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Sequestro preventivo: motivazione è sempre obbligatoria

La Corte di Cassazione ha annullato un sequestro preventivo finalizzato alla confisca, poiché il decreto del GIP mancava totalmente della motivazione sul ‘periculum in mora’, ovvero il rischio concreto di dispersione dei beni. La Corte ha stabilito che tale omissione costituisce una mancanza grafica non sanabile dal Tribunale del Riesame, ribadendo che l’obbligo di motivazione sussiste anche nei casi di confisca obbligatoria, in linea con i principi affermati dalle Sezioni Unite.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sequestro preventivo: la Cassazione conferma l’obbligo di motivazione sul periculum

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 9326 del 2024, ha riaffermato un principio fondamentale in materia di misure cautelari reali: l’obbligo per il giudice di motivare sempre e comunque il sequestro preventivo, specificando le ragioni del periculum in mora, ovvero il concreto pericolo che i beni possano essere dispersi prima della fine del processo. Questo obbligo sussiste anche quando il sequestro è finalizzato a una confisca che la legge definisce ‘obbligatoria’. La decisione chiarisce i limiti del potere del Tribunale del Riesame di ‘correggere’ le mancanze del provvedimento originario, tracciando una linea netta tra motivazione assente e motivazione erronea.

Il caso: un sequestro senza adeguata motivazione

La vicenda trae origine da un decreto di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale di Vallo della Lucania. Il provvedimento, finalizzato alla confisca diretta o per equivalente del profitto di vari reati tributari e falsità, disponeva il blocco di beni mobili e immobili per un valore di oltre 120.000 euro.

Tuttavia, il decreto del GIP era totalmente privo di motivazione riguardo al cosiddetto periculum in mora. In altre parole, il giudice non aveva spiegato per quale motivo fosse necessario anticipare l’apprensione dei beni, ovvero quali fossero le ragioni concrete che facevano temere una loro dispersione, modifica o alienazione prima della sentenza definitiva. L’indagato ha quindi proposto ricorso al Tribunale del Riesame, che ha però rigettato la richiesta, tentando di integrare la motivazione mancante. Contro questa decisione, la difesa ha presentato ricorso in Cassazione.

Il principio delle Sezioni Unite e il sequestro preventivo

Il punto centrale della questione giuridica risiede nell’interpretazione dell’obbligo di motivazione, soprattutto alla luce della fondamentale sentenza ‘Ellade’ delle Sezioni Unite della Cassazione (n. 36959/2021). Con tale pronuncia, la Corte aveva stabilito in modo inequivocabile che il giudice deve sempre motivare sulla sussistenza del periculum, anche in caso di sequestro preventivo funzionale a una confisca obbligatoria.

Il GIP, nel caso di specie, aveva emesso il suo decreto dopo la sentenza ‘Ellade’, ma aveva omesso tale motivazione, basandosi su un orientamento ormai superato. L’errore del giudice non è stato considerato una semplice imprecisione, ma una vera e propria lacuna motivazionale. La Corte di Cassazione ha qualificato questa omissione come una ‘mancanza grafica’ della motivazione, non come una motivazione ‘implicita’ o ‘errata’.

Il ruolo del Tribunale del Riesame e i limiti al potere integrativo

Di fronte a questa mancanza, il Tribunale del Riesame aveva cercato di porre rimedio, integrando d’ufficio le ragioni del periculum. Tuttavia, la Cassazione ha censurato questa operazione. Secondo la giurisprudenza consolidata, il potere del Tribunale del Riesame di integrare la motivazione del GIP non è illimitato.

Esso può correggere una motivazione insufficiente o giuridicamente errata, ma non può sopperire a una motivazione del tutto assente. Quando il provvedimento originario è privo, in senso letterale, di una parte essenziale della sua motivazione, il Tribunale del Riesame non ha il potere di ‘scriverla’ ex novo, poiché ciò lederebbe il diritto di difesa e la funzione di controllo che gli è propria.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, annullando senza rinvio sia l’ordinanza del Tribunale del Riesame sia il decreto di sequestro originario. La motivazione della Cassazione è netta: l’errore di diritto commesso dal GIP (ritenere non necessaria la motivazione sul periculum) ha causato una scelta consapevole di non motivare. Questa scelta si è tradotta in un’assenza oggettiva e grafica della motivazione su un punto cruciale.

La non motivazione, proprio perché frutto di un’errata interpretazione della norma processuale, non può essere considerata ‘implicita’. È un dato di fatto: la motivazione sul periculum nel provvedimento genetico non c’era. Ai fini della sanzione di nullità prevista dall’art. 125, comma 3, cod. proc. pen., rileva il dato oggettivo della mancanza, non le ragioni che l’hanno determinata. Di conseguenza, il Tribunale non poteva integrare una lacuna così evidente, e il provvedimento cautelare doveva essere annullato.

Conclusioni

Questa sentenza rafforza un principio di garanzia fondamentale: ogni provvedimento che limita i diritti patrimoniali, come il sequestro preventivo, deve essere sorretto da una motivazione completa ed effettiva. Non basta indicare la astratta confiscabilità del bene, ma occorre spiegare perché è necessario agire subito, anticipando gli effetti della futura decisione. L’assenza totale di motivazione su questo punto costituisce un vizio insanabile che porta all’annullamento della misura e alla restituzione dei beni all’avente diritto. Per i giudici, è un monito a non dare mai per scontata la motivazione, anche nei casi in cui la legge prevede una confisca obbligatoria.

È obbligatorio motivare il periculum in mora in un sequestro preventivo finalizzato a una confisca obbligatoria?
Sì, la Corte di Cassazione, richiamando le Sezioni Unite (sent. ‘Ellade’), ha confermato che il giudice deve sempre esplicitare le ragioni concrete del pericolo di dispersione dei beni, anche quando il sequestro è funzionale a una confisca prevista come obbligatoria dalla legge.

Il Tribunale del Riesame può correggere un decreto di sequestro in cui il GIP ha completamente omesso la motivazione sul periculum in mora?
No. La sentenza stabilisce che il potere integrativo del Tribunale del Riesame non si estende fino a sanare una mancanza di motivazione ‘grafica’, cioè totale. Può correggere una motivazione insufficiente o giuridicamente errata, ma non può supplire a una motivazione del tutto assente.

Cosa succede se un decreto di sequestro preventivo viene emesso senza motivazione sul rischio di dispersione dei beni?
Il decreto di sequestro è nullo. Come conseguenza, la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio sia l’ordinanza del Tribunale del Riesame che il decreto di sequestro originario, ordinando l’immediata restituzione di tutti i beni sequestrati all’avente diritto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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