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Specificità motivi di ricorso: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 9358/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso per mancanza di specificità dei motivi di ricorso. L’impugnazione si limitava a riproporre le stesse argomentazioni del precedente grado di giudizio, senza una critica puntuale alla sentenza della Corte d’Appello. La Corte ha inoltre confermato il diniego delle attenuanti generiche, ribadendo che è sufficiente la valutazione degli elementi negativi prevalenti.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile per Carenza di Specificità: La Lezione della Cassazione

Presentare un ricorso in Cassazione richiede un’attenzione meticolosa ai requisiti di legge. Uno dei più importanti è la specificità dei motivi di ricorso, un principio che impone all’appellante non solo di esporre le proprie ragioni, ma di farlo attraverso una critica puntuale e argomentata della sentenza impugnata. L’ordinanza n. 9358 del 2024 della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di come la violazione di questo principio conduca inesorabilmente a una declaratoria di inammissibilità, con conseguente condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Un imputato, a seguito di una condanna confermata dalla Corte d’Appello di Firenze, decideva di presentare ricorso per Cassazione. I motivi posti a fondamento dell’impugnazione erano essenzialmente due:

1. Una contestazione generale sulla correttezza della motivazione che aveva portato al giudizio di responsabilità.
2. La lamentela per il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche.

L’imputato, di fatto, riproponeva le stesse argomentazioni difensive già presentate e respinte nel giudizio d’appello, senza sviluppare un’analisi critica specifica delle ragioni esposte dai giudici di secondo grado.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Di conseguenza, ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. La decisione si fonda su una valutazione netta della carenza dei requisiti essenziali dell’atto di impugnazione.

Le Motivazioni: La Cruciale Specificità dei Motivi di Ricorso

La Corte ha basato la sua decisione su principi consolidati della giurisprudenza di legittimità.

Per quanto riguarda il primo motivo, i giudici hanno sottolineato come esso fosse completamente privo della specificità dei motivi di ricorso richiesta, a pena di inammissibilità, dall’articolo 581 del codice di procedura penale. Un ricorso non può essere un mero atto di apparenza; deve assolvere alla sua funzione tipica, che è quella di una critica argomentata e mirata alla sentenza che si contesta. Riproporre semplicemente le stesse doglianze del grado precedente, senza confrontarsi con le argomentazioni della Corte d’Appello che le hanno respinte, rende il motivo generico e, quindi, inammissibile. La Cassazione ha ribadito che la mancanza di specificità non si manifesta solo con l’indeterminatezza, ma anche con la mera apparenza dei motivi.

In merito al secondo motivo, relativo al mancato riconoscimento delle attenuanti generiche, la Corte lo ha ritenuto manifestamente infondato. Ha richiamato la propria giurisprudenza costante, secondo cui, per negare tali attenuanti, il giudice di merito non è obbligato a prendere in considerazione ogni singolo elemento favorevole o sfavorevole. È sufficiente un congruo riferimento agli elementi negativi considerati decisivi o, come nel caso di specie, alla totale assenza di elementi positivi meritevoli di valutazione. Tale valutazione sintetica supera e disattende implicitamente tutti gli altri elementi non menzionati.

Conclusioni

L’ordinanza in esame è un monito fondamentale per chiunque intenda impugnare un provvedimento dinanzi alla Corte di Cassazione. Non è sufficiente essere in disaccordo con una sentenza; è necessario costruire un atto di ricorso che dialoghi criticamente con la decisione impugnata, smontandone le argomentazioni punto per punto. La mera riproposizione di tesi già vagliate e respinte equivale a un ricorso vuoto, destinato a essere dichiarato inammissibile. Questa decisione sottolinea l’importanza di un approccio tecnico e rigoroso nella redazione degli atti processuali, la cui mancanza non solo preclude l’accesso al giudizio di legittimità ma comporta anche significative conseguenze economiche per l’imputato.

Perché un ricorso può essere dichiarato inammissibile per mancanza di specificità?
Un ricorso è inammissibile quando non contiene una critica argomentata e specifica contro le motivazioni della sentenza impugnata, ma si limita a essere generico, indeterminato o a riproporre le stesse lamentele del grado di giudizio precedente, come previsto dall’art. 581 del codice di procedura penale.

È sufficiente ripetere in Cassazione gli argomenti dell’appello?
No, non è sufficiente. La Corte di Cassazione richiede che i motivi di ricorso svolgano una funzione di analisi critica della sentenza contestata. La semplice riproposizione delle argomentazioni già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello rende il motivo di ricorso generico e quindi inammissibile.

Come deve essere motivato il rifiuto di concedere le attenuanti generiche?
Secondo la giurisprudenza consolidata, per negare le attenuanti generiche non è necessario che il giudice analizzi tutti gli elementi a favore o sfavore dell’imputato. È sufficiente che fornisca un riferimento adeguato agli elementi negativi ritenuti decisivi o all’assenza di elementi positivi, poiché tale valutazione assorbe e supera ogni altro aspetto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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