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Specificità del ricorso: Cassazione inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 4972/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso per difetto di specificità. L’appellante contestava una sentenza della Corte d’Appello di Milano, lamentando una presunta remissione di querela e l’inutilizzabilità delle dichiarazioni della persona offesa. La Suprema Corte ha ritenuto i motivi del ricorso generici e non correlati alle argomentazioni della sentenza impugnata, sottolineando che la prova non si basava unicamente sulle dichiarazioni della vittima ma anche sulle ammissioni dell’imputato. La mancanza di una critica puntuale ha determinato la conferma della condanna al pagamento delle spese e di un’ammenda.

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Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Specificità del Ricorso: Quando un Appello in Cassazione Viene Respinto

L’ordinanza n. 4972 del 2024 della Corte di Cassazione offre un’importante lezione sulla redazione degli atti di impugnazione nel processo penale. La decisione sottolinea un principio fondamentale: la necessità della specificità del ricorso. Senza un’analisi critica e puntuale della sentenza impugnata, l’appello rischia di essere dichiarato inammissibile, con conseguente condanna alle spese. Questo caso dimostra come la genericità dei motivi non possa superare il vaglio della Suprema Corte.

I Fatti del Processo

Il caso nasce dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Milano. Il ricorrente sollevava due questioni principali: in primo luogo, la mancanza di una condizione di procedibilità, sostenendo che fosse intervenuta una remissione tacita della querela; in secondo luogo, la carenza di prova della sua responsabilità penale, basata sulla presunta inutilizzabilità delle dichiarazioni rese dalla persona offesa.

La Decisione della Corte: Inammissibilità per Mancanza di Specificità del Ricorso

La Corte di Cassazione ha stroncato le argomentazioni della difesa, dichiarando il ricorso inammissibile. La ragione non risiede nel merito delle questioni sollevate, ma in un vizio procedurale preliminare e assorbente: la mancanza dei requisiti di specificità richiesti dall’articolo 581 del codice di procedura penale. Secondo i giudici, il ricorso non era stato costruito su un’analisi critica delle motivazioni della sentenza d’appello, ma si limitava a riproporre le stesse doglianze già esaminate e respinte nel grado precedente.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte ha spiegato che la specificità del ricorso non è un mero formalismo. Essa richiede una correlazione diretta tra le ragioni della decisione impugnata e i motivi dell’impugnazione. L’appellante non può ignorare le argomentazioni del giudice precedente, ma deve confutarle punto per punto.

Nel caso di specie, i giudici di merito avevano già ampiamente vagliato e motivato il rigetto delle tesi difensive. In particolare, avevano chiarito che:

1. Acquisizione delle Prove: Il procedimento di acquisizione delle dichiarazioni della persona offesa era stato legittimo e idoneo a superare qualsiasi dubbio sulla presunta remissione tacita della querela.
2. Quadro Probatorio Complesso: Le dichiarazioni della vittima non costituivano l’unico elemento di prova. Erano, infatti, affiancate e corroborate dalle stesse ammissioni dell’imputato. Questa circostanza rendeva inapplicabile l’articolo 526, comma 1-bis, del codice di procedura penale, che pone limiti all’uso delle sole dichiarazioni di una parte.

Il ricorso, riproponendo le medesime questioni senza confrontarsi con questa solida motivazione, è apparso generico e, di conseguenza, inammissibile.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un principio cruciale per chiunque intenda presentare un ricorso in Cassazione. Non è sufficiente essere in disaccordo con una sentenza; è indispensabile articolare una critica precisa, logica e giuridicamente fondata, che demolisca le fondamenta argomentative della decisione impugnata. La mera riproposizione di motivi già respinti, senza un nuovo e approfondito confronto critico, è una strategia destinata al fallimento. La conseguenza, come in questo caso, non è solo la conferma della condanna, ma anche l’aggiunta del pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché mancava della specificità richiesta dall’art. 581 cod. proc. pen., ovvero non presentava un’analisi critica delle argomentazioni della sentenza impugnata, limitandosi a riproporre doglianze già respinte.

Quali erano i principali argomenti del ricorrente?
Il ricorrente lamentava la mancanza di una condizione di procedibilità per intervenuta remissione di querela e la carenza di prova della responsabilità penale, contestando l’utilizzabilità delle dichiarazioni della persona offesa.

In che modo la Corte ha considerato le dichiarazioni della persona offesa?
La Corte ha stabilito che le dichiarazioni della persona offesa erano state legittimamente acquisite e, soprattutto, non costituivano l’unica prova a carico, essendo state corroborate dalle stesse ammissioni dell’imputato, rendendo così solido il quadro probatorio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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