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Specificità dei motivi: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso a causa della manifesta infondatezza e genericità del motivo presentato. L’impugnazione contestava una sentenza della Corte d’Appello che aveva già dichiarato inammissibile il primo appello per difetto di specificità dei motivi. La Corte ribadisce che i motivi di impugnazione devono essere specifici e confrontarsi puntualmente con le ragioni della decisione impugnata, altrimenti l’atto è nullo.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Specificità dei Motivi: La Cassazione Sancisce l’Inammissibilità del Ricorso Generico

L’ordinanza in esame offre un’importante lezione sul rigore formale richiesto negli atti di impugnazione. La specificità dei motivi non è un mero cavillo procedurale, ma un requisito fondamentale per garantire un dialogo costruttivo tra le parti e il giudice. Quando un appello o un ricorso sono redatti in termini generici, senza un confronto puntuale con la decisione impugnata, il rischio è quello dell’inammissibilità. La Corte di Cassazione, con questa decisione, ribadisce un principio cardine della procedura penale.

I Fatti del Caso: Dall’Appello al Ricorso in Cassazione

La vicenda processuale ha origine da una sentenza di condanna per un reato commesso tra il 2015 e il 2017. L’imputato presentava appello, ma la Corte d’Appello di Bologna lo dichiarava inammissibile a causa della genericità dei motivi addotti. In pratica, l’atto di appello non criticava in modo sufficientemente dettagliato e argomentato la sentenza di primo grado.

Contro questa decisione, l’imputato proponeva ricorso per cassazione, sollevando un unico motivo: la presunta violazione di legge e il difetto di motivazione da parte della Corte d’Appello nel ritenere inammissibile il suo gravame. La palla passava quindi alla Suprema Corte, chiamata a valutare la legittimità della declaratoria di inammissibilità.

La Questione della Specificità dei Motivi di Impugnazione

Il cuore della questione risiede nell’articolo 581 del codice di procedura penale, che impone all’impugnante di enunciare specificamente le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che sorreggono ogni richiesta. Questo onere non si esaurisce in una semplice enunciazione dei punti che non si condividono, ma richiede un’argomentazione critica che si confronti direttamente con la motivazione del provvedimento impugnato.

Nel caso specifico, la Corte d’Appello aveva ritenuto che l’atto presentato dalla difesa fosse vago e non entrasse nel merito delle argomentazioni del primo giudice. Il ricorso in Cassazione, a sua volta, doveva quindi dimostrare perché questa valutazione fosse errata.

L’Irrilevanza della Questione di Legittimità Costituzionale

La Corte di Cassazione ha preliminarmente affrontato un’altra questione: un recente intervento della Corte Costituzionale (sentenza n. 46/2024) aveva modificato il trattamento sanzionatorio del reato di cui all’art. 646 c.p., oggetto della condanna originaria. Tuttavia, i giudici hanno subito chiarito che tale intervento era irrilevante nel caso concreto. La pena inflitta all’imputato, infatti, era stata determinata sulla base della normativa precedente, più favorevole, e rientrava pienamente nei limiti edittali all’epoca vigenti. Pertanto, non si poneva alcun problema di illegalità della pena.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo manifestamente infondato. La motivazione della Corte d’Appello, che aveva evidenziato la genericità dell’atto di gravame, era stata congrua e non illogica. Il ricorrente, nel suo ricorso per cassazione, non è riuscito a scalfire questa valutazione, limitandosi a una contestazione altrettanto generica.

La Suprema Corte ha richiamato un consolidato principio enunciato dalle Sezioni Unite (sentenza Galtelli, n. 8825/2017): l’onere di specificità a carico dell’impugnante è direttamente proporzionale alla specificità con cui le ragioni della decisione impugnata sono state esposte. In altre parole, più una sentenza è argomentata, più l’appello deve essere preciso e puntuale nel criticarla. In assenza di questo confronto critico, l’impugnazione è inammissibile.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per la Difesa

La decisione riafferma con forza l’importanza di redigere atti di impugnazione che siano non solo formalmente corretti, ma sostanzialmente specifici. Non è sufficiente elencare i motivi di dissenso; è necessario sviluppare un’argomentazione critica che dialoghi con la sentenza impugnata, smontandone, punto per punto, le fondamenta logico-giuridiche. Un appello generico è un appello inutile, che non supererà il vaglio di ammissibilità, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, come avvenuto nel caso di specie.

Per quale ragione un atto di appello può essere dichiarato inammissibile?
Un atto di appello è dichiarato inammissibile per difetto di specificità dei motivi quando non enuncia e non argomenta in modo esplicito i rilievi critici contro le ragioni di fatto e di diritto della decisione che si sta impugnando.

Cosa succede se il ricorso per cassazione è considerato generico?
Se il ricorso per cassazione è ritenuto manifestamente infondato e generico, come nel caso di specie, viene dichiarato inammissibile. Ciò comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

L’onere di specificità dell’impugnazione è sempre lo stesso?
No, l’onere di specificità a carico dell’impugnante è direttamente proporzionale alla specificità con cui le ragioni della decisione impugnata sono state esposte. Più una sentenza è motivata in dettaglio, più l’atto di appello deve essere specifico nel contestarla.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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