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Specificità del ricorso: Cassazione e inammissibilità

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 22152/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso per mancanza di specificità. L’appellante contestava il riconoscimento della recidiva in modo generico, senza confrontarsi con le motivazioni della Corte d’Appello. La decisione sottolinea l’importanza dei requisiti di specificità del ricorso, come previsto dal codice di procedura penale, per evitare una sanzione di inammissibilità.

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Pubblicato il 24 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

La Specificità del Ricorso: Quando la Genericità Porta all’Inammissibilità

Nel processo penale, l’atto di impugnazione non è una mera formalità, ma un momento cruciale in cui la difesa deve articolare con precisione le proprie ragioni. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 22152/2024) ribadisce un principio fondamentale: la specificità del ricorso è un requisito imprescindibile, la cui assenza conduce inevitabilmente alla declaratoria di inammissibilità. Questo caso offre uno spunto di riflessione sull’importanza di redigere atti di impugnazione che dialoghino criticamente con la decisione impugnata, pena l’impossibilità per il giudice di esaminare il merito della questione.

Il Caso in Esame

La vicenda processuale ha origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello. L’unico motivo di doglianza riguardava il riconoscimento della recidiva. L’appellante, tuttavia, si era limitato a contestare tale aspetto in maniera generica, senza articolare una critica puntuale e argomentata rispetto alle ragioni esposte dai giudici di secondo grado. La Corte di Cassazione è stata quindi chiamata a valutare se un motivo così formulato potesse superare il vaglio preliminare di ammissibilità.

La Decisione della Corte sulla Specificità del Ricorso

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda sull’articolo 581 del codice di procedura penale, che impone, a pena di inammissibilità, che i motivi di impugnazione siano specifici. Questo significa che non è sufficiente una semplice enunciazione del dissenso, ma è necessario che l’appellante indichi con precisione i punti della decisione che intende contestare e, soprattutto, le ragioni di fatto e di diritto a sostegno della propria tesi.

Nel caso specifico, i giudici hanno rilevato una totale assenza di correlazione tra le argomentazioni della sentenza impugnata e quelle poste a fondamento del ricorso. L’atto di impugnazione ignorava completamente le esplicitazioni fornite dal giudice d’appello, risultando viziato da indeterminatezza e genericità.

Le Motivazioni

La Corte ha chiarito che la mancanza di specificità del ricorso deve essere apprezzata non solo per la sua genericità intrinseca, ma anche per l’assenza di un confronto diretto con la complessità delle argomentazioni della decisione impugnata. Un ricorso che non si confronta con le motivazioni del giudice, anche quando queste sono espresse ‘per relationem’ (cioè richiamando le motivazioni di un precedente provvedimento), cade inevitabilmente nel vizio di inammissibilità.

I giudici hanno sottolineato che la prospettazione generica di una censura rende il motivo inammissibile ‘ab origine’, a prescindere dal fatto che il giudice dell’impugnazione abbia o meno pronunciato formalmente tale sanzione. Pertanto, il ricorso è stato ritenuto inidoneo a superare il vaglio di ammissibilità, con la conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Le Conclusioni

Questa ordinanza riafferma con forza un principio cardine del sistema delle impugnazioni penali. Per la difesa, la lezione è chiara: ogni atto di appello o ricorso deve essere un’analisi critica e puntuale della sentenza che si intende contestare. È essenziale ‘smontare’ la motivazione del giudice, evidenziandone le presunte falle logiche o giuridiche con argomenti precisi e pertinenti. La genericità e l’astrattezza non pagano e, anzi, precludono la possibilità che le ragioni del proprio assistito vengano esaminate nel merito, con conseguenze processuali ed economiche negative.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché l’unico motivo presentato, relativo al riconoscimento della recidiva, era privo dei requisiti di specificità previsti dall’art. 581 del codice di procedura penale. Mancava una correlazione tra le argomentazioni della decisione impugnata e quelle del ricorso.

Cosa si intende per ‘mancanza di specificità’ di un motivo di ricorso?
Significa che il motivo è formulato in modo generico e indeterminato, senza indicare chiaramente le parti della decisione che si contestano e le ragioni di fatto e di diritto a sostegno dell’impugnazione. In pratica, non instaura un confronto critico con la motivazione del giudice.

Quali sono state le conseguenze per il ricorrente?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità del ricorso, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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