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Specificità del motivo di ricorso: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato contro una sentenza della Corte d’Appello. Il motivo dell’inammissibilità risiede nella mancanza di specificità del motivo di ricorso, che lamentava la carenza di prova dell’elemento soggettivo del reato. La Corte ha ritenuto le doglianze generiche, non supportate da un’analisi critica della sentenza impugnata e meramente ripropositive di argomenti già vagliati e respinti nel grado precedente. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione: L’Indispensabile Specificità del Motivo

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, una fase delicata che richiede rigore e precisione. Una recente ordinanza della Suprema Corte ci ricorda un principio fondamentale: la specificità del motivo di ricorso. Senza questo requisito, anche le argomentazioni potenzialmente valide rischiano di non essere mai esaminate nel merito. Analizziamo insieme la decisione per comprendere le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello. L’unico motivo di ricorso sollevato dalla difesa riguardava la presunta mancanza di prova dell’elemento soggettivo del reato, ovvero l’atteggiamento psicologico (intenzionale o colposo) del soggetto al momento del fatto. La difesa sosteneva, in sostanza, che non vi fossero prove sufficienti a dimostrare la sua colpevolezza sotto il profilo psicologico.

L’Importanza della Specificità del Motivo di Ricorso

L’articolo 581 del Codice di Procedura Penale stabilisce, a pena di inammissibilità, che i motivi di impugnazione debbano essere specifici. Ma cosa significa concretamente? La Corte di Cassazione, con questa ordinanza, chiarisce che la specificità del motivo di ricorso non è un mero formalismo. Non basta indicare genericamente una violazione di legge; è necessario che il ricorso si confronti criticamente con la decisione impugnata. L’impugnazione deve contenere un’analisi puntuale delle ragioni esposte dal giudice del grado precedente, evidenziando gli errori logici o giuridici in cui sarebbe incorso. Presentare doglianze generiche o indeterminate equivale a non presentare un motivo valido.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione non è entrata nel merito della questione (ovvero se l’elemento soggettivo fosse provato o meno), ma si è fermata a un livello precedente, quello procedurale. I giudici hanno rilevato che il motivo presentato era privo dei requisiti di specificità richiesti dalla legge.

Le Motivazioni: Oltre la Semplice Genericità

La Corte ha spiegato che la mancanza di specificità può manifestarsi in due modi. Il primo è la genericità intesa come indeterminatezza, quando il motivo è talmente vago da non far comprendere quale sia la critica mossa alla sentenza. Il secondo, riscontrato nel caso di specie, è la mancanza di correlazione tra le argomentazioni del ricorso e la complessità della motivazione della sentenza impugnata.

Nel dettaglio, i giudici di merito avevano già ampiamente esaminato e respinto le argomentazioni difensive con solidi argomenti logici e giuridici. Il ricorso in Cassazione, invece di contestare punto per punto tale ragionamento, si era limitato a riproporre le stesse doglianze già formulate in appello. Questo comportamento, secondo la Corte, non costituisce un valido motivo di ricorso, poiché ignora completamente il percorso argomentativo del giudice che si intende censurare. In pratica, il ricorso non dialogava con la sentenza, ma parlava una lingua a sé stante, rendendosi così inefficace.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per la Difesa

Questa ordinanza ribadisce una lezione cruciale per ogni difensore: un ricorso in Cassazione non è una semplice riproposizione delle proprie tesi. È un atto che richiede un’analisi critica, approfondita e mirata della sentenza che si impugna. Ignorare le motivazioni del giudice precedente o limitarsi a ribadire le proprie ragioni porta a una sicura declaratoria di inammissibilità. Tale esito non solo preclude la possibilità di una riforma della sentenza, ma comporta anche la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, come avvenuto nel caso in esame con una sanzione di tremila euro. La precisione e la specificità, quindi, non sono solo virtù stilistiche, ma requisiti essenziali per la tutela efficace dei diritti nel processo penale.

Cosa succede se un motivo di ricorso viene considerato generico dalla Corte di Cassazione?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che la Corte non esamina il merito della questione sollevata e la sentenza impugnata diventa definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Cosa intende la Corte per ‘specificità del motivo di ricorso’?
Per la Corte, la specificità non è solo chiarezza, ma anche la capacità di confrontarsi criticamente e in modo puntuale con le argomentazioni della decisione impugnata. Non è sufficiente riproporre le stesse tesi già respinte nel grado precedente; è necessario analizzare e smontare il ragionamento del giudice che ha emesso la sentenza.

Nel caso specifico, la Corte ha valutato se mancasse la prova dell’elemento soggettivo del reato?
No, la Corte di Cassazione non ha compiuto alcuna valutazione sul merito della questione. L’inammissibilità del ricorso per mancanza di specificità ha impedito ai giudici di esaminare la fondatezza della doglianza relativa all’elemento soggettivo del reato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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