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Spese sequestro penale: la Cassazione riqualifica l’appello

Una società chiede la restituzione delle spese per un collaboratore dopo la revoca di un sequestro. La Cassazione, affrontando il tema delle spese sequestro penale, stabilisce che il ricorso diretto non è ammissibile, ma lo riqualifica come opposizione da presentare al giudice dell’esecuzione, rinviando gli atti al Tribunale competente.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Spese Sequestro Penale: Quando l’Appello Diventa Opposizione

La gestione delle spese sequestro penale, specialmente dopo la revoca del vincolo, solleva complesse questioni procedurali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce qual è il corretto percorso legale per contestare le decisioni relative a tali spese, evidenziando il principio di conservazione degli atti giuridici. Il caso riguardava una società che, dopo la revoca di un sequestro, aveva chiesto la restituzione delle somme anticipate per i compensi di un collaboratore dell’amministratore giudiziario, ritenendo che dovessero gravare sull’erario.

I Fatti del Caso

Una società, tramite il suo legale rappresentante, si era vista rigettare dal Tribunale di Lecce (Ufficio Misure di Prevenzione) un’istanza molto specifica. La richiesta era di ottenere la restituzione delle somme che la società stessa aveva anticipato per pagare i compensi a un collaboratore dell’amministratore giudiziario. La logica della società era chiara: poiché il sequestro a cui erano sottoposti i beni era stato revocato, le spese sostenute per la gestione di tali beni non dovevano più essere a suo carico, ma a carico dello Stato.

Di fronte al diniego del Tribunale, la società ha deciso di impugnare l’ordinanza, proponendo direttamente ricorso per cassazione.

La Questione Giuridica: Impugnazione Diretta o Incidente di Esecuzione?

Il cuore del problema non era tanto il merito della richiesta (se le spese fossero dovute o meno), quanto la procedura seguita per contestare la decisione. Il Procuratore generale presso la Corte di Cassazione ha subito sollevato un’eccezione di incompetenza, sostenendo che il ricorso diretto alla Suprema Corte non fosse il rimedio corretto.

Secondo il Procuratore, le questioni relative alla liquidazione delle spese di custodia e gestione di un bene sequestrato rientrano nella fase di esecuzione del provvedimento. Pertanto, la procedura da seguire non è quella dell’impugnazione ordinaria, ma quella dell’incidente di esecuzione, disciplinata dagli articoli 666 e 667 del codice di procedura penale. Questo percorso prevede che eventuali contestazioni siano sollevate tramite opposizione davanti allo stesso giudice che ha emesso l’atto contestato.

Le Motivazioni della Cassazione sulle Spese Sequestro Penale

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente la tesi del Procuratore generale. I giudici hanno chiarito una distinzione fondamentale: un conto è l’impugnazione del rendiconto della gestione dell’amministratore giudiziario (disciplinata dall’art. 43 del d.lgs. 159/2011, che ammette il ricorso per cassazione), un altro conto sono le decisioni su singole voci di spesa, come i compensi, che attengono alla fase esecutiva.

La Corte ha stabilito che per le controversie relative alla liquidazione dei compensi e delle altre spese sequestro penale, il rimedio corretto è l’opposizione al giudice dell’esecuzione. L’ordinanza emessa dal Tribunale, anche se a seguito di un’udienza in contraddittorio, non è immediatamente ricorribile per cassazione. La fase dell’opposizione, che si svolge davanti allo stesso Tribunale, non può essere saltata.

Le Conclusioni: Riqualificazione del Ricorso e Rinvio

Tuttavia, anziché dichiarare semplicemente inammissibile il ricorso, la Corte ha applicato un importante principio del nostro ordinamento: il favor impugnationis, ovvero il principio della conservazione degli atti giuridici. Secondo questo principio, un’impugnazione erroneamente proposta deve, se possibile, essere convertita nel mezzo di gravame corretto.

Pertanto, la Corte di Cassazione ha riqualificato il ricorso come opposizione ai sensi dell’art. 667, comma 4, del codice di procedura penale. Di conseguenza, ha annullato la propria competenza a decidere nel merito e ha disposto la trasmissione di tutti gli atti al Tribunale di Lecce. Sarà quest’ultimo, in qualità di giudice dell’esecuzione, a dover trattare il caso secondo le forme dell’incidente di esecuzione, garantendo così il corretto svolgimento del procedimento.

È possibile impugnare direttamente in Cassazione un’ordinanza che nega la restituzione di spese sostenute durante un sequestro poi revocato?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che il ricorso diretto non è il rimedio corretto, poiché tali questioni rientrano nella fase esecutiva e non di merito.

Qual è la procedura corretta per contestare una decisione sulle spese di un sequestro penale?
La procedura corretta è quella dell’incidente di esecuzione. Si deve proporre opposizione davanti al medesimo giudice che ha emesso il provvedimento contestato, ai sensi dell’art. 667, comma 4, del codice di procedura penale.

Cosa succede se si presenta un ricorso errato alla Corte di Cassazione in un caso come questo?
In applicazione del principio del favor impugnationis (o della conservazione degli atti giuridici), la Corte di Cassazione può riqualificare l’atto errato (il ricorso) come l’atto corretto (l’opposizione) e trasmettere il caso al giudice competente, senza dichiarare l’impugnazione inammissibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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