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Sospensione termini custodia cautelare: coesistenza

La Corte di Cassazione ha stabilito che diverse ordinanze di sospensione dei termini di custodia cautelare, basate su cause differenti (complessità del processo, legittimo impedimento, emergenza sanitaria), possono coesistere. Una successiva ordinanza per una causa specifica non annulla una precedente e più ampia sospensione disposta per la complessità del dibattimento. Il ricorso di un imputato che chiedeva la scarcerazione per superamento dei termini è stato rigettato, poiché la prima sospensione generale è rimasta valida nonostante le successive.

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Pubblicato il 19 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sospensione Termini Custodia Cautelare: Quando Più Ordinanze Possono Coesistere

La durata della custodia cautelare è uno dei temi più delicati del processo penale, poiché bilancia le esigenze di giustizia con il diritto fondamentale alla libertà personale. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato un caso complesso relativo alla sospensione termini custodia cautelare, chiarendo come gestire la presenza di molteplici ordinanze di sospensione basate su diverse cause. La Corte ha stabilito che una sospensione generale, disposta per la particolare complessità del dibattimento, non viene annullata da successive ordinanze che dispongono sospensioni per motivi specifici e temporanei.

I Fatti di Causa

Il caso riguardava un imputato in stato di custodia cautelare, la cui difesa aveva richiesto la scarcerazione per decorrenza dei termini massimi di fase. Secondo la tesi difensiva, il calcolo totale della detenzione, sommando i vari periodi di sospensione, avrebbe superato i limiti previsti dalla legge.

Nel corso del processo di primo grado, erano state emesse diverse ordinanze di sospensione:
1. Una prima ordinanza, basata sull’art. 304, comma 6, c.p.p., che sospendeva i termini per l’intera durata del dibattimento a causa della sua particolare complessità.
2. Cinque successive ordinanze che disponevano sospensioni per cause specifiche e temporanee, tra cui l’emergenza epidemiologica da Covid-19 e il legittimo impedimento di altri coimputati.

La difesa sosteneva che queste cinque ordinanze successive, essendo più specifiche, avessero implicitamente revocato la prima sospensione generale, rendendola inefficace. Di conseguenza, il termine di custodia sarebbe scaduto prima della pronuncia della sentenza di primo grado.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla Sospensione Termini Custodia Cautelare

Sia il Tribunale del riesame che, in ultima istanza, la Corte di Cassazione hanno rigettato questa interpretazione. La Suprema Corte ha ritenuto il ricorso infondato, confermando che le diverse cause di sospensione non sono logicamente incompatibili tra loro e possono coesistere. La prima ordinanza, che sospendeva i termini per la complessità del processo, è stata considerata pienamente valida e produttiva di effetti per tutta la durata del dibattimento, indipendentemente dagli ulteriori provvedimenti.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha spiegato che la sospensione termini custodia cautelare disposta ai sensi dell’art. 304, comma 6, c.p.p. per la complessità del giudizio ha una portata ampia e generale: interrompe il decorso dei termini fino alla conclusione del dibattimento. Le cause successive di sospensione, come l’emergenza sanitaria o il legittimo impedimento (previste dall’art. 304, comma 2, c.p.p.), sono autonome e non incidono sulla validità della prima.

Secondo i giudici, non si determina alcuna situazione di “inconciliabile coesistenza” tra gli effetti delle diverse ordinanze. La durata della sospensione non muta, e le sospensioni più brevi e specifiche si limitano a coincidere, in parte, con quella più ampia già in atto, senza generare alcuna concreta ripercussione sulla durata complessiva. Anzi, la Corte ha definito le ordinanze successive come potenzialmente “superflue”, ma non per questo idonee ad abrogare o rendere inefficace la prima. L’unico limite, hanno precisato i giudici, è che i periodi di sospensione non possono essere sommati tra loro in modo improprio, cosa che nel caso di specie non era avvenuta.

Le Conclusioni

Questa pronuncia consolida un importante principio in materia di sospensione termini custodia cautelare: la coesistenza di diverse cause di sospensione è ammissibile. Un’ordinanza che sospende i termini per la complessità del processo mantiene la sua efficacia per tutta la durata del dibattimento, anche se intervengono ulteriori sospensioni per motivi differenti e specifici. Questa decisione fornisce una guida chiara ai giudici di merito su come gestire procedimenti complessi, garantendo che le esigenze processuali non vengano frustrate da interpretazioni formalistiche delle norme, e al contempo riaffermando che il calcolo dei termini deve essere sempre rigoroso per tutelare la libertà dell’imputato.

Una nuova ordinanza di sospensione dei termini di custodia cautelare annulla automaticamente quella precedente basata su un motivo diverso?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che ordinanze successive basate su cause autonome e diverse (come il legittimo impedimento o l’emergenza Covid) non annullano né sono logicamente incompatibili con una precedente ordinanza di sospensione disposta per la particolare complessità del dibattimento.

Le diverse cause di sospensione dei termini di custodia cautelare possono coesistere?
Sì, possono coesistere. La sospensione per la complessità del processo interrompe il decorso dei termini per tutta la durata del dibattimento, mentre altre sospensioni per cause specifiche operano in modo autonomo. L’importante è che i periodi di sospensione non vengano sommati tra loro in modo improprio.

Cosa succede se un tribunale emette un’ordinanza di sospensione per una causa specifica quando è già in vigore una sospensione più ampia per la complessità del processo?
Secondo la sentenza, le ordinanze successive possono essere considerate ‘superflue’ ma non creano un’incompatibilità logica. La sospensione originaria e più ampia, disposta per la complessità del dibattimento, rimane pienamente efficace.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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