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Sospensione pena: Cassazione e ricorso straordinario

La Corte di Cassazione ha concesso la sospensione della pena a un condannato in attesa della decisione sul ricorso straordinario. La Corte ha ritenuto sussistente l’eccezionale gravità, dato che l’imputato era in carcere e il ricorso si basava sulla presunta omissione dell’esame di due motivi di appello, configurando un potenziale errore di fatto.

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Pubblicato il 18 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sospensione Pena e Ricorso Straordinario: La Tutela della Libertà Personale

L’ordinanza in esame affronta un tema cruciale della procedura penale: la sospensione pena in pendenza di un ricorso straordinario per errore di fatto. Questa decisione della Corte di Cassazione chiarisce i presupposti per concedere una misura che incide direttamente sullo status libertatis di una persona la cui condanna è già divenuta definitiva, ma sulla quale pende il sospetto di un grave errore giudiziario. Il caso offre uno spaccato sull’importanza dei rimedi eccezionali come garanzia ultima del giusto processo.

I Fatti del Caso

Un soggetto, condannato con sentenza definitiva, si trovava in stato di detenzione per l’esecuzione della pena. Egli proponeva un ricorso straordinario ai sensi dell’art. 625-bis del codice di procedura penale, chiedendo la revoca della precedente sentenza della Corte di Cassazione. Il ricorrente sosteneva che la Corte avesse commesso un errore di fatto, omettendo completamente di analizzare due specifici motivi del suo ricorso originario: uno relativo alla violazione del divieto di reformatio in pejus e l’altro concernente la determinazione della pena per un reato di corruzione. Data l’immediata carcerazione seguita alla sentenza impugnata, veniva richiesta, in via d’urgenza, la sospensione pena per eccezionale gravità.

L’Analisi della Corte e la Sospensione Pena

La Corte di Cassazione ha accolto la richiesta di sospensione, basando la sua decisione su una ‘delibazione sommaria’. L’art. 625-bis, comma 2, c.p.p. stabilisce che la presentazione del ricorso straordinario non sospende automaticamente gli effetti del provvedimento, ma la corte può disporre la sospensione ‘nei casi di eccezionale gravità’.

Il Collegio ha interpretato questa norma come un ‘incidente de libertate’, un procedimento volto a tutelare la libertà personale. Per concedere la sospensione, la Corte deve valutare due elementi fondamentali:
1. Il fumus boni iuris: la parvenza di fondatezza del ricorso principale.
2. Il pregiudizio irreversibile: il danno grave e irreparabile che deriverebbe dall’esecuzione della pena in caso di successivo accoglimento del ricorso.

Nel caso specifico, la Corte ha riscontrato entrambi i presupposti. L’omesso esame di due motivi di ricorso, se confermato, costituirebbe un ‘errore di fatto’ derivante da una svista materiale, rendendo plausibile l’accoglimento del ricorso straordinario.

L’Errore di Fatto e la Sospensione Pena Straordinaria

La giurisprudenza citata nell’ordinanza (Sez. U, n. 16103/2002) è chiara: l’omesso esame di un motivo di ricorso si traduce in un errore di fatto quando è causato da una ‘disattenzione di ordine meramente percettivo’. In altre parole, si tratta di una svista che ha portato il giudice a credere erroneamente che una censura non fosse presente, mentre era oggettivamente rilevabile dagli atti. Questa situazione, secondo la Corte, giustifica una valutazione preliminare positiva sulla fondatezza del ricorso, aprendo la strada alla sospensione pena.

Le Motivazioni

La motivazione centrale della Corte risiede nella nozione di ‘eccezionale gravità’. Tale gravità è stata ravvisata nel fatto che il ricorrente era stato incarcerato a seguito della sentenza potenzialmente viziata da errore. L’errore denunciato, quindi, non era meramente formale, ma aveva prodotto un effetto diretto e severamente pregiudizievole sullo status libertatis dell’individuo. La detenzione, in attesa della verifica di un possibile errore giudiziario, costituisce una situazione di eccezionale gravità che impone l’adozione di un provvedimento cautelare. La Corte ha pertanto ritenuto necessario sospendere l’esecuzione della pena, impregiudicata ogni valutazione definitiva sul merito del ricorso straordinario, e ha disposto la comunicazione al Procuratore Generale per i provvedimenti del caso, come previsto dall’art. 626 c.p.p.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio di garanzia fondamentale: anche dopo una sentenza definitiva, il sistema processuale prevede strumenti per rimediare a gravi errori. La sospensione pena in pendenza di ricorso straordinario non è un automatismo, ma una misura eccezionale che tutela la libertà personale quando vi sono seri indizi di un errore di fatto e un pregiudizio grave e attuale. La decisione dimostra come il bilanciamento tra l’esigenza di certezza del diritto e la tutela dei diritti fondamentali dell’individuo penda a favore di quest’ultima, qualora l’esecuzione della pena si basi su un provvedimento potenzialmente errato.

Quando può essere richiesta la sospensione dell’esecuzione di una pena definitiva?
Secondo l’art. 625-bis cod. proc. pen., la sospensione può essere richiesta unitamente a un ricorso straordinario e viene concessa dalla Corte di Cassazione solo in casi di ‘eccezionale gravità’.

Cosa intende la Cassazione per ‘errore di fatto’ in un ricorso straordinario?
L’errore di fatto si configura quando la decisione si basa su una svista materiale, una disattenzione meramente percettiva che ha causato l’erronea supposizione dell’inesistenza di un motivo di ricorso o di una censura, la cui presenza era invece oggettivamente rilevabile dagli atti.

Perché la Corte ha ritenuto sussistente l’ ‘eccezionale gravità’ in questo caso?
La Corte ha ritenuto che l’eccezionale gravità derivasse dal fatto che il ricorrente era stato tradotto in carcere per l’esecuzione della pena a seguito della sentenza impugnata. L’errore denunciato aveva quindi un’incidenza diretta e severa sul suo status libertatis.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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