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Sospensione pena pecuniaria: competenza del TdS

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 45647/2024, ha stabilito che la competenza a decidere sulla richiesta di sospensione pena pecuniaria, presentata da un condannato ammesso alla misura alternativa dell’affidamento in prova, spetta al Tribunale di Sorveglianza e non al giudice dell’esecuzione. La Corte ha annullato la decisione del Tribunale di Sorveglianza di Lecce, che aveva erroneamente dichiarato la propria incompetenza, rinviando gli atti allo stesso tribunale per una nuova valutazione nel merito.

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Pubblicato il 14 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Affidamento in prova: chi decide sulla sospensione della pena pecuniaria?

La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 45647 del 2024, affronta una questione procedurale di notevole importanza: la competenza a decidere sulla sospensione pena pecuniaria quando il condannato è stato ammesso alla misura alternativa dell’affidamento in prova al servizio sociale. Questo pronunciamento chiarisce un dubbio interpretativo, attribuendo in modo inequivocabile la giurisdizione al Tribunale di Sorveglianza.

I Fatti del Caso: Una Questione di Competenza

Un individuo, condannato a una pena detentiva e a una pena pecuniaria, dopo essere stato ammesso alla misura dell’affidamento in prova, presentava un’istanza al Tribunale di Sorveglianza di Lecce. L’obiettivo era ottenere la sospensione dell’esecuzione della sanzione economica. Sorprendentemente, il Tribunale di Sorveglianza dichiarava inammissibile la domanda, sostenendo di non avere la competenza per decidere in merito.

Il Ricorso in Cassazione e l’Erronea Applicazione di Legge

Contro questa decisione, il condannato proponeva ricorso per cassazione, lamentando un’erronea applicazione della legge. La tesi difensiva era chiara: una volta che il Tribunale di Sorveglianza ammette un soggetto all’affidamento in prova, acquisisce anche la competenza a deliberare sulla sospensione della pena pecuniaria, come previsto dall’articolo 47, comma 12, dell’ordinamento penitenziario. Questo articolo, infatti, lega l’estinzione della pena pecuniaria all’esito positivo del periodo di prova, suggerendo una competenza unitaria dell’organo che gestisce la misura alternativa.

Le Motivazioni della Cassazione sulla Sospensione Pena Pecuniaria

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. Gli Ermellini hanno ribadito un orientamento giurisprudenziale già consolidato (citando la sentenza n. 12775 del 2019). Il principio di diritto è il seguente: quando una pena pecuniaria è stata inflitta congiuntamente a una pena detentiva, e il condannato chiede l’affidamento in prova, la competenza a decidere sulla sospensione della pena economica spetta al Tribunale di Sorveglianza e non al giudice dell’esecuzione.

La ragione di questa interpretazione risiede nella natura stessa della decisione. La sospensione non è un atto slegato dal percorso di reinserimento, ma costituisce un’anticipazione degli effetti della decisione finale sull’affidamento. Se la prova avrà esito positivo, infatti, la pena pecuniaria si estinguerà. Pertanto, è logico e coerente con il sistema che lo stesso organo giudiziario che monitora e valuta l’andamento della misura alternativa sia anche quello deputato a decidere sulle sorti della sanzione economica accessoria.

Conclusioni: L’Impatto della Sentenza

La decisione della Suprema Corte ha un’importante implicazione pratica: centralizza le decisioni relative all’esecuzione della pena nelle mani del Tribunale di Sorveglianza quando è in corso una misura alternativa. Questo evita frammentazioni di competenze tra diversi giudici (giudice dell’esecuzione e tribunale di sorveglianza), garantendo una gestione più coerente ed efficiente del percorso rieducativo del condannato. La sentenza ha quindi annullato senza rinvio l’ordinanza impugnata, disponendo la trasmissione degli atti al Tribunale di Sorveglianza di Lecce, che dovrà ora pronunciarsi nel merito della richiesta di sospensione.

Chi è competente a decidere sulla sospensione della pena pecuniaria se il condannato è in affidamento in prova?
Secondo la Corte di Cassazione, la competenza a decidere sulla richiesta di sospensione della pena pecuniaria spetta al Tribunale di Sorveglianza, e non al giudice dell’esecuzione, quando il condannato è stato ammesso alla misura alternativa dell’affidamento in prova.

Perché la competenza in questo caso è del Tribunale di Sorveglianza?
La competenza è del Tribunale di Sorveglianza perché la decisione sulla sospensione è vista come un’anticipazione degli effetti della valutazione finale sull’esito della prova. Poiché l’esito positivo dell’affidamento comporta l’estinzione della pena pecuniaria (art. 47, comma 12, ord. pen.), è logico che l’organo che gestisce la misura decida anche sulla sua sospensione.

Qual è stato l’esito del ricorso esaminato dalla Corte di Cassazione?
Il ricorso è stato accolto. La Corte ha annullato l’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza che aveva dichiarato la propria incompetenza e ha ordinato la trasmissione degli atti allo stesso tribunale affinché proceda con la valutazione nel merito della richiesta di sospensione della pena pecuniaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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