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Specificità del ricorso: Cassazione inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 12550/2024, ha dichiarato inammissibili i ricorsi presentati da due imputati contro una sentenza della Corte d’Appello di Bologna. La decisione si fonda sulla mancanza di specificità del ricorso, poiché i ricorrenti si sono limitati a richiedere una nuova valutazione delle prove, un’attività preclusa in sede di legittimità, riproponendo argomentazioni già respinte nel grado precedente senza individuare precisi vizi di legge.

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Pubblicato il 9 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile per Mancanza di Specificità: La Lezione della Cassazione

L’ordinanza n. 12550 del 2024 della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: la specificità del ricorso. Questo requisito impone a chi impugna una sentenza di non limitarsi a una critica generica, ma di indicare con precisione gli errori di diritto commessi dal giudice precedente. Un ricorso che mira a una semplice rivalutazione dei fatti, già esaminati nei gradi di merito, è destinato a essere dichiarato inammissibile. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Processo

La vicenda processuale ha origine da un ricorso presentato da due individui contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bologna. I ricorrenti, attraverso il loro difensore, hanno impugnato la decisione di secondo grado, sollevando un unico motivo di contestazione relativo alla prova dell’elemento soggettivo del reato. In sostanza, contestavano il modo in cui i giudici d’appello avevano valutato la loro intenzione e consapevolezza nel commettere il fatto illecito.

I Limiti del Giudizio di Cassazione e la Specificità del Ricorso

Il cuore della questione non risiede tanto nel merito della colpevolezza, quanto nei requisiti formali e sostanziali del ricorso per Cassazione. La Suprema Corte non è un “terzo grado di giudizio” dove si possono riesaminare le prove e i fatti come in Appello. Il suo compito è quello di verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione (giudizio di legittimità), non di ricostruire nuovamente la vicenda (giudizio di merito).

Per questo motivo, la legge richiede che il ricorso sia specifico. Ciò significa che l’imputato deve:

1. Indicare chiaramente quali parti della sentenza impugna.
2. Enunciare i motivi di ricorso, specificando le norme di legge che si ritengono violate.
3. Confrontarsi criticamente con le argomentazioni della sentenza impugnata, dimostrando perché sono errate.

Nel caso in esame, la Corte ha riscontrato che il ricorso mancava proprio di questa specificità.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha dichiarato i ricorsi inammissibili sulla base di argomentazioni chiare e consolidate. In primo luogo, il motivo presentato è stato giudicato “privo di concreta specificità”. I ricorrenti, infatti, non hanno evidenziato un errore di diritto o un vizio logico manifesto nella motivazione della Corte d’Appello, ma hanno tentato di proporre una “rivalutazione delle fonti probatorie” e una “alternativa ricostruzione dei fatti”. Questa attività è, per sua natura, estranea al giudizio di legittimità.

In secondo luogo, i giudici hanno sottolineato la genericità del ricorso, che non si correlava in modo puntuale con la complessità delle ragioni esposte nella sentenza impugnata. I ricorrenti, in pratica, hanno ignorato le argomentazioni della Corte d’Appello, riproponendo meramente le stesse doglianze già sollevate e respinte nel grado precedente. Questo comportamento processuale vizia il ricorso, rendendolo inammissibile perché non affronta il “decisum”, cioè il ragionamento specifico del giudice che si contesta.

La Corte ha richiamato un proprio precedente (sentenza n. 36893/2018) per affermare che i giudici di merito avevano già ampiamente e correttamente vagliato e disatteso le difese, rendendo la riproposizione in Cassazione un atto processuale inutile e non conforme alla legge.

Le Conclusioni

La decisione in commento è un monito importante: il ricorso per Cassazione è uno strumento tecnico che richiede precisione e rigore. Non può essere utilizzato come un’ulteriore occasione per ridiscutere il merito della causa. La mancanza di specificità del ricorso, la genericità delle censure e la semplice riproposizione di argomenti già respinti conducono inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità. Tale esito comporta non solo la definitività della condanna, ma anche l’obbligo per i ricorrenti di pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, come avvenuto nel caso di specie.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato i ricorsi inammissibili?
Perché i ricorsi erano privi di “concreta specificità”, ovvero non indicavano in modo preciso e puntuale gli errori di diritto della sentenza impugnata, ma si limitavano a chiedere una nuova valutazione dei fatti.

Cosa significa che un ricorso è “generico” o manca di “specificità”?
Significa che il ricorso non si confronta adeguatamente con le motivazioni della decisione che contesta. In questo caso, i ricorrenti hanno semplicemente riproposto le stesse argomentazioni già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello, senza indicare vizi specifici della sentenza.

Quali sono state le conseguenze per i ricorrenti?
Oltre alla conferma della decisione impugnata, sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro ciascuno in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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