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Sequestro probatorio: l’inammissibilità del ricorso

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso contro un’ordinanza del Gup che negava la restituzione di documenti sottoposti a sequestro probatorio. La decisione si fonda su un recente orientamento delle Sezioni Unite, secondo cui tali provvedimenti non sono impugnabili, superando la precedente giurisprudenza. Il caso riguardava un ‘business plan’ sequestrato nell’ambito di un’indagine per traffico di stupefacenti.

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Pubblicato il 19 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sequestro Probatorio: la Cassazione Conferma la Non Impugnabilità del Rigetto di Restituzione

Nel complesso panorama della procedura penale, la gestione dei beni sottoposti a sequestro probatorio rappresenta un tema di cruciale importanza. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 35325 del 2024, ha ribadito un principio fondamentale: l’ordinanza con cui il Giudice per l’Udienza Preliminare (Gup) nega la restituzione di beni sequestrati non è direttamente impugnabile con ricorso per cassazione. Questa decisione, allineandosi a un precedente intervento delle Sezioni Unite, consolida un orientamento che limita le vie di ricorso diretto, delineando un percorso processuale ben definito per chi chiede la restituzione dei propri beni.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un’indagine per associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Nel corso delle indagini, a un soggetto veniva sequestrato un compendio documentale descritto come un “business plan” di quattro fogli, relativo a un programma di importazione di cialde di caffè. Questo documento era stato oggetto di un provvedimento di sequestro probatorio nel febbraio 2022.
Successivamente, l’imputato, condannato in primo grado con rito abbreviato, presentava tramite il suo difensore un’istanza per ottenere la restituzione (dissequestro) di tale documento. L’istanza veniva però rigettata dal Gup del Tribunale di Roma nell’ottobre 2023, il quale riteneva che il documento costituisse una “prova cartolare delle modalità operative” della strategia criminale.

La Decisione e il Ricorso alla Suprema Corte

Contro il rigetto del Gup, la difesa proponeva ricorso per cassazione, lamentando una motivazione contraddittoria, illogica e generica. Secondo il ricorrente, l’ordinanza non spiegava la reale pertinenza dei documenti sequestrati con il reato contestato e non teneva conto delle argomentazioni difensive. Inoltre, si sottolineava come la stessa sentenza di condanna non facesse alcun riferimento a quel “business plan”.

Le motivazioni della Corte di Cassazione: il limite al ricorso sul sequestro probatorio

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, basando la propria decisione su un principio di diritto ormai consolidato. I giudici hanno evidenziato che, sebbene in passato esistessero orientamenti giurisprudenziali favorevoli all’immediata impugnabilità in cassazione di tali provvedimenti, questo approccio è stato definitivamente superato.
Il punto di svolta è rappresentato dalla sentenza delle Sezioni Unite Penali n. 32938 del 2023. Con questo intervento chiarificatore, la massima composizione della Corte ha stabilito che “il provvedimento con il quale il giudice della udienza preliminare abbia rigettato la richiesta di restituzione delle cose sottoposte a sequestro probatorio non è impugnabile dall’interessato”.
La ragione di questa inammissibilità è di natura squisitamente processuale. La decisione del Gup sul dissequestro non è un atto definitivo che incide sulla libertà personale o sul merito del giudizio in modo irreparabile, ma una valutazione sulla persistenza delle esigenze probatorie. Pertanto, la legge non prevede uno specifico mezzo di impugnazione diretta per questo tipo di ordinanza. L’eventuale illegittimità del mantenimento del sequestro potrà essere fatta valere in altre sedi e momenti processuali, ma non attraverso un ricorso diretto alla Suprema Corte.

Le conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La sentenza in esame rafforza un principio procedurale di grande rilevanza. Per gli operatori del diritto, ciò significa che la strategia difensiva non può più contare sul ricorso per cassazione come strumento per contestare immediatamente il diniego di restituzione di un bene in sequestro probatorio emesso dal Gup. La decisione delle Sezioni Unite, qui ribadita, ha tracciato una linea netta, chiudendo una via che in passato aveva generato incertezza giurisprudenziale. La conseguenza diretta per il ricorrente è stata la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, a conferma della definitività del principio enunciato.

È possibile impugnare con ricorso per cassazione il provvedimento del Gup che nega la restituzione di un bene in sequestro probatorio?
No, la sentenza, richiamando una decisione delle Sezioni Unite (n. 32938 del 2023), stabilisce in modo definitivo che tale provvedimento non è impugnabile dall’interessato.

Perché la Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché un recente e autorevole intervento delle Sezioni Unite Penali ha chiarito che la legge non prevede la possibilità di impugnare direttamente la decisione del giudice dell’udienza preliminare che rigetta una richiesta di restituzione di cose sottoposte a sequestro probatorio, superando così i precedenti orientamenti contrari.

Qual è la conseguenza per chi presenta un ricorso inammissibile di questo tipo?
Come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale, la dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e di una somma in denaro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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