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Sevizie su animali: Cassazione chiarisce il reato

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per maltrattamento di animali. L’ordinanza chiarisce che il concetto di ‘sevizie su animali’ include l’inflizione di violenze fisiche gratuite, come calci e pugni, che causano sofferenze ingiustificate all’animale. La Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 27 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Sevizie su Animali: la Cassazione Conferma la Condanna per Violenze Gratuite

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, è tornata a pronunciarsi sul delicato tema delle sevizie su animali, fornendo un’interpretazione chiara e rigorosa del concetto. La decisione in esame consolida un orientamento giurisprudenziale volto a garantire una tutela sempre più forte agli animali, punendo severamente ogni forma di violenza ingiustificata. L’ordinanza ha dichiarato inammissibile il ricorso di un uomo condannato per aver ripetutamente percosso un cane.

I Fatti del Caso

Il procedimento giudiziario trae origine dalla condotta di un individuo accusato di aver, in più occasioni, colpito un cane con calci, pugni e corpi contundenti. Tali violenze erano state inflitte senza alcuna giustificazione o necessità, configurando un comportamento crudele e lesivo del benessere dell’animale. La Corte d’Appello aveva ritenuto sussistente l’elemento oggettivo del reato, confermando la responsabilità penale dell’imputato. Contro questa sentenza, l’uomo ha proposto ricorso per Cassazione, contestando la qualificazione giuridica dei fatti.

La Decisione della Corte di Cassazione sulle sevizie su animali

La Suprema Corte ha respinto le argomentazioni della difesa, dichiarando il ricorso inammissibile. I giudici hanno ritenuto che la Corte d’Appello avesse spiegato in modo puntuale e congruo le ragioni per cui il comportamento dell’imputato integrasse pienamente il reato contestato. La decisione sottolinea che l’inammissibilità del ricorso è dovuta a profili di colpa del ricorrente stesso, il quale non ha sollevato motivi validi per un riesame nel merito. Di conseguenza, oltre alla conferma della condanna, l’imputato è stato obbligato al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle Ammende.

Le Motivazioni della Sentenza

Il cuore della pronuncia risiede nella definizione giuridica di “sevizie”. La Cassazione, richiamando un consolidato orientamento giurisprudenziale (in particolare una sentenza delle Sezioni Unite del 2016), ha chiarito che tale nozione va intesa in senso ampio. Essa non si limita a torture complesse, ma include qualsiasi inflizione di violenze fisiche gratuite che siano causa di sofferenze e patimenti ingiustificati per l’animale. Colpire un cane con calci e pugni senza alcun motivo rientra pienamente in questa categoria. Il comportamento dell’imputato, caratterizzato dall’assenza di qualsiasi giustificazione o necessità, è stato qualificato come un atto di pura crudeltà, finalizzato a provocare dolore. La Corte ha quindi ribadito che l’elemento oggettivo del reato di maltrattamento, nella sua forma aggravata delle sevizie, sussiste ogni volta che si agisce con modalità che denotano una particolare efferatezza nei confronti dell’animale.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza rafforza un principio fondamentale nella protezione degli animali: la legge non tollera atti di violenza gratuita. La decisione ha importanti implicazioni pratiche, poiché conferma che anche comportamenti percepiti da alcuni come meno gravi, quali calci o pugni, possono integrare il reato di maltrattamento nella forma delle sevizie su animali, se perpetrati senza giustificazione. Questo orientamento serve da monito e contribuisce a sensibilizzare l’opinione pubblica sul dovere di rispettare ogni essere vivente. La condanna al pagamento di una sanzione alla Cassa delle Ammende, inoltre, evidenzia la serietà con cui l’ordinamento giuridico punisce non solo il reato in sé, ma anche l’abuso degli strumenti processuali, come un ricorso infondato.

Cosa si intende per ‘sevizie’ su un animale secondo la Cassazione?
Per ‘sevizie’ si intende non solo torture complesse, ma qualsiasi inflizione di violenza fisica gratuita, come calci e pugni, che provochi sofferenze e patimenti ingiustificati all’animale.

Picchiare un animale con calci e pugni è sempre reato?
Sì, secondo l’ordinanza, colpire un animale con calci, pugni o corpi contundenti senza alcuna giustificazione o necessità integra il reato di maltrattamento, in quanto costituisce un comportamento determinativo di sofferenza.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile per colpa del ricorrente?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, in questo caso di 3.000 euro, da versare alla Cassa delle Ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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