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Sequestro preventivo: i doveri del giudice sulla proprietà

In un caso di sequestro preventivo di un immobile per reati di occupazione abusiva, il Tribunale del riesame aveva confermato la misura ma, a causa di una controversia sulla titolarità del bene, aveva rimesso la questione al giudice civile. La Corte di Cassazione ha annullato questa decisione, chiarendo un principio fondamentale: il giudice penale del riesame ha il dovere di decidere in via incidentale su tutte le questioni, inclusa la proprietà, quando conferma il sequestro preventivo. L’obbligo di rinvio al giudice civile sorge solo se il giudice decide di annullare il sequestro e vi è incertezza su a chi restituire il bene.

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Pubblicato il 9 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sequestro Preventivo e Controversia sulla Proprietà: La Cassazione Chiarisce i Poteri del Giudice

Una recente sentenza della Corte di Cassazione fa luce su un importante aspetto procedurale relativo al sequestro preventivo. Quando un bene viene sequestrato e sorge una disputa sulla sua effettiva proprietà, quali sono i compiti del giudice del riesame? Deve sospendere tutto e passare la palla al giudice civile, o ha il dovere di decidere? La Suprema Corte ha fornito una risposta chiara, annullando un’ordinanza del Tribunale di Salerno e stabilendo un principio fondamentale per la corretta gestione delle misure cautelari reali.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un’indagine per i reati di esercizio arbitrario delle proprie ragioni (art. 393 c.p.) e invasione di terreni o edifici (art. 633 c.p.). Nell’ambito di questa indagine, il Giudice per le Indagini Preliminari aveva disposto il sequestro preventivo di un immobile. L’indagato, ritenendo ingiusta la misura, aveva presentato istanza di riesame al Tribunale.

La Decisione Controversa e l’Importanza del sequestro preventivo

Il Tribunale del riesame, pur rigettando la richiesta di dissequestro e mantenendo quindi in vita il vincolo, aveva preso una decisione peculiare. Rilevando l’esistenza di una controversia civile sulla titolarità dell’immobile tra l’indagato e altre parti, aveva stabilito di rimettere la risoluzione di tale questione al giudice civile competente, a norma dell’art. 324, comma 8, del codice di procedura penale.

L’indagato ha impugnato questa decisione davanti alla Corte di Cassazione, sostenendo che il Tribunale avesse errato: non poteva contemporaneamente confermare il sequestro e, al tempo stesso, spogliarsi della competenza a decidere sulla questione della proprietà, che era un presupposto per valutare la legittimità del sequestro stesso.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente il ricorso, ritenendolo fondato. I giudici supremi hanno spiegato che il Tribunale del riesame ha interpretato in modo errato l’art. 324, comma 8, c.p.p. Questa norma, infatti, prevede il rinvio al giudice civile solo in un caso specifico: quando il giudice penale decide di annullare il sequestro e disporre la restituzione del bene, ma vi è una controversia su chi sia l’effettivo avente diritto alla restituzione.

Al contrario, quando il giudice del riesame decide di confermare il sequestro preventivo, non ha alcuna facoltà di demandare ad altri la soluzione di questioni pregiudiziali. In base al principio generale sancito dall’art. 2 c.p.p., il giudice penale risolve ogni questione da cui dipende la sua decisione, anche se di natura civile. In questo contesto, la valutazione sulla titolarità del bene, sebbene decisa in via puramente incidentale e senza effetti vincolanti in altre sedi, è un passaggio necessario per verificare la sussistenza dei presupposti della misura cautelare, in particolare il cosiddetto fumus commissi delicti (la parvenza di reato).

In sostanza, il Tribunale non poteva esimersi dal valutare nel merito tutti gli elementi, comprese le allegazioni difensive sulla proprietà, per decidere sulla legittimità del vincolo. Rigettando l’istanza e contemporaneamente rimettendo gli atti al giudice civile, il Tribunale ha eluso il suo dovere di giudizio.

Le Conclusioni

La Corte ha quindi affermato il seguente principio di diritto: “in tema di sequestro preventivo, il giudice del riesame […] decide in via incidentale le questioni sulla titolarità del bene oggetto del sequestro rilevanti ai fini della sussistenza dei presupposti del vincolo cautelare ed è tenuto a devolvere al giudice civile […] l’eventuale controversia sulla proprietà della cosa esclusivamente quando intenda restituirla”.

Di conseguenza, la sentenza ha annullato l’ordinanza impugnata e ha rinviato il caso al Tribunale di Salerno per un nuovo esame. Il Tribunale dovrà ora procedere a una valutazione completa dei presupposti del sequestro, inclusa la questione della titolarità dell’immobile, senza poterla delegare al giudice civile.

In caso di sequestro preventivo, se c’è una lite sulla proprietà del bene, il giudice penale deve sempre rimettere la decisione al giudice civile?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il giudice penale deve decidere autonomamente e in via incidentale sulla questione della proprietà se intende confermare il sequestro. Il rinvio al giudice civile non è una regola generale, ma un’eccezione.

Quando scatta l’obbligo per il giudice del riesame di devolvere la controversia sulla proprietà al giudice civile?
L’obbligo scatta esclusivamente quando il giudice del riesame decide di annullare il provvedimento di sequestro e, di conseguenza, deve restituire il bene, ma esiste una controversia su chi sia il legittimo proprietario a cui effettuare la restituzione.

Qual è il principio di diritto stabilito dalla Corte di Cassazione in questa sentenza?
Il principio è che il giudice del riesame, in materia di sequestro preventivo, ha il dovere di decidere su tutte le questioni pregiudiziali necessarie a valutare la legittimità del vincolo, inclusa la titolarità del bene. Può e deve rinviare la questione della proprietà al giudice civile solo se annulla il sequestro e deve decidere a chi restituire il bene.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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