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Spese processuali rimessione: no condanna in caso di rigetto

Le Sezioni Unite Penali hanno stabilito un principio fondamentale sulle spese processuali rimessione. In caso di inammissibilità o rigetto della richiesta di trasferimento del processo, la parte richiedente non deve essere condannata al pagamento delle spese processuali. La Corte ha chiarito che la disciplina della rimessione è un sistema autonomo e l’art. 48 c.p.p. non prevede tale condanna, a differenza della sanzione pecuniaria per la Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 25 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Spese processuali rimessione: le Sezioni Unite escludono la condanna

Con una decisione di fondamentale importanza, le Sezioni Unite Penali della Corte di Cassazione hanno risolto un acceso dibattito giurisprudenziale in materia di spese processuali rimessione. Il principio affermato è chiaro: in caso di rigetto o inammissibilità della richiesta di trasferimento del processo, la parte richiedente non deve essere condannata al pagamento delle spese processuali. Questa ordinanza delinea la natura autonoma dell’istituto della rimessione, distinguendolo nettamente dalle impugnazioni.

I Fatti del Caso

Un imputato, sotto processo presso il Tribunale di Pescara per esercizio arbitrario delle proprie ragioni e appropriazione indebita, presentava un’istanza di rimessione del processo. Sosteneva l’esistenza di una “grave situazione locale” che, a suo dire, rischiava di turbare la serenità e l’imparzialità del giudizio. La sua richiesta, tuttavia, si basava su una serie di eventi processuali a lui sfavorevoli e su vicende esterne al suo processo, ritenute non idonee a dimostrare un concreto pericolo per l’imparzialità dell’intero ufficio giudiziario.

La Questione Giuridica: Spese Processuali in caso di Rigetto della Rimessione

La Seconda Sezione Penale, nel dichiarare inammissibile la richiesta, ha rilevato l’esistenza di un contrasto giurisprudenziale. Da un lato, un orientamento sosteneva che, anche in caso di rigetto della richiesta di rimessione, la parte privata dovesse essere condannata al pagamento delle spese, applicando per analogia il principio generale previsto per le impugnazioni dall’art. 616 del codice di procedura penale. Dall’altro lato, un diverso orientamento riteneva che la disciplina della rimessione (artt. 45-49 c.p.p.) costituisse un sistema normativo chiuso e autosufficiente, che non prevedeva la condanna alle spese processuali ma solo una possibile sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

La questione è stata quindi rimessa alle Sezioni Unite per risolvere il seguente quesito: la parte che vede respinta la propria richiesta di rimessione deve pagare le spese del procedimento incidentale?

La Decisione delle Sezioni Unite e il Principio di Diritto

Le Sezioni Unite, dopo aver confermato l’inammissibilità della richiesta specifica per mancanza dei presupposti di legge, hanno aderito al secondo e più garantista orientamento, enunciando il seguente principio di diritto:

> “Alla declaratoria di inammissibilità o di rigetto della richiesta di rimessione del processo non segue la condanna della parte istante al pagamento delle spese processuali”.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha fondato la sua decisione su un’analisi rigorosa della normativa e della natura dell’istituto. Le motivazioni principali possono essere così sintetizzate:

1. Autonomia del Sottosistema Normativo: Gli articoli da 45 a 49 del codice di procedura penale costituiscono un “sottosistema compiuto” che regola in modo esaustivo la richiesta di rimessione. Questa normativa specifica non contiene alcun richiamo alla disciplina generale delle impugnazioni né prevede la condanna alle spese.
2. Interpretazione Letterale: L’articolo 48, comma 6, c.p.p., stabilisce unicamente la possibilità per la Corte di condannare la parte privata, in caso di inammissibilità o rigetto, al pagamento di una somma in favore della Cassa delle ammende. La norma, essendo chiara e precisa, non lascia spazio a interpretazioni estensive o analogiche che includano anche le spese processuali.
3. Differenza Strutturale tra “Richiesta” e “Impugnazione”: La Corte ha sottolineato la differenza sostanziale tra una “richiesta” di rimessione e un “ricorso” per cassazione (o un’impugnazione in generale). La rimessione non mira a contestare un provvedimento precedente, ma a segnalare una situazione esterna che pregiudica l’imparzialità del giudizio. È un atto che attiva una competenza funzionale e specifica della Cassazione, che in questo caso agisce anche come giudice del fatto, potendo assumere informazioni per verificare la sussistenza della “grave situazione locale”.
4. Inapplicabilità del Principio di Soccombenza: Il principio generale secondo cui “chi perde paga” (soccombenza), codificato per le impugnazioni (artt. 592 e 616 c.p.p.), non è applicabile alla rimessione, poiché quest’ultima non ha natura di gravame. Il presupposto della condanna alle spese è la soccombenza in un giudizio di impugnazione, elemento che manca nel procedimento di rimessione.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa pronuncia delle Sezioni Unite ha importanti conseguenze pratiche. Rimuove un deterrente economico per chi intende avvalersi dell’istituto della rimessione, uno strumento eccezionale posto a garanzia del giusto processo e dell’imparzialità del giudice, tutelati dall’art. 111 della Costituzione. L’imputato che presenta un’istanza di rimessione, pur correndo il rischio di una sanzione pecuniaria discrezionale in caso di rigetto per manifesta infondatezza, non dovrà più temere di essere condannato anche al pagamento delle ingenti spese processuali del procedimento davanti alla Cassazione. La decisione rafforza la specificità dell’istituto, confermando che la sua funzione è garantire la serenità del giudizio, un interesse pubblico che trascende la logica puramente contenziosa della soccombenza.

Chi presenta una richiesta di trasferimento del processo (rimessione) deve pagare le spese processuali se la richiesta viene respinta?
No. Le Sezioni Unite della Cassazione hanno stabilito che alla dichiarazione di inammissibilità o al rigetto di una richiesta di rimessione non consegue la condanna al pagamento delle spese processuali a carico della parte che l’ha presentata.

Perché una richiesta di rimessione non è considerata un’impugnazione?
Una richiesta di rimessione non è un’impugnazione perché non contesta la validità o la giustizia di un provvedimento giudiziario precedente. Il suo scopo è, invece, quello di segnalare una situazione esterna al processo (una “grave situazione locale”) che potrebbe compromettere l’imparzialità del giudice, chiedendo perciò il trasferimento del procedimento ad altra sede.

Quale sanzione può essere applicata in caso di rigetto di una richiesta di rimessione?
In caso di inammissibilità o rigetto della richiesta, l’articolo 48, comma 6, del codice di procedura penale prevede che la Corte di Cassazione possa condannare la parte privata al pagamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende. Si tratta di una sanzione facoltativa e determinata equitativamente dal giudice, come avvenuto nel caso di specie con la condanna al pagamento di 4.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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