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Specificità del ricorso: Cassazione e inammissibilità

La Corte di Cassazione, con ordinanza 34951/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso per mancanza di specificità. L’appellante contestava la motivazione di una sentenza di condanna, ma i giudici hanno ritenuto i motivi generici e volti a una non consentita rivalutazione dei fatti, confermando così la condanna al pagamento delle spese e di un’ammenda.

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Pubblicato il 18 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Quando il ricorso in Cassazione è inammissibile: Il principio della specificità

Presentare un ricorso in Cassazione richiede il rispetto di rigorosi requisiti formali, tra cui spicca la specificità del ricorso. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 34951 del 2024, offre un chiaro esempio di come la genericità dei motivi possa portare a una declaratoria di inammissibilità. Questo principio è fondamentale per comprendere i limiti del giudizio di legittimità e le corrette modalità di impugnazione.

Il caso: dalla condanna in Appello al ricorso per Cassazione

La vicenda trae origine da una sentenza della Corte d’Appello che confermava la responsabilità penale di un imputato. L’interessato decideva di presentare ricorso per Cassazione, affidandosi a un unico motivo: contestava un vizio di motivazione riguardo all’elemento soggettivo del reato e la mancata riqualificazione dei fatti in reati meno gravi, come violenza privata e minaccia.

I motivi del ricorso: una critica generica

Secondo l’imputato, la Corte d’Appello non aveva adeguatamente motivato la sua condanna. Tuttavia, le sue argomentazioni (le cosiddette ‘doglianze’) sono state giudicate dalla Suprema Corte come prive dei necessari requisiti di specificità previsti dall’art. 581 del codice di procedura penale. Il ricorso, infatti, non si confrontava puntualmente con le ragioni esposte nella sentenza impugnata, ma si limitava a una critica generale.

L’importanza della specificità del ricorso e la decisione della Corte

La Corte di Cassazione ha colto l’occasione per ribadire alcuni principi cardine del processo penale di legittimità. La mancanza di specificità del ricorso non si manifesta solo con l’indeterminatezza dei motivi, ma anche con l’assenza di una reale correlazione tra le argomentazioni della difesa e la complessità della motivazione della sentenza impugnata. In altre parole, non è sufficiente lamentarsi genericamente; è necessario ‘smontare’ punto per punto il ragionamento del giudice precedente, evidenziandone le presunte illogicità o violazioni di legge.

Divieto di rivalutazione dei fatti in Cassazione

Un punto cruciale sottolineato dalla Corte è che le doglianze difensive miravano, in sostanza, a una rivalutazione delle prove e a una ricostruzione alternativa dei fatti. Questo tipo di attività è preclusa nel giudizio di Cassazione, che non è un terzo grado di merito. La Suprema Corte non può sostituire la propria valutazione a quella dei giudici dei gradi precedenti, ma solo verificare la correttezza giuridica e la logicità della loro motivazione.

La coerenza della motivazione di merito

Nel caso di specie, i giudici di merito avevano fornito una motivazione che la Cassazione ha definito ‘esaustiva e conforme alle risultanze processuali’. Avevano indicato una pluralità di elementi a sostegno della responsabilità penale dell’imputato, senza incorrere in contraddizioni o illogicità manifeste. Di fronte a una motivazione così strutturata, un ricorso generico non può che essere dichiarato inammissibile.

Le motivazioni e le conclusioni

Le motivazioni della Corte si fondano sul principio che il ricorso per Cassazione deve essere un atto di critica vincolata e specifica, non un’occasione per ridiscutere l’intero processo. Il ricorrente non può ignorare le argomentazioni del giudice di merito, ma deve confrontarsi con esse, pena la genericità e la conseguente inammissibilità. Poiché le doglianze erano volte a una inammissibile rivalutazione delle prove e non contestavano vizi logici o giuridici specifici della sentenza impugnata, il ricorso non superava il vaglio di ammissibilità.

Le conclusioni della Corte sono state nette: il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende. Questa decisione riafferma l’importanza di redigere ricorsi per Cassazione tecnicamente precisi e giuridicamente fondati, evitando di trasformare il giudizio di legittimità in un terzo grado di merito.

Per quale motivo principale il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché privo dei requisiti di specificità previsti dall’art. 581 del codice di procedura penale. I motivi erano generici e non si confrontavano adeguatamente con le argomentazioni della sentenza impugnata.

Cosa significa che il ricorso manca di ‘specificità’?
Significa che le contestazioni sono vaghe, indeterminate e non indicano in modo preciso le parti della decisione che si criticano e le ragioni giuridiche di tale critica. Manca una correlazione diretta tra i motivi del ricorso e la motivazione della sentenza che si intende impugnare.

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare le prove e i fatti del processo?
No, non è possibile. La Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Il suo compito non è quello di rivalutare le fonti di prova o di fornire una ricostruzione alternativa dei fatti, ma solo di verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza impugnata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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