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Sequestro probatorio: limiti e motivazione

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un indagato contro un’ordinanza del Tribunale del Riesame che confermava un sequestro probatorio di beni ritenuti contraffatti e dei veicoli usati per la loro vendita. Il ricorso è stato giudicato meramente ripetitivo delle questioni già affrontate in sede di riesame. La Corte ha stabilito che la motivazione del Tribunale era adeguata e non apparente, avendo correttamente valutato sia la sussistenza degli indizi di reato (‘fumus commissi delicti’) sia il pericolo di reiterazione (‘periculum’), ritenendo il sequestro una misura proporzionata.

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Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sequestro Probatorio: Quando la Motivazione è Sufficiente?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 5894 del 2024, ha affrontato un caso relativo alla legittimità di un sequestro probatorio, fornendo importanti chiarimenti sui limiti del sindacato di legittimità e sui requisiti di motivazione dei provvedimenti cautelari reali. La decisione sottolinea come un ricorso meramente ripetitivo di doglianze già esaminate in sede di riesame sia destinato all’inammissibilità.

I Fatti: Il Sequestro di Beni e il Ricorso per Cassazione

Il caso trae origine dal ricorso di un soggetto avverso un’ordinanza del Tribunale di Modena. Quest’ultima aveva rigettato l’istanza di riesame contro una serie di provvedimenti cautelari: un decreto di perquisizione e sequestro emesso dal Pubblico Ministero, un sequestro eseguito dalla polizia giudiziaria e un decreto di sequestro preventivo convalidato dal Giudice per le Indagini Preliminari.

Le Misure Impugnate

Le misure avevano ad oggetto quasi 7.200 capi di abbigliamento ritenuti contraffatti, oltre ai furgoni utilizzati per il trasporto e la vendita della merce. L’indagato, attraverso il suo difensore, ha impugnato l’ordinanza del riesame dinanzi alla Corte di Cassazione.

I Motivi del Ricorso

Il ricorrente lamentava principalmente tre vizi:
1. Carenza di autonoma valutazione: Si sosteneva che il Tribunale del Riesame non avesse valutato autonomamente i presupposti del sequestro, ovvero il fumus commissi delicti e il periculum, limitandosi a un richiamo acritico alle attività investigative.
2. Violazione del principio di proporzionalità: Si deduceva che il sequestro fosse sproporzionato rispetto alle esigenze cautelari e che si sarebbero potute adottare misure meno invasive.
3. Nullità del decreto di perquisizione e sequestro: Si contestava la legittimità dell’operato della polizia giudiziaria, ritenendo che il Pubblico Ministero avesse omesso di guidare l’attività investigativa e di convalidarla correttamente.

Il Sindacato della Cassazione sul Sequestro Probatorio

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Il punto centrale della decisione risiede nella natura del controllo di legittimità sui provvedimenti cautelari reali. La Corte ha ribadito un principio consolidato: il suo sindacato è circoscritto alla sola violazione di legge, come previsto dall’art. 325, comma 1, c.p.p.

La Reiterazione dei Motivi come Causa di Inammissibilità

La violazione di legge si configura, secondo la giurisprudenza delle Sezioni Unite, solo in caso di mancanza assoluta di motivazione o di motivazione meramente apparente. Nel caso di specie, i motivi del ricorso sono stati giudicati come una semplice riproposizione delle argomentazioni già presentate e respinte dal Tribunale del Riesame. Quest’ultimo, infatti, aveva fornito una risposta puntuale e logica a tutte le deduzioni difensive, rendendo il ricorso in Cassazione un tentativo di ottenere un nuovo giudizio di merito, non consentito in sede di legittimità.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha analizzato nel dettaglio la motivazione dell’ordinanza impugnata, ritenendola completa e immune da vizi.

La Valutazione del ‘Fumus’ e del ‘Periculum’

Il Tribunale del Riesame aveva adeguatamente motivato la sussistenza del fumus commissi delicti (la probabilità del reato) sulla base di numerosi elementi: dodici servizi di osservazione della polizia, perizie tecniche a campione sulla merce e verifiche dirette da parte dei titolari dei marchi. Per quanto riguarda il periculum (il pericolo di reiterazione), il Tribunale aveva evidenziato la strumentalità dei furgoni, usati non solo per il trasporto ma come vera e propria base logistica per la vendita. Inoltre, la recidività del comportamento dell’indagato, sorpreso a vendere merce contraffatta solo otto giorni dopo un precedente ingente sequestro, dimostrava la concretezza e l’attualità del pericolo.

Il Principio di Proporzionalità

Anche la censura sulla violazione del principio di proporzionalità è stata respinta. Il Tribunale aveva correttamente concluso che il sequestro dei beni e dei veicoli rappresentava l’unica misura efficace per impedire la prosecuzione dell’attività illecita. La persistenza nel comportamento criminoso rendeva inadeguata qualsiasi misura meno afflittiva.

Le Conclusioni: Inammissibilità e Condanna alle Spese

In conclusione, la Corte di Cassazione ha stabilito che il ricorso non presentava censure ammissibili in sede di legittimità, ma si limitava a criticare il merito della valutazione operata dal Tribunale del Riesame. Di conseguenza, il ricorso è stato dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della cassa delle ammende.

Quando un ricorso in Cassazione contro un sequestro probatorio è considerato inammissibile?
Un ricorso è inammissibile quando si limita a ripetere le stesse questioni già esaminate e respinte dal Tribunale del Riesame, senza evidenziare vizi di legittimità come la mancanza assoluta di motivazione o una motivazione palesemente illogica nel provvedimento impugnato.

Come valuta il giudice la proporzionalità di un sequestro?
Il giudice valuta se la misura è l’unica idonea e necessaria a impedire la prosecuzione dell’attività criminosa o l’aggravarsi delle sue conseguenze. Nel caso di specie, il sequestro dei furgoni è stato ritenuto proporzionato perché erano strumentali al reato e l’indagato aveva già dimostrato una persistente tendenza a delinquere.

Cosa significa che la motivazione di un’ordinanza di riesame non deve essere ‘apparente’?
Significa che il Tribunale del Riesame deve esporre un proprio percorso logico-giuridico che dimostri di aver effettivamente e autonomamente valutato i presupposti della misura cautelare (come il ‘fumus’ e il ‘periculum’), senza limitarsi a un generico rinvio agli atti del Pubblico Ministero.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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