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Sgombero immobile sequestrato: come opporsi

In un caso di sgombero di un immobile sequestrato nell’ambito di una misura di prevenzione, la Corte di Cassazione ha chiarito la procedura corretta per tutelare il diritto all’abitazione. La Corte ha stabilito che la competenza a decidere sulla richiesta di permanenza nell’immobile spetta al tribunale in composizione collegiale. Contro il decreto emesso senza udienza, il rimedio corretto non è il ricorso per cassazione, ma l’opposizione davanti allo stesso tribunale, che garantisce un riesame completo. La Corte ha quindi riqualificato il ricorso e rinviato gli atti al Tribunale per il corretto svolgimento del procedimento.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sgombero Immobile Sequestrato: Come Funziona l’Opposizione

Lo sgombero di un immobile sequestrato nell’ambito di una misura di prevenzione è un momento critico che incide profondamente sui diritti fondamentali della persona e della sua famiglia. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un’importante chiave di lettura sulle corrette procedure da seguire per opporsi a tali provvedimenti, chiarendo la ripartizione di competenze tra giudice delegato e tribunale dopo la riforma del 2017. Analizziamo insieme la vicenda e i principi di diritto affermati.

I Fatti del Caso: La Richiesta di Restare nell’Abitazione

Il caso trae origine dal ricorso presentato dalla moglie di un soggetto sottoposto a procedimento di prevenzione. A seguito del sequestro dell’immobile adibito a casa familiare, la donna aveva presentato un’istanza per ottenere l’autorizzazione a continuare ad abitare nell’immobile. Il Tribunale di Roma, qualificando l’atto come una semplice richiesta di differimento dello sgombero, l’aveva rigettata con un decreto emesso de plano, cioè senza udienza.

Contro questa decisione, la ricorrente si è rivolta alla Corte di Cassazione, lamentando diverse violazioni procedurali, tra cui l’errata qualificazione della sua istanza (che era in realtà un’opposizione a un precedente diniego del giudice delegato), la violazione della competenza funzionale e la mancata celebrazione di un’udienza in contraddittorio.

La Decisione della Corte e il Principio di Diritto

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, non nel merito, ma riqualificando l’atto e tracciando il percorso procedurale corretto. I giudici hanno chiarito che l’impugnazione presentata doveva essere considerata come un’opposizione ai sensi dell’art. 667, comma 4, del codice di procedura penale. Di conseguenza, ha annullato il provvedimento e disposto la trasmissione degli atti allo stesso Tribunale di Roma per procedere con l’ulteriore corso, ovvero la celebrazione del giudizio di opposizione.

Lo Sgombero Immobile Sequestrato e la Ripartizione delle Competenze

Il punto nevralgico della decisione riguarda l’interpretazione delle norme che regolano lo sgombero di un immobile sequestrato a seguito della legge n. 161 del 2017.

La Situazione Normativa Prima e Dopo la Riforma del 2017

Prima della riforma, il potere di ordinare lo sgombero era attribuito al tribunale, mentre il giudice delegato poteva concedere l’autorizzazione a godere della casa di abitazione. La giurisprudenza aveva stabilito che contro i provvedimenti del giudice delegato fosse esperibile l’opposizione davanti al tribunale collegiale.

La riforma del 2017 ha modificato questo assetto. Oggi:
1. Il giudice delegato ha il potere di ordinare lo sgombero dell’immobile (art. 21, co. 2, d.lgs. 159/2011).
2. Il tribunale in composizione collegiale ha la competenza esclusiva per decidere sulla richiesta di differimento dell’esecuzione dello sgombero e sull’autorizzazione a continuare ad abitare l’immobile (art. 40, co. 2-bis, d.lgs. 159/2011).

Il Ruolo del Tribunale e il Rimedio dell’Opposizione

La Corte ha specificato che il provvedimento con cui il tribunale decide sulla richiesta di permanenza nell’immobile viene emesso de plano. Tuttavia, proprio per garantire il diritto di difesa e un doppio grado di giurisdizione di merito, contro tale decreto è sempre consentita l’opposizione. Questo strumento assicura un riesame completo della decisione, con un’udienza in camera di consiglio e la piena partecipazione delle parti.

Le Motivazioni della Sentenza

La motivazione della Cassazione si fonda sulla necessità di garantire un pieno dispiegamento della tutela giurisdizionale quando vengono in gioco interessi giuridicamente rilevanti come il diritto all’abitazione. Sebbene il Tribunale di Roma fosse l’organo competente a decidere, ha errato nella procedura, rigettando l’istanza senza considerare che contro il suo decreto de plano sarebbe stato necessario attivare la fase di opposizione. Qualificare l’istanza della ricorrente come una semplice richiesta di differimento è stato un errore. Essa era, nella sostanza, un atto volto a contestare un provvedimento sfavorevole e a ottenere un riesame nel merito. La Corte, applicando il principio di conversione dei mezzi di impugnazione (art. 568, co. 5, c.p.p.), ha quindi corretto l’errore procedurale, riqualificando il ricorso per cassazione come opposizione e restituendo la parola al giudice di merito per la corretta celebrazione del giudizio.

Le Conclusioni

Questa ordinanza è di fondamentale importanza pratica. Essa chiarisce che chi si trova ad affrontare uno sgombero di un immobile sequestrato in un procedimento di prevenzione ha a disposizione uno strumento di tutela efficace. Anche se il tribunale emette un decreto sfavorevole senza un’udienza, non tutto è perduto. È possibile presentare opposizione allo stesso tribunale, che a quel punto sarà obbligato a fissare un’udienza e a riesaminare la decisione nel pieno contraddittorio tra le parti, garantendo così il diritto a un giusto processo.

Chi è competente a decidere sulla richiesta di continuare ad abitare in un immobile sequestrato in una procedura di prevenzione?
Dopo la riforma del 2017 (legge n. 161/2017), la competenza a decidere sulla richiesta di autorizzazione a permanere nell’abitazione sequestrata spetta al tribunale in composizione collegiale, e non più al giudice delegato.

Come ci si può opporre a un decreto di sgombero di un immobile sequestrato emesso dal tribunale senza un’udienza?
Contro un decreto emesso de plano (senza udienza) dal tribunale che nega la possibilità di continuare ad abitare nell’immobile, lo strumento corretto è l’opposizione (ex art. 667, comma 4, c.p.p.) da presentare allo stesso tribunale. Questo rimedio garantisce un riesame della decisione nel merito e in contraddittorio.

Qual è la differenza tra il ruolo del giudice delegato e quello del tribunale collegiale dopo la riforma del 2017 in materia di sgombero?
Il giudice delegato ha il potere di ordinare materialmente lo sgombero dell’immobile. Tuttavia, la decisione sulla richiesta del proposto o della sua famiglia di ottenere il differimento dello sgombero o l’autorizzazione a continuare ad abitare la casa è di competenza esclusiva del tribunale in composizione collegiale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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