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Spaccio di lieve entità: la Cassazione chiarisce

La Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi di alcuni imputati condannati per spaccio. La Corte ha escluso lo spaccio di lieve entità data la continuità e sistematicità dell’attività, anche in assenza di sequestro di droga. La valutazione complessiva delle condotte è decisiva.

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Pubblicato il 24 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Spaccio di Lieve Entità: Quando la Continuità Esclude il Reato Minore

Con la sentenza n. 24139/2025, la Corte di Cassazione torna a pronunciarsi sui criteri per la configurabilità dello spaccio di lieve entità, un’ipotesi di reato attenuata prevista dall’art. 73, comma 5, del Testo Unico sugli Stupefacenti. La Corte ha chiarito che un’attività di spaccio sistematica e continuativa, anche se svolta con mezzi rudimentali e in assenza di sequestri di droga, non può essere qualificata come di lieve entità. Analizziamo insieme la decisione per comprenderne la portata.

Il Caso: Dallo Spaccio Continuato al Ricorso in Cassazione

La vicenda riguarda diversi imputati condannati in primo e secondo grado per reati legati al traffico di sostanze stupefacenti. La Corte d’Appello aveva rideterminato le pene, confermando però l’impianto accusatorio. Gli imputati hanno quindi proposto ricorso per Cassazione, lamentando principalmente due aspetti: il mancato riconoscimento della fattispecie di spaccio di lieve entità e l’eccessiva severità del trattamento sanzionatorio.

La difesa sosteneva che, in assenza di sequestri di sostanza stupefacente e di analisi chimiche precise sui quantitativi, non si potesse escludere la lieve entità del fatto. L’attività, a loro dire, si basava su una cosiddetta “droga parlata”, ovvero su conversazioni intercettate che non permettevano di accertare la reale portata del traffico.

La Decisione della Corte: Ricorsi Inammissibili

La Corte di Cassazione ha rigettato tutte le argomentazioni difensive, dichiarando i ricorsi inammissibili. Secondo i giudici supremi, la valutazione della Corte d’Appello era corretta, logica e in linea con i principi consolidati in materia. La Corte ha ribadito che, per stabilire se un fatto sia di lieve entità, è necessaria una valutazione globale e complessiva di tutti gli elementi indicati dalla norma.

Spaccio di Lieve Entità: Le Motivazioni della Cassazione

La motivazione della sentenza si concentra sulla corretta interpretazione dei criteri per applicare l’attenuante dello spaccio di lieve entità. La Cassazione ha sottolineato che il giudice deve considerare non solo gli aspetti quantitativi e qualitativi della sostanza, ma anche i mezzi, le modalità e le circostanze dell’azione.

La Valutazione Complessiva della Condotta

Nel caso specifico, l’attività degli imputati non era affatto occasionale. Le indagini avevano rivelato un’operatività frenetica e sistematica, che proseguiva anche durante il lockdown pandemico, con consegne a domicilio e l’uso di app di messaggistica per le comunicazioni. Uno degli imputati era solito accompagnare il complice per l’acquisto della droga e rispondeva al suo telefono, sostituendolo nelle cessioni. Questo quadro ha delineato un’attività ben avviata e strutturata, incompatibile con la lieve entità, che presuppone una minima offensività della condotta.

L’Irrilevanza del Mancato Sequestro della Droga

Un punto cruciale della sentenza riguarda l’assenza di sequestri di droga. La Corte ha affermato che questa circostanza non è decisiva. La ricostruzione di un’attività di spaccio continuativa e organizzata, basata su intercettazioni telefoniche, video e altre prove, è sufficiente a escludere la lieve entità del fatto. Anche la vendita a clienti minorenni, contestata a uno degli imputati, è stata considerata un elemento di particolare gravità che ha pesato sulla valutazione complessiva.

Le Conclusioni: Criteri Rigorosi per lo Spaccio di Lieve Entità

La sentenza ribadisce un principio fondamentale: la qualificazione dello spaccio di lieve entità non può derivare da una valutazione frammentaria degli indizi, ma richiede un’analisi onnicomprensiva della condotta criminale. La non occasionalità e la sistematicità dell’attività di spaccio sono elementi preponderanti che, anche in assenza di sequestri ingenti, possono legittimamente portare il giudice a escludere l’applicazione della norma più favorevole. Questa decisione consolida un orientamento rigoroso, volto a riservare il trattamento sanzionatorio mite solo a quelle condotte che presentano un’offensività realmente marginale.

La mancanza del sequestro di droga impedisce la condanna per spaccio o il riconoscimento della lieve entità?
No. Secondo la Corte, il mancato sequestro di sostanza stupefacente non è un elemento decisivo. Se altre prove, come le intercettazioni o i video, dimostrano l’esistenza di un’attività di spaccio ben avviata e continuativa, la condanna è possibile e si può escludere la fattispecie di lieve entità.

Un’attività di spaccio continuativa e organizzata può essere considerata di ‘lieve entità’?
No. La Corte ha stabilito che la reiterazione nel tempo di plurime condotte di cessione di stupefacenti, che denotano una sistematica attività di spaccio, è incompatibile con il riconoscimento della lieve entità del fatto. Tale circostanza, infatti, indica una maggiore offensività della condotta.

Per negare lo spaccio di lieve entità, è necessario che tutti gli indicatori (quantità, modalità, mezzi) siano negativi?
No. Il giudice deve effettuare una valutazione complessiva di tutti gli elementi previsti dalla norma. Anche un solo indicatore di particolare gravità, come la non occasionalità dell’azione, può essere sufficiente a escludere la lieve entità, anche se altri elementi (come la modica quantità) potrebbero, isolatamente considerati, suggerirla.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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