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Sospensione estradizione: chi decide? La Cassazione

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza della Corte d’Appello che, pur concedendo l’estradizione di un soggetto verso la Svizzera, ne aveva disposto la sospensione fino al termine della pena in Italia. La Suprema Corte ha chiarito che la decisione sulla sospensione estradizione è di competenza esclusiva del Ministro della Giustizia (fase amministrativa) e non dell’autorità giudiziaria, il cui compito si limita a verificare la legalità della richiesta.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sospensione Estradizione: Potere del Giudice o del Ministro? La Cassazione Fa Chiarezza

In materia di cooperazione giudiziaria internazionale, la procedura di estradizione rappresenta un meccanismo fondamentale. Tuttavia, sorgono spesso questioni complesse quando la persona richiesta da uno Stato estero è già sottoposta a procedimenti penali o sta scontando una pena in Italia. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha fatto luce su un punto cruciale: chi ha il potere di decidere la sospensione estradizione in questi casi? La risposta riafferma una netta distinzione di competenze tra autorità giudiziaria e potere esecutivo.

I Fatti di Causa

Il caso nasce dalla richiesta di estradizione avanzata dalla Confederazione Svizzera per un individuo accusato di appropriazione indebita e riciclaggio. La Corte di Appello di Perugia, investita della questione, concedeva l’estradizione. Tuttavia, rilevava che la persona richiesta stava già scontando in Italia una pena definitiva per reati di rapina ed evasione, con fine pena previsto per il 2028, e aveva altri procedimenti penali pendenti.

In considerazione di ciò, la Corte territoriale decideva non solo di accogliere la richiesta svizzera, ma anche di sospendere l’esecuzione della consegna fino alla totale espiazione della pena in Italia e alla definizione degli altri giudizi a suo carico. Contro questa decisione ricorreva per cassazione il Procuratore Generale, sostenendo che la Corte d’Appello avesse esercitato un potere che la legge riserva esclusivamente al Ministro della Giustizia.

La Separazione dei Poteri nella Sospensione Estradizione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del Procuratore Generale, annullando la sentenza impugnata limitatamente alla parte in cui disponeva la sospensione. Il cuore della decisione risiede nella netta separazione tra la fase giurisdizionale e quella amministrativa della procedura di estradizione.

La fase giurisdizionale, di competenza della Corte di Appello, ha il solo scopo di verificare se sussistono le condizioni legali per concedere l’estradizione. Il giudice deve accertare, ad esempio, che non vi siano cause ostative come il rischio di trattamenti inumani o la natura politica del reato. La pendenza di un processo o l’esecuzione di una pena in Italia per altri fatti non impedisce questa valutazione favorevole.

La fase amministrativa, invece, è di competenza del Ministro della Giustizia. A lui spetta la decisione finale sulla consegna effettiva dell’estradando. È in questa sede che vengono fatte valutazioni di opportunità e di gestione concreta della consegna, inclusa l’eventuale sospensione estradizione.

Le Motivazioni della Sentenza

La Suprema Corte ha fondato la sua decisione sul combinato disposto dell’art. 709 del codice di procedura penale e dell’art. 19 della Convenzione Europea di Estradizione. Queste norme prevedono chiaramente che, se la persona richiesta è sottoposta a procedimento penale o deve scontare una pena nello Stato richiesto (in questo caso, l’Italia), la consegna può essere differita. Tuttavia, tale differimento è una facoltà discrezionale che spetta all’autorità esecutiva, ovvero al Ministro della Giustizia.

La Corte di Appello, disponendo autonomamente la sospensione, ha invaso una sfera di competenza non sua, apponendo una condizione temporale che esula dal suo potere di delibazione. Il suo compito si esaurisce con la sentenza che accoglie o respinge la richiesta di estradizione sulla base dei presupposti di legge. L’esecuzione di una pena in Italia, ribadisce la Cassazione, non è un ostacolo alla pronuncia favorevole, ma è una circostanza che attiva la competenza ministeriale per la gestione dei tempi della consegna.

Conclusioni

La sentenza riafferma un principio cardine della procedura di estradizione: la netta distinzione tra il ruolo del giudice e quello del Ministro. Al giudice spetta il controllo di legalità sulla richiesta, garantendo i diritti fondamentali dell’individuo. Al Ministro della Giustizia spetta la gestione politica e amministrativa della consegna, bilanciando le esigenze della giustizia interna con gli obblighi di cooperazione internazionale. Pertanto, la decisione sulla sospensione dell’estradizione è un atto di natura squisitamente amministrativa, sottratto alla cognizione dell’autorità giudiziaria.

Chi ha il potere di sospendere l’esecuzione di un’estradizione se la persona richiesta sta scontando una pena o è sotto processo in Italia?
La decisione sulla sospensione dell’esecuzione dell’estradizione è una facoltà discrezionale che rientra nella competenza del Ministro della Giustizia e non dell’autorità giudiziaria.

La pendenza di un procedimento penale in Italia è un ostacolo alla concessione dell’estradizione da parte del giudice?
No, la pendenza di un procedimento o l’esecuzione di una pena in Italia non costituisce un ostacolo alla pronuncia favorevole della Corte di Appello sulla richiesta di estradizione. È una circostanza che riguarda la fase successiva, ovvero l’esecuzione della consegna.

Qual è il ruolo specifico della Corte di Appello nella procedura di estradizione?
Il ruolo della Corte di Appello è limitato alla fase giurisdizionale, che consiste nel verificare la sussistenza delle condizioni legali per accogliere la richiesta di estradizione. Non può imporre condizioni temporali o disporre la sospensione della consegna, in quanto queste decisioni attengono alla fase amministrativa di competenza ministeriale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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