Sottoscrizione Ricorso Cassazione: La Firma che Fa la Differenza tra Ammissibilità e Condanna
Nel complesso iter della giustizia penale, il ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio, un momento cruciale in cui si può contestare unicamente la corretta applicazione della legge. Proprio per la sua delicatezza e tecnicità, la legge impone requisiti di forma molto stringenti. Una recente ordinanza della Suprema Corte ci ricorda quanto sia fondamentale rispettare queste regole, in particolare per quanto riguarda la sottoscrizione del ricorso per cassazione, pena l’inammissibilità dell’atto e conseguenze economiche per il ricorrente.
I Fatti del Caso
Un imputato, a seguito di una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Napoli, decideva di presentare ricorso alla Corte di Cassazione. Il motivo del ricorso era incentrato sulla richiesta di proscioglimento ai sensi dell’art. 129 del codice di procedura penale. Tuttavia, l’atto di ricorso veniva redatto e firmato personalmente dall’imputato stesso, senza l’assistenza e la firma di un legale abilitato.
La Decisione della Corte e la regola sulla sottoscrizione ricorso cassazione
La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, esaminato l’atto, non è entrata nel merito della richiesta di proscioglimento. Al contrario, ha dichiarato il ricorso immediatamente inammissibile. La Corte ha inoltre condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. La decisione si fonda su una regola procedurale non derogabile, che disciplina in modo specifico chi ha la facoltà di firmare un ricorso destinato alla Suprema Corte.
Le Motivazioni della Sentenza
La motivazione dell’ordinanza è tanto sintetica quanto inequivocabile. La Corte ha richiamato l’articolo 613, comma 1, del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce in modo tassativo che l’atto di ricorso per cassazione deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di cassazione.
La norma ha una finalità ben precisa: garantire che i ricorsi presentati alla Suprema Corte posseggano un elevato grado di tecnicismo giuridico. La Cassazione non è un terzo grado di giudizio sul fatto, ma un organo di legittimità che valuta la corretta interpretazione e applicazione delle norme. Di conseguenza, è indispensabile che gli atti siano redatti da professionisti con una specifica competenza e abilitazione, capaci di articolare censure giuridicamente pertinenti.
La sottoscrizione personale da parte dell’imputato costituisce una violazione diretta di questa regola fondamentale, rendendo l’atto insanabilmente nullo e, quindi, inammissibile. La Corte non ha alcuna discrezionalità in merito: di fronte a un vizio di questo tipo, la declaratoria di inammissibilità è un atto dovuto.
Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche
Questa ordinanza, pur nella sua brevità, offre un insegnamento fondamentale per chiunque si trovi ad affrontare un procedimento penale. L’accesso alla giustizia, specialmente nei gradi più alti, è mediato da regole procedurali che non possono essere ignorate. Il ‘fai da te’ legale, soprattutto in Cassazione, non è un’opzione percorribile e porta a conseguenze negative certe.
Le implicazioni pratiche sono chiare:
1. Obbligo del Difensore Abilitato: Per presentare un ricorso in Cassazione è obbligatorio rivolgersi a un avvocato iscritto all’albo speciale dei patrocinanti in Cassazione.
2. Conseguenze dell’Inammissibilità: Un ricorso inammissibile non viene esaminato nel merito, precludendo ogni possibilità di far valere le proprie ragioni.
3. Sanzioni Economiche: Oltre alla delusione processuale, l’inammissibilità comporta la condanna al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria, che può essere anche significativa, come i tremila euro stabiliti in questo caso.
Un imputato può firmare personalmente un ricorso per cassazione?
No, il ricorso deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di cassazione, come previsto dall’art. 613, comma 1, del codice di procedura penale.
Cosa succede se un ricorso per cassazione non è sottoscritto da un avvocato abilitato?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che la Corte non esamina il merito della questione sollevata e il provvedimento impugnato diventa definitivo.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile per vizio di sottoscrizione?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende. Nel caso di specie, tale somma è stata fissata in 3.000 euro.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 19052 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 19052 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 19/03/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME NOME nato il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 22/09/2023 della CORTE APPELLO di NAPOLI
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso di NOME COGNOME;
considerato che il ricorso, con il quale si censura il mancato proscioglimento dell’imputato ai sensi dell’art. 129 cod. proc. pen., è stato proposto personalmente dall’imputato in violazione dell’art. 613, comma 1, cod. proc. pen., a norma del quale l’atto di ricorso deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, dal difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di cassazione;
rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende;
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso, il 19 marzo 2024.