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Sospensione feriale termini: Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso perché presentato oltre i termini. L’ordinanza chiarisce un punto fondamentale: la sospensione feriale termini non si applica al tempo concesso al giudice per depositare le motivazioni di una sentenza. Di conseguenza, il termine per impugnare non subisce slittamenti a causa della pausa estiva, un errore di calcolo che può costare caro, come in questo caso, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione.

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Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sospensione feriale termini: quando non si applica al deposito della sentenza

Nel mondo del diritto, il rispetto dei termini è una regola aurea. Un ritardo, anche di un solo giorno, può compromettere irrimediabilmente l’esito di una causa. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio cruciale in materia di sospensione feriale termini, chiarendo che questa non si estende al termine concesso al giudice per il deposito delle motivazioni della sentenza. Un errore di calcolo su questo punto ha portato alla dichiarazione di inammissibilità di un ricorso, con conseguente condanna del ricorrente.

I fatti del caso: il ricorso presentato oltre i termini

Un imputato, a seguito della conferma della sua condanna da parte della Corte d’Appello, decideva di presentare ricorso per Cassazione. La sentenza di secondo grado era stata pronunciata il 4 giugno 2024, con un termine di 90 giorni per il deposito delle motivazioni. La cancelleria depositava la sentenza il 26 agosto 2024, ben prima della scadenza del 2 settembre 2024. Il termine per impugnare, di 45 giorni, iniziava a decorrere proprio dal 2 settembre, con scadenza fissata al 12 ottobre 2024. Tuttavia, il ricorso veniva depositato solo il 14 novembre 2024, risultando palesemente tardivo.

La questione giuridica e il calcolo del termine

Il nodo della questione risiede nell’errata convinzione che la sospensione feriale termini (che va dal 1 al 31 agosto di ogni anno) si applichi anche al termine di cui dispone il giudice per redigere e depositare le motivazioni della sentenza. Se così fosse stato, il termine per il deposito sarebbe slittato, e di conseguenza anche quello per l’impugnazione. La difesa del ricorrente ha probabilmente commesso questo errore di calcolo.

Le motivazioni della Cassazione: la sospensione feriale termini è per le parti, non per il giudice

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, richiamando un orientamento giurisprudenziale ormai granitico, consolidato da due importanti pronunce delle Sezioni Unite (le sentenze “Giacomini” del 1996 e “D’Arcangelo” del 2017).

Il principio è chiaro: la sospensione dei termini durante il periodo feriale, prevista dalla Legge n. 742/1969, è una prerogativa concessa alle parti processuali (e ai loro difensori) per garantire il diritto di difesa durante il periodo estivo. Non riguarda, invece, l’attività del giudice. Il termine per il deposito della sentenza è un termine ordinatorio che scandisce l’attività giudiziaria e non è soggetto a sospensione.

Di conseguenza:
1. Il termine di 90 giorni per il deposito della sentenza non è stato sospeso ad agosto.
2. La data da cui far partire il calcolo per l’impugnazione era il 2 settembre 2024 (scadenza del termine per il deposito), indipendentemente dal fatto che la sentenza fosse stata depositata prima (il 26 agosto).
3. Il termine ultimo per impugnare era il 12 ottobre 2024.

Presentare il ricorso il 14 novembre ha quindi significato depositarlo circa un mese dopo la scadenza, rendendolo irricevibile.

Le conclusioni: ricorso inammissibile e condanna alle spese

La tardività del ricorso ne ha determinato l’inammissibilità. Questa decisione, presa senza formalità di procedura come previsto dal codice, ha comportato non solo l’impossibilità per il ricorrente di vedere esaminate le proprie ragioni nel merito, ma anche la sua condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro a favore della Cassa delle ammende. La vicenda sottolinea ancora una volta come la conoscenza approfondita delle norme procedurali, in particolare quelle sulla decorrenza e sospensione dei termini, sia fondamentale per evitare conseguenze processuali irreversibili.

La sospensione feriale dei termini si applica al termine che il giudice ha per depositare la motivazione di una sentenza?
No. La Corte di Cassazione, seguendo un orientamento consolidato, ha stabilito che la sospensione feriale (dal 1 al 31 agosto) non si applica al termine per il deposito della sentenza, poiché riguarda solo gli atti processuali delle parti e non l’attività del giudice.

Da quando inizia a decorrere il termine per impugnare una sentenza se il termine per il deposito scade durante il periodo feriale?
Il termine per impugnare decorre dalla scadenza del termine fissato per il deposito della motivazione (in questo caso 90 giorni dalla pronuncia), anche se quest’ultimo cade nel periodo feriale. Il fatto che la sentenza sia depositata in anticipo non sposta l’inizio di questo termine.

Cosa succede se si presenta un ricorso per cassazione oltre il termine previsto?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Ciò comporta che la Corte non esamina il merito della questione e il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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