LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Sequestro probatorio: limiti del riesame e motivazione

Un indagato per frode aggravata ha impugnato un decreto di sequestro probatorio sui suoi dispositivi informatici. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la decisione del Tribunale del riesame. La sentenza stabilisce che un sequestro probatorio è legittimo se la motivazione, pur ampia, delinea un criterio selettivo per la ricerca delle prove, evitando così una natura meramente esplorativa. Inoltre, la Corte ha chiarito che le modalità esecutive del sequestro non possono essere contestate tramite il riesame del decreto stesso e che il rinvio di un’udienza può essere negato se la richiesta appare pretestuosa.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sequestro Probatorio Digitale: i Limiti secondo la Cassazione

Il sequestro probatorio di dispositivi informatici come computer e smartphone è uno strumento investigativo sempre più cruciale. Tuttavia, quali sono i limiti per la sua applicazione? E fino a che punto la difesa può contestarlo? Una recente sentenza della Corte di Cassazione fa luce su questi aspetti, delineando i confini tra un sequestro legittimo e uno meramente esplorativo, e chiarendo le regole procedurali per la sua impugnazione.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un’indagine del Procuratore europeo per i reati di emissione di fatture per operazioni inesistenti e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Nell’ambito di tale procedimento, veniva emesso un decreto di sequestro probatorio a carico di un indagato, avente ad oggetto i suoi dispositivi informatici.

La difesa dell’indagato impugnava il provvedimento davanti al Tribunale del riesame, che però dichiarava la richiesta inammissibile. Contro questa decisione, l’indagato proponeva ricorso per Cassazione, sollevando diverse questioni di legittimità, tra cui la violazione del diritto di difesa per il mancato rinvio di un’udienza e, soprattutto, l’assenza di un’adeguata motivazione del decreto di sequestro, ritenuto eccessivamente generico e di natura esplorativa.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato integralmente il ricorso, confermando la validità dell’operato del Tribunale del riesame e la legittimità del decreto di sequestro. La decisione si fonda su un’analisi puntuale dei motivi di ricorso, offrendo importanti principi guida in materia.

Le Motivazioni

La Corte ha esaminato e respinto ogni singola doglianza della difesa, articolando le proprie motivazioni su tre pilastri fondamentali.

Rifiuto del Rinvio dell’Udienza: Non è un Diritto Assoluto

La difesa aveva richiesto un differimento dell’udienza di riesame per poter analizzare le intercettazioni telefoniche. La Cassazione ha confermato la decisione del Tribunale di negare il rinvio, affermando che il giudice del riesame ha il dovere di valutare se la richiesta sia fondata su ‘giustificati motivi’ legati a concrete esigenze difensive o se, al contrario, sia meramente pretestuosa. In questo caso, la richiesta è stata ritenuta non essenziale ai fini della decisione, e quindi legittimamente respinta.

I Limiti del sequestro probatorio e la Motivazione

Il punto centrale della sentenza riguarda la motivazione del sequestro probatorio. La difesa sosteneva che il decreto fosse nullo per genericità, in quanto non specificava adeguatamente cosa cercare, trasformandosi in una pesca a strascico non consentita. La Corte ha dissentito, stabilendo che la motivazione, pur essendo ‘di ampia latitudine’, era sufficiente. Il decreto, infatti, indicava la tipologia di documentazione da ricercare (relativa alla ‘ideazione, progettazione ed esecuzione dei corsi di formazione’ finanziati) e specificava l’uso di ‘parole chiave’ per la selezione dei dati. Secondo la Corte, questo approccio improntato ‘al criterio selettivo della strumentalità’ è sufficiente a circoscrivere l’oggetto del sequestro e a distinguerlo da un’indagine meramente esplorativa, rispettando così i principi di proporzionalità e adeguatezza.

L’Oggetto del Riesame: Decreto vs. Esecuzione

Infine, la Corte ha chiarito un importante aspetto procedurale. La difesa aveva lamentato irregolarità nelle modalità con cui era stato eseguito il sequestro (nello specifico, la mancata restituzione di una copia forense precedentemente acquisita). La Cassazione ha precisato che il riesame ha per oggetto esclusivamente il decreto genetico del sequestro, non le sue modalità esecutive. Eventuali irregolarità nell’esecuzione da parte della polizia giudiziaria devono essere contestate con altri strumenti, come la richiesta di restituzione, e non possono viziare il provvedimento originario.

Le Conclusioni

Questa sentenza ribadisce principi fondamentali per la difesa e per l’accusa nel contesto delle indagini digitali. In primo luogo, un decreto di sequestro probatorio su dispositivi informatici non deve essere analitico al punto da descrivere ogni singolo file da cercare, ma deve contenere criteri selettivi (come tipologia di reato, arco temporale, parole chiave) che ne delimitino la portata. In secondo luogo, il diritto della difesa a un rinvio dell’udienza di riesame non è automatico, ma soggetto a una valutazione di effettiva necessità da parte del giudice. Infine, viene tracciata una netta distinzione tra l’impugnazione del titolo (il decreto) e la contestazione delle sue modalità esecutive, che seguono percorsi giuridici differenti.

Quando un decreto di sequestro probatorio su dispositivi informatici è sufficientemente motivato?
Secondo la sentenza, il decreto è sufficientemente motivato quando, pur avendo una portata ampia, è improntato a un criterio selettivo che delimita l’oggetto della ricerca. Deve specificare la tipologia di documentazione da ricercare in relazione ai reati ipotizzati e può indicare parole chiave per guidare la selezione dei dati, evitando così una natura meramente esplorativa.

Il tribunale del riesame è sempre obbligato a concedere un rinvio dell’udienza su richiesta della difesa?
No. Il tribunale non ha l’obbligo di concedere il rinvio, ma deve valutare se la richiesta è supportata da ‘giustificati motivi’ collegati a reali e concrete esigenze di difesa. Se ritiene che le ragioni siano meramente pretestuose o non essenziali, può legittimamente respingere la richiesta.

È possibile contestare le modalità di esecuzione di un sequestro tramite il riesame del decreto?
No. La sentenza chiarisce che l’oggetto del riesame è il provvedimento di sequestro in sé (il ‘titolo’), non le sue concrete modalità di esecuzione. Eventuali irregolarità commesse dalla polizia giudiziaria durante l’esecuzione devono essere contestate attraverso altri strumenti processuali, come la richiesta di restituzione al pubblico ministero.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati