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Specificità del ricorso: quando è inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato un ricorso inammissibile per violazione del principio di specificità del ricorso. L’appellante aveva contestato il mancato riconoscimento della recidiva, ma si era limitato a riproporre le stesse argomentazioni già respinte dalla Corte d’Appello, senza muovere una critica puntuale e argomentata alla sentenza impugnata. La Corte ha ribadito che un appello, per essere ammissibile, deve contenere una critica specifica e non una mera ripetizione di doglianze precedenti.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Specificità del Ricorso: la Cassazione ribadisce i limiti dell’impugnazione

Nel mondo del diritto processuale penale, la presentazione di un ricorso è un momento cruciale che richiede rigore e precisione. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ci offre l’occasione per approfondire un requisito fondamentale: la specificità del ricorso. Senza questo elemento, l’atto di impugnazione rischia di essere dichiarato inammissibile, con conseguenze significative per l’imputato. Analizziamo insieme questa ordinanza per comprendere perché un ricorso non può essere una semplice ripetizione di argomenti già discussi.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello. L’unico motivo di doglianza riguardava la mancata esclusione della recidiva contestata. La difesa sosteneva che tale aggravante non dovesse essere applicata. Tuttavia, la questione era già stata ampiamente trattata e respinta dai giudici del secondo grado, i quali avevano motivato la loro decisione evidenziando una crescente e consolidata capacità a delinquere dell’imputato, estesa nel tempo a diversi settori illeciti.

La Mancanza di Specificità del Ricorso

La Corte di Cassazione ha immediatamente centrato il punto debole del ricorso: la sua totale mancanza di specificità, un vizio che lo rendeva inammissibile ai sensi dell’art. 581 del codice di procedura penale. I giudici supremi hanno spiegato che la carenza di specificità può essere valutata sotto un duplice profilo:

1. Intrinseco: quando i motivi sono esposti in modo generico e indeterminato, senza individuare chiaramente le ragioni di fatto e di diritto che dovrebbero sostenere la censura.
2. Estrinseco: quando i motivi appaiono solo formalmente argomentati, ma in realtà non esiste una reale correlazione tra la complessità delle motivazioni della sentenza impugnata e le critiche mosse nel ricorso. In altre parole, l’appello non svolge la sua funzione tipica, che è quella di una critica argomentata e puntuale contro la decisione del giudice precedente.

Nel caso di specie, il ricorso si limitava a riproporre pedissequamente le stesse doglianze già avanzate e respinte in appello, senza confrontarsi con le specifiche ragioni addotte dalla Corte territoriale per disattenderle.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha motivato la sua decisione di inammissibilità sottolineando come i giudici di merito avessero già “ampiamente vagliato e disatteso, con corretti argomenti logici e giuridici”, le tesi difensive. La sentenza d’appello, infatti, aveva dedicato passaggi specifici (pagine 3 e 4, come richiamato nell’ordinanza) per spiegare perché la recidiva fosse stata correttamente applicata, basandosi sull’accresciuta e perdurante pericolosità sociale dell’imputato. Il ricorso per Cassazione, invece, ha ignorato completamente questo percorso argomentativo, omettendo di muovere una critica mirata e pertinente. Tale modo di procedere trasforma l’impugnazione in un atto sterile, incapace di innescare un reale vaglio di legittimità da parte della Suprema Corte.

Le Conclusioni

L’ordinanza si conclude con una dichiarazione di inammissibilità del ricorso, che comporta non solo la definitività della condanna stabilita in appello, ma anche la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa decisione rappresenta un importante monito per la prassi legale: un ricorso non è un mero pro-forma, ma deve essere uno strumento di critica ragionata e specifica. Limitarsi a ripetere argomenti già respinti, senza affrontare nel dettaglio le motivazioni della sentenza che si intende impugnare, equivale a presentare un atto privo della sua funzione essenziale, destinato inevitabilmente a essere dichiarato inammissibile.

Qual è il motivo principale per cui un ricorso può essere dichiarato inammissibile secondo questa ordinanza?
La ragione principale è la mancanza di specificità dei motivi, in violazione dell’art. 581 del codice di procedura penale. Il ricorso deve contenere una critica argomentata e puntuale alla sentenza impugnata, non può essere generico o indeterminato.

È sufficiente riproporre le stesse argomentazioni del precedente grado di giudizio in un ricorso per Cassazione?
No, non è sufficiente. La Corte chiarisce che la mera riproposizione di doglianze già esaminate e respinte dal giudice precedente, senza un confronto critico con le motivazioni della decisione impugnata, rende il ricorso inammissibile per mancanza di specificità.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile in questo caso?
Oltre alla conferma della sentenza impugnata, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro da versare alla Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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