Il soddisfacimento di un singolo creditore fallimentare con mezzi di pagamento rivenienti da un patrimonio diverso da quello del fallito non comporta alcun depauperamento dell’attivo fallimentare
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Il sequestro preventivo di beni appartenenti al presidente di una società di capitali risulta privo di qualsiasi giustificazione logico-giuridica, non potendosi in alcun modo prospettare il rapporto di pertinenza tra i beni immobili assoggettati al vincolo e le ipotesi di reato formulate a carico dello stesso in relazione al fallimento della società.
Ed invero, il soddisfacimento – totale o parziale – di un singolo creditore fallimentare con mezzi di pagamento rivenienti da un patrimonio diverso da quello del fallito non comporta alcun depauperamento dell’attivo fallimentare e quindi non reca nocumento alla massa: la quale anzi si giova della corrispondente riduzione delle passività, salvo il caso in cui il solvens sia titolare di un’azione di surrogazione o di regresso nei confronti del fallito.
Cassazione Penale, Sezione Quinta, Sentenza n. 32307 del 19 giugno 2007 – depositata l’8 agosto 2007
La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di
Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.
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