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Sequestro preventivo: quando eccepire il difetto

Una società immobiliare ricorre contro un’ordinanza di sequestro preventivo, lamentando un difetto di motivazione sul periculum in mora. La Cassazione dichiara il ricorso inammissibile, specificando che tale vizio deve essere eccepito con il riesame, non con una successiva istanza di revoca, delineando i confini tra i due rimedi processuali.

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Pubblicato il 9 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sequestro Preventivo: L’Importanza dei Termini per Contestare la Motivazione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 12652 del 2024, offre un importante chiarimento procedurale in materia di sequestro preventivo, delineando una netta distinzione tra i rimedi del riesame e dell’istanza di revoca. La pronuncia sottolinea come la scelta dello strumento processuale corretto sia decisiva per far valere le proprie ragioni, specialmente quando si contesta la motivazione di un provvedimento cautelare. Il caso in esame riguarda il ricorso di una società immobiliare avverso il rigetto di un’istanza di dissequestro di somme giacenti su conti correnti, vincolate nell’ambito di un’indagine per riciclaggio.

I Fatti del Caso: Dal Sequestro alla Cassazione

Una società immobiliare si vedeva soggetta a un sequestro preventivo su propri conti correnti, disposto dal Giudice per le indagini preliminari nell’ambito di un procedimento per riciclaggio a carico di un soggetto terzo. Dopo il rigetto di un’istanza di dissequestro e la successiva conferma di tale decisione da parte del Tribunale in sede di appello, la società decideva di ricorrere per Cassazione.

Il motivo principale del ricorso era incentrato sul vizio di motivazione del provvedimento originario riguardo al periculum in mora, ovvero il pericolo che la libera disponibilità delle somme potesse aggravare le conseguenze del reato. Secondo la difesa, tale pericolo era stato descritto in termini meramente eventuali e presuntivi, senza un’analisi concreta e specifica.

La Decisione della Corte sul Sequestro Preventivo

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione non entra nel merito della fondatezza o meno del periculum in mora, ma si concentra su un aspetto puramente procedurale: la società aveva utilizzato lo strumento sbagliato per sollevare la sua censura. Secondo i giudici di legittimità, il difetto di motivazione del decreto di sequestro preventivo originario è un vizio che deve essere fatto valere attraverso l’istituto del riesame, da proporre entro termini perentori. Non è possibile, invece, sollevare la stessa eccezione successivamente, tramite un’istanza di revoca e il conseguente appello.

Le Motivazioni: Differenza Cruciale tra Riesame e Revoca

La Corte ha ribadito la consolidata giurisprudenza che distingue nettamente le funzioni dei due rimedi.

Il Ruolo del Riesame

Il riesame è il luogo processuale deputato a una verifica completa del provvedimento cautelare. Entro un termine di decadenza, il giudice dell’impugnazione valuta tutti gli aspetti formali e sostanziali dell’atto genetico, inclusa la sufficienza e logicità della motivazione. È in questa sede che la difesa avrebbe dovuto contestare la genericità delle argomentazioni sul periculum in mora.

Il Limite dell’Istanza di Revoca

L’istanza di revoca, al contrario, ha una finalità diversa. Essa serve a verificare se i presupposti che avevano giustificato l’imposizione della misura cautelare persistano nel tempo. Può essere presentata quando tali presupposti vengono meno o in presenza di fatti nuovi, sopravvenuti rispetto al provvedimento originario. Non può, tuttavia, essere utilizzata per ‘recuperare’ una contestazione sulla legittimità originaria del provvedimento che non è stata sollevata nei termini previsti per il riesame. Nel caso di specie, la società contestava un vizio genetico del sequestro, non un fatto nuovo.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per la Difesa

Questa sentenza è un monito per gli operatori del diritto sull’importanza strategica della scelta del corretto strumento processuale. Contestare un sequestro preventivo per vizi originari, come la carenza di motivazione, richiede l’attivazione tempestiva del riesame. Tentare di aggirare i termini perentori di questo rimedio attraverso un’istanza di revoca si traduce in una dichiarazione di inammissibilità. La decisione rafforza il principio di ordine e certezza procedurale, stabilendo che ogni doglianza deve trovare spazio nel suo specifico contenitore processuale, pena la perdita della possibilità di farla valere.

Quando si può contestare la mancanza di motivazione sul periculum in mora in un decreto di sequestro preventivo?
La contestazione relativa a un vizio originario del provvedimento, come il difetto di motivazione sul periculum in mora, deve essere sollevata attraverso l’impugnazione del riesame, entro i termini perentori previsti dalla legge.

Qual è la differenza tra l’istanza di riesame e l’istanza di revoca di un sequestro preventivo?
Il riesame è una verifica completa della legittimità, sia formale che sostanziale, del provvedimento cautelare originario. L’istanza di revoca, invece, serve a verificare la persistenza dei presupposti della misura nel tempo o a far valere fatti nuovi sopravvenuti, ma non può rimettere in discussione la validità iniziale dell’atto se non impugnato per tempo.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione reitera semplicemente i motivi già presentati in appello senza confrontarsi con la decisione impugnata?
Il ricorso viene considerato generico e, di conseguenza, inammissibile. La Corte di Cassazione richiede che il ricorso si confronti specificamente con le argomentazioni giuridiche della decisione impugnata, evidenziandone gli errori di diritto, e non si limiti a riproporre le stesse censure.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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