processuale, l’inammissibilità dell’atto, senza che il giudice possa concedere proroghe o sanatorie non previste dalla legge.

In secondo luogo, la Corte ha sottolineato la colpa del ricorrente nell’aver proposto un’impugnazione palesemente inammissibile. Proprio questa colpa giustifica l’applicazione dell’articolo 616 del codice di procedura penale. Questa norma prevede che, in caso di inammissibilità del ricorso, il ricorrente sia condannato non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma pecuniaria in favore della Cassa delle ammende. In questo caso, la somma è stata equamente determinata in 3.000 euro, a fronte della ‘evidente inammissibilità’ del gravame.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce una lezione fondamentale per chiunque affronti un procedimento penale: la massima attenzione ai termini procedurali è cruciale. La tardività appello non è un vizio sanabile e chiude definitivamente la porta a ulteriori discussioni sul caso. Le implicazioni pratiche sono significative:

1. Definitività della Condanna: L’inammissibilità dell’appello rende definitiva la sentenza di primo grado, con tutte le sue conseguenze.
2. Costi Aggiuntivi: Oltre alle spese del procedimento, l’imputato che propone un ricorso manifestamente inammissibile rischia una sanzione economica anche cospicua.
3. Ruolo del Difensore: Emerge con chiarezza la responsabilità del difensore nel vigilare scrupolosamente sulle scadenze, poiché un errore di questo tipo può compromettere irrimediabilmente l’esito del giudizio e la posizione del proprio assistito.

Qual è la conseguenza principale del deposito di un appello oltre i termini previsti?
La principale conseguenza è la dichiarazione di inammissibilità dell’appello. Ciò significa che il giudice non esaminerà il merito della questione e la sentenza impugnata diventerà definitiva.

Perché il ricorrente è stato condannato a pagare una somma di 3.000 euro alla Cassa delle ammende?
È stato condannato perché il suo ricorso è stato dichiarato inammissibile per una ragione evidente (la tardività), configurando una ‘colpa’ nell’impugnazione. L’art. 616 del codice di procedura penale prevede questa sanzione pecuniaria in aggiunta al pagamento delle spese processuali.

Se un appello è tardivo, il giudice può comunque considerare altri motivi, come la prescrizione del reato?
No. Secondo la decisione, una volta accertata la tardività dell’appello, che è una causa di inammissibilità, il giudice non può esaminare alcun altro motivo di ricorso, inclusa l’eventuale prescrizione del reato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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