LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Sospensione improcedibilità: no alla retroattività

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza della Corte d’Appello che disponeva la sospensione dell’improcedibilità per un reato commesso nel 2017. Il principio affermato è che le norme sull’improcedibilità, introdotte dalla Riforma Cartabia, non si applicano retroattivamente a fatti avvenuti prima della loro entrata in vigore. Di conseguenza, è illegittima la sospensione di termini non applicabili al caso specifico.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sospensione Improcedibilità: La Cassazione Blocca l’Applicazione Retroattiva

Con una recente sentenza, la Corte di Cassazione Penale ha fornito un chiarimento fondamentale sui limiti temporali di applicazione dell’istituto della sospensione improcedibilità, introdotto dalla Riforma Cartabia. La decisione sottolinea un principio cardine del nostro ordinamento: le nuove norme processuali non possono essere applicate retroattivamente a reati commessi prima della loro entrata in vigore. Questo caso specifico riguarda l’erronea sospensione dei termini di improcedibilità per un reato del 2017.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un ricorso presentato avverso un’ordinanza della Corte di Appello di Catania. Quest’ultima, nell’ambito di un processo per un reato commesso tra il 28 giugno e il 3 luglio 2017, aveva disposto la rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale. Contestualmente, ai sensi dell’art. 344 bis, comma 4, del codice di procedura penale, la Corte territoriale aveva ordinato la sospensione dei termini di improcedibilità per tutta la durata di tale rinnovazione.

L’imputato, tramite il suo difensore, ha impugnato questa ordinanza dinanzi alla Corte di Cassazione, lamentando una palese violazione di legge. Il motivo del ricorso era semplice ma decisivo: l’istituto dell’improcedibilità per superamento dei termini di durata massima del processo, così come la relativa possibilità di sospensione, è stato introdotto solo con la legge n. 134/2021 (Riforma Cartabia) e si applica ai soli reati commessi a far data dal 1° gennaio 2020. Applicare tale istituto a un reato del 2017 costituiva, secondo la difesa, un’errata applicazione della legge.

La Decisione e la corretta applicazione della Sospensione Improcedibilità

La Corte di Cassazione, accogliendo la tesi del ricorrente e conformandosi alla richiesta del Procuratore Generale, ha annullato senza rinvio l’ordinanza impugnata. La decisione si fonda su una logica giuridica ineccepibile. Non si può sospendere un termine che, per quel determinato procedimento, non esiste e non è applicabile.

Il cuore della questione risiede nel principio di irretroattività della legge processuale penale. Le norme che introducono nuovi istituti procedurali, come l’improcedibilità, non possono disciplinare fatti (reati) commessi prima della loro vigenza.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte, seppur sintetiche nel provvedimento, si basano su un’argomentazione granitica. L’articolo 344 bis c.p.p., che disciplina l’improcedibilità dell’azione penale per superamento dei termini di durata massima dei giudizi di impugnazione, non era in vigore all’epoca dei fatti contestati all’imputato (2017).

L’errore della Corte d’Appello è stato quello di applicare meccanicamente una norma processuale sopravvenuta, senza considerare il suo ambito di applicazione temporale. Poiché l’istituto dell’improcedibilità non poteva essere invocato per quel processo, ne consegue logicamente che nemmeno la sua sospensione poteva essere disposta. La Corte di Cassazione ha quindi ripristinato la corretta applicazione della legge, annullando un provvedimento che, applicando retroattivamente la normativa, risultava illegittimo.

Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale a tutela della certezza del diritto e del principio tempus regit actum. La disciplina dell’improcedibilità e i relativi meccanismi, inclusa la sospensione dei termini, rappresentano una novità significativa nel panorama processuale penale, ma la loro applicazione è strettamente circoscritta ai reati commessi dopo l’entrata in vigore della Riforma. La decisione della Suprema Corte serve da monito per i giudici di merito, ricordando loro di verificare sempre l’ambito temporale di applicazione delle norme procedurali, specialmente quelle introdotte da riforme di sistema, per evitare errori che possono inficiare la validità dei provvedimenti giudiziari.

Quando si applicano le norme sulla improcedibilità previste dall’art. 344 bis c.p.p.?
Le norme sull’improcedibilità si applicano esclusivamente ai procedimenti per reati commessi a partire dalla data di entrata in vigore della legge che le ha introdotte, non avendo efficacia retroattiva.

È legittimo sospendere i termini di improcedibilità per un reato commesso nel 2017?
No, non è legittimo. Poiché l’istituto dell’improcedibilità non si applica ai reati commessi nel 2017, non è possibile disporre la sospensione di termini che non sono giuridicamente rilevanti per quel procedimento.

Qual è stata la decisione della Corte di Cassazione nel caso esaminato?
La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio l’ordinanza della Corte d’Appello, stabilendo che quest’ultima aveva erroneamente applicato la legge disponendo la sospensione dei termini di improcedibilità per un reato al quale tale istituto non era applicabile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati