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Sospensione custodia cautelare: vale per tutti gli imputati

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un imputato che chiedeva la scarcerazione per decorrenza dei termini. La Corte ha stabilito che l’ordinanza di sospensione della custodia cautelare, emessa per la complessità del processo, ha un’efficacia unitaria e oggettiva. Pertanto, si applica a tutti gli imputati del procedimento originario, anche a colui la cui posizione era stata temporaneamente separata e poi riunita, poiché la complessità investe l’intero processo.

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Pubblicato il 19 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sospensione Custodia Cautelare: Effetto Esteso anche in Caso di Separazione Processuale

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 12729 del 2025, affronta un’importante questione sulla sospensione custodia cautelare nei procedimenti complessi. La decisione chiarisce che il provvedimento di sospensione, motivato dalla particolare complessità del dibattimento, ha un’efficacia oggettiva e unitaria che si estende a tutti gli imputati, anche a quelli la cui posizione processuale sia stata temporaneamente separata e successivamente riunita al procedimento principale.

I Fatti del Caso

Il caso riguarda un imputato, accusato di gravi reati tra cui associazione a delinquere e traffico di stupefacenti, che ha presentato ricorso avverso l’ordinanza del Tribunale del Riesame. Quest’ultimo aveva rigettato la sua istanza di scarcerazione per decorrenza dei termini di custodia cautelare.

La vicenda processuale è articolata:
1. In un’udienza preliminare, la posizione dell’imputato viene separata (stralciata) dal procedimento principale per valutare una sua richiesta di rito abbreviato condizionato.
2. Nello stesso giorno, il Giudice per l’Udienza Preliminare (GUP), riconoscendo la complessità del procedimento principale, dispone la sospensione dei termini di custodia cautelare per gli altri coimputati ai sensi dell’art. 304 c.p.p.
3. Successivamente, la richiesta di rito abbreviato dell’imputato viene rigettata e la sua posizione viene riunita al procedimento principale.

L’imputato sosteneva che, essendo la sua posizione stralciata al momento dell’emissione dell’ordinanza di sospensione, questa non potesse produrre effetti nei suoi confronti e che, di conseguenza, i termini di custodia fossero scaduti.

La Questione della Sospensione Custodia Cautelare nei Processi Complessi

L’articolo 304 del codice di procedura penale permette al giudice di sospendere i termini di durata massima della custodia cautelare quando si procede per reati di particolare gravità e il dibattimento si rivela particolarmente complesso. Questa norma mira a bilanciare il diritto alla libertà dell’imputato con l’esigenza di accertare la verità in processi difficili, che richiedono tempi più lunghi.

Il punto cruciale della controversia era stabilire se tale sospensione, legata alla complessità oggettiva del processo, potesse essere frazionata o se dovesse necessariamente applicarsi in modo unitario a tutte le posizioni processuali coinvolte.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, aderendo all’orientamento consolidato della giurisprudenza di legittimità. I giudici hanno affermato che la causa di sospensione custodia cautelare prevista dall’art. 304 c.p.p. si fonda su un dato oggettivo: la complessità del dibattimento. Questa complessità investe il procedimento nella sua interezza e non le singole posizioni.

Di conseguenza, il provvedimento di sospensione ha una natura unitaria e non può avere un’efficacia frazionata. Esso produce i suoi effetti su tutte le posizioni processuali, anche se una di esse viene temporaneamente separata. La Corte ha sottolineato che, anche nel procedimento stralciato, persistevano le condizioni di complessità legate all’impianto accusatorio originario.

Inoltre, la Corte ha chiarito che il diritto di difesa dell’imputato è pienamente garantito. Egli, infatti, ha il diritto di impugnare l’ordinanza di sospensione. Il termine per proporre l’impugnazione decorre non dalla data di emissione del provvedimento (a cui non era presente), ma dal momento in cui ne ha avuto legale conoscenza, ovvero all’udienza in cui la sua posizione è stata riunita al procedimento principale. Nel caso di specie, l’imputato non ha impugnato l’ordinanza nei termini, ma ha presentato un’istanza di scarcerazione molto tempo dopo, deducendone un’inefficacia ormai preclusa.

Conclusioni

La sentenza ribadisce un principio fondamentale: l’oggettività e l’unitarietà della sospensione custodia cautelare per complessità del processo. Le vicende procedurali, come la separazione e la riunione di una posizione, non possono scalfire l’efficacia di un provvedimento che si fonda sulla natura globale del procedimento. La tutela del diritto di difesa è assicurata dalla possibilità di impugnare l’ordinanza una volta che se ne è venuti a conoscenza, bilanciando così le esigenze di giustizia con le garanzie individuali.

Una sospensione dei termini di custodia cautelare si applica anche a un imputato la cui posizione è stata temporaneamente separata dal processo principale?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’ordinanza di sospensione, basata sulla complessità oggettiva del processo, ha un’efficacia unitaria e si estende automaticamente anche alla posizione processuale che sia stata separata e poi riunita, a condizione che persistano le ragioni di complessità.

Da quando decorre il termine per impugnare l’ordinanza di sospensione per l’imputato la cui posizione era stata separata?
Il termine per l’impugnazione decorre dal momento in cui l’imputato ha avuto effettiva conoscenza del provvedimento. Nel caso di un procedimento separato e poi riunito, questo momento coincide con l’udienza di riunione, durante la quale il difensore ha accesso a tutti gli atti processuali, inclusa l’ordinanza di sospensione.

Qual è la natura della causa di sospensione dei termini di custodia cautelare per complessità del dibattimento?
Secondo la giurisprudenza costante, ha una natura oggettiva e unitaria. Questo significa che non riguarda le singole posizioni degli imputati, ma la complessità dell’intero procedimento nel suo insieme, e pertanto i suoi effetti si applicano a tutti i soggetti coinvolti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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