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Sospensione mandato d’arresto europeo: il caso guida

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un individuo che chiedeva la sospensione del mandato d’arresto europeo per partecipare a un processo in Italia. La sentenza chiarisce che la necessità di presenziare a un procedimento nazionale non è una causa automatica di sospensione, la cui concessione rientra nella facoltà discrezionale del giudice e non è un diritto dell’imputato, specialmente in presenza di un concreto pericolo di fuga.

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Pubblicato il 7 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sospensione Mandato d’Arresto Europeo: Diritto di Difesa vs. Consegna

La gestione del sospensione mandato d’arresto europeo (MAE) solleva complesse questioni di bilanciamento tra la cooperazione giudiziaria internazionale e i diritti fondamentali dell’individuo, in particolare il diritto di difesa. Una recente sentenza della Corte di Cassazione Penale ha fornito chiarimenti cruciali su quando e come può essere richiesta la sospensione della consegna di una persona ricercata, specialmente quando questa è imputata in un altro procedimento penale nello Stato di esecuzione.

I Fatti del Caso: La Richiesta di Sospensione

Un cittadino italiano era destinatario di un Mandato di Arresto Europeo emesso dall’autorità giudiziaria tedesca per un reato di truffa. La Corte di Appello di Catania aveva già disposto la sua consegna alla Germania. Tuttavia, il difensore dell’uomo presentava un’istanza per revocare o sospendere l’esecuzione di tale provvedimento. La motivazione principale era la necessità per l’imputato di partecipare a un altro procedimento penale a suo carico in Italia, presso il Tribunale di Salerno, per il quale era già stata fissata un’udienza. Secondo la difesa, impedirgli di partecipare al processo italiano avrebbe violato il suo diritto di difesa, garantito dall’articolo 24 della Costituzione.

La Corte di Appello, in qualità di giudice dell’esecuzione, rigettava l’istanza, sostenendo che le ragioni addotte non rientravano nelle ipotesi tassativamente previste dalla legge per la sospensione della consegna. Contro questa decisione, l’imputato proponeva ricorso in Cassazione.

La Decisione della Corte: Ricorso Inammissibile e i Limiti della Sospensione del Mandato d’Arresto Europeo

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile per manifesta infondatezza, confermando la decisione della Corte di Appello. Gli Ermellini hanno smontato le argomentazioni difensive punto per punto, delineando i confini normativi che regolano la materia.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha basato la sua decisione su diverse considerazioni giuridiche. In primo luogo, ha sottolineato che il MAE tedesco non era stato emesso solo per consentire lo svolgimento del processo, ma anche per dare esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere basata su un concreto pericolo di fuga. Questo elemento è stato ritenuto significativo, anche alla luce del fatto che l’interessato si era reso irreperibile dopo la prima sentenza di consegna.

Il nucleo della motivazione risiede nell’interpretazione dell’art. 23 della Legge n. 69/2005, che disciplina i casi di sospensione del mandato d’arresto europeo. La Corte ha chiarito che tale norma non contempla, tra le cause di sospensione, l’esigenza del ricercato di partecipare a un altro procedimento penale pendente in Italia. La difesa, inoltre, non aveva allegato alcuna causa di forza maggiore che potesse giustificare una sospensione ai sensi del secondo comma dello stesso articolo.

La Corte ha poi analizzato l’istanza sotto la lente dell’art. 24 della medesima legge, che consente alla Corte d’Appello di rinviare la consegna per permettere alla persona di essere processata in Italia per un reato diverso. Tuttavia, i giudici hanno ribadito che si tratta di una facoltà puramente discrezionale e non di un diritto del consegnando. L’esercizio di tale potere discrezionale non è sindacabile se non viene specificamente sollecitato con l’indicazione di un interesse concreto, cosa che nel caso di specie non era avvenuta.

Infine, la sentenza di consegna originaria aveva già previsto una clausola di salvaguardia, disponendo che, una volta concluso il procedimento in Germania, l’uomo fosse rinviato in Italia per scontare eventuali pene o misure di sicurezza derivanti da procedimenti nazionali.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La decisione in esame rafforza un principio fondamentale nella cooperazione giudiziaria europea: la procedura del Mandato di Arresto Europeo è improntata alla massima celerità ed efficacia, e le eccezioni alla consegna sono interpretate restrittivamente. Il diritto di difesa dell’imputato in un altro procedimento nazionale non costituisce un ostacolo automatico alla consegna. La possibilità di rinviare la consegna rimane una scelta discrezionale del giudice, che deve bilanciare l’interesse alla cooperazione giudiziaria con le specifiche esigenze del caso, senza che ciò si traduca in un diritto potestativo per l’interessato. La presenza di un pericolo di fuga, certificato dall’autorità emittente e confermato dalla condotta successiva del ricercato, riduce ulteriormente i margini per una sospensione o un rinvio della consegna.

Avere un processo in corso in Italia è un motivo valido per ottenere la sospensione del mandato d’arresto europeo?
No, la sentenza chiarisce che la necessità di partecipare a un procedimento penale in Italia non rientra tra le cause di sospensione tassativamente previste dall’art. 23 della L. 69/2005.

Il giudice può rinviare la consegna di una persona richiesta da un altro Stato UE per consentirle di essere processata in Italia?
Sì, l’art. 24 della L. 69/2005 conferisce alla Corte d’appello una facoltà discrezionale di rinviare la consegna per permettere alla persona di essere processata in Italia per un reato diverso, ma non si tratta di un diritto del richiesto, bensì di una valutazione del giudice.

Il pericolo di fuga del ricercato influisce sulla decisione di sospendere la consegna?
Sì, la sentenza evidenzia che il mandato d’arresto europeo era stato emesso anche sulla base di un’ordinanza di custodia cautelare per pericolo di fuga. Questo elemento, unito al fatto che l’interessato si era reso irreperibile, ha rafforzato la decisione di non sospendere la consegna.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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