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Sospensione feriale termini: il calcolo corretto

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 12717/2025, ha rigettato il ricorso di un imputato che contestava il calcolo del termine per l’appello. La Corte ha chiarito che la sospensione feriale termini posticipa l’inizio della decorrenza al giorno immediatamente successivo alla fine del periodo di sospensione (31 agosto), senza che un eventuale giorno festivo iniziale possa causare un ulteriore slittamento. L’appello, depositato un giorno dopo la scadenza, è stato quindi correttamente dichiarato inammissibile.

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Pubblicato il 23 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sospensione feriale termini: la Cassazione fa chiarezza sul calcolo dei giorni

Nel processo penale, il rispetto dei termini è un principio cardine che garantisce certezza e ordine. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 12717 del 2025, ribadisce con forza le regole per il corretto computo dei termini per le impugnazioni, specialmente in relazione alla sospensione feriale termini. Questa pronuncia offre un’analisi dettagliata di come calcolare le scadenze quando queste si intersecano con il periodo di riposo estivo, un tema di fondamentale importanza pratica per avvocati e assistiti.

I fatti di causa

Il caso ha origine da un ricorso presentato contro un’ordinanza della Corte d’Appello di Roma. Quest’ultima aveva dichiarato inammissibile un atto di appello poiché depositato oltre il termine previsto dalla legge. La sentenza di primo grado era stata pronunciata il 22 maggio 2024, con un termine di novanta giorni per il deposito delle motivazioni. Di conseguenza, il termine per proporre appello era di quarantacinque giorni.

Il nucleo del problema risiedeva nel calcolo di questo termine. La difesa sosteneva che, a causa della sospensione feriale (dal 1° al 31 agosto), e del fatto che il 1° settembre 2024 cadeva di domenica, il termine avrebbe dovuto iniziare a decorrere dal giorno lavorativo successivo, posticipando la scadenza finale. La Corte d’Appello, invece, aveva ritenuto l’appello tardivo, calcolando la scadenza al giorno precedente.

La questione giuridica e la sospensione feriale termini

La questione sottoposta alla Corte di Cassazione era precisa: come si calcola l’inizio di un termine processuale quando la sua decorrenza viene differita alla fine del periodo di sospensione feriale? E in particolare, cosa succede se il primo giorno utile dopo la sospensione (il 1° settembre) è un giorno festivo?

Il ricorrente invocava una violazione delle norme processuali, sostenendo che il dies a quo (il giorno da cui il termine inizia a decorrere, ma che non si conta) non dovesse essere calcolato, spostando di fatto l’inizio del conteggio e, di conseguenza, la data di scadenza. Secondo questa tesi, il termine sarebbe scaduto il 16 ottobre, rendendo tempestivo l’appello depositato in quella data.

La decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato, confermando in toto la decisione della Corte d’Appello. Gli Ermellini hanno ribadito i principi consolidati in materia di computo dei termini processuali, fornendo una spiegazione chiara e inequivocabile che non lascia spazio a interpretazioni alternative.

Le motivazioni

La Corte ha spiegato che la regola generale, prevista dall’art. 172, comma 3, c.p.p., secondo cui se un termine scade in un giorno festivo è prorogato al giorno successivo non festivo, si applica esclusivamente alla scadenza del termine e non al suo inizio. La decorrenza di un termine non è prorogata se il suo primo giorno cade in un giorno festivo.

Il punto cruciale della motivazione riguarda l’effetto della sospensione feriale termini. Quando un termine per impugnare ha inizio durante il periodo di sospensione (1-31 agosto), la sua decorrenza è differita per legge alla fine di tale periodo. La giurisprudenza costante, richiamata dalla Corte, ha stabilito che in questi casi il dies a quo va individuato nell’ultimo giorno del periodo di sospensione (il 31 agosto). Questo giorno non si computa, e il termine inizia a decorrere effettivamente dal giorno successivo, ovvero il 1° settembre.

Di conseguenza, il 1° settembre deve essere incluso nel conteggio dei giorni, indipendentemente dal fatto che sia festivo. Il successivo giorno utile (16 settembre in un precedente orientamento, 1° settembre in quello attuale post-riforma del periodo feriale) va quindi ‘utilmente calcolato’ come primo giorno del termine. Nel caso di specie, il termine per impugnare scadeva il 15 ottobre, e non il 16 ottobre come sostenuto dal ricorrente. Il deposito dell’atto il 16 ottobre era, pertanto, irrimediabilmente tardivo.

Le conclusioni

Questa sentenza riafferma un principio di rigore formale essenziale per il corretto funzionamento della giustizia. Le conclusioni che possiamo trarre sono nette:

1. Nessuna proroga per l’inizio: La regola che proroga al giorno lavorativo successivo un termine che scade in un giorno festivo non si applica mai all’inizio della decorrenza.
2. Calcolo post-sospensione: Il termine che inizia a decorrere dopo la sospensione feriale parte dal 1° settembre, che viene conteggiato come primo giorno utile, anche se festivo.
3. Certezza del diritto: L’interpretazione rigorosa delle norme sui termini processuali è fondamentale per evitare incertezze e garantire la parità tra le parti.

La decisione sottolinea come, nel diritto processuale, la precisione nel calcolo dei termini sia un requisito non negoziabile, la cui inosservanza porta alla sanzione più grave: l’inammissibilità dell’atto, che preclude ogni discussione sul merito della questione.

Come incide la sospensione feriale sull’inizio di un termine per impugnare?
Se il termine per impugnare dovrebbe iniziare a decorrere durante il periodo di sospensione feriale (1-31 agosto), il suo inizio viene differito per legge alla fine di tale periodo. La decorrenza effettiva comincia dal 1° settembre.

Se il primo giorno dopo la fine della sospensione feriale (1° settembre) è un giorno festivo, il termine per impugnare inizia a decorrere dal giorno lavorativo successivo?
No. La regola che proroga la scadenza di un termine se cade in un giorno festivo non si applica all’inizio della decorrenza. Pertanto, il 1° settembre viene conteggiato come primo giorno del termine, anche se è una domenica o un’altra festività.

Qual è il ‘dies a quo’ (giorno dal quale si conta) nel calcolo di un termine che inizia dopo la sospensione feriale?
La giurisprudenza consolidata, confermata da questa sentenza, individua il ‘dies a quo’ nell’ultimo giorno del periodo di sospensione, ovvero il 31 agosto. Questo giorno non viene conteggiato, e il calcolo dei giorni a disposizione inizia dal 1° settembre.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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