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Sequestro conservativo: quando è legittimo?

La Corte di Cassazione conferma la legittimità di un sequestro conservativo su una somma di denaro che un imputato, condannato per gravi reati, aveva trasferito su un conto estero. La decisione si fonda sul concreto pericolo di dispersione dei beni (‘periculum in mora’), ritenendo l’operazione un chiaro tentativo di sottrarre il patrimonio alla garanzia per il pagamento delle spese processuali. L’appello del comitato di sostegno che aveva raccolto i fondi è stato dichiarato inammissibile.

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Pubblicato il 19 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sequestro Conservativo: Legittimo Anche Senza Preavviso per Evitare la Fuga dei Beni

Il sequestro conservativo è uno strumento fondamentale nel processo penale per assicurare che i beni dell’imputato non vengano dispersi, garantendo così il futuro pagamento delle spese di giustizia e dei risarcimenti. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 12316/2025, ha ribadito principi chiave sulla sua applicazione, in particolare sulla legittimità di una sua adozione ‘a sorpresa’ e sui criteri per valutare il rischio di dispersione del patrimonio.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un uomo condannato in primo grado a 17 anni di reclusione per reati molto gravi, tra cui omicidio volontario e tentato omicidio, commessi durante una rapina. Per sostenere le spese legali, era stato costituito un comitato di sostegno che aveva raccolto una notevole somma di denaro. Questo importo, pari a 140.000 euro, era stato trasferito dal conto del comitato a quello dell’imputato.

Successivamente, l’imputato ha disposto un bonifico di 50.000 euro verso un proprio conto corrente in una banca tunisina. Venuta a conoscenza di questa operazione, la Corte di assise di appello ha ordinato il sequestro conservativo di tale somma per garantire il pagamento delle spese di giustizia. L’ordinanza è stata confermata dal Tribunale del riesame. Sia l’imputato che il comitato di sostegno hanno proposto ricorso in Cassazione contro questa decisione.

La Decisione della Corte di Cassazione sul sequestro conservativo

La Corte di Cassazione ha preso due decisioni distinte:

1. Ricorso del comitato inammissibile: Il ricorso presentato dal comitato di sostegno è stato dichiarato inammissibile per carenza di interesse. Una volta che i fondi sono stati trasferiti sul conto dell’imputato, sono entrati a far parte del suo patrimonio personale. Di conseguenza, il comitato non aveva più alcun titolo per contestare il sequestro.

2. Ricorso dell’imputato respinto: Il ricorso dell’imputato è stato rigettato in ogni sua parte. La Corte ha confermato la piena legittimità del sequestro conservativo, ritenendo corrette le valutazioni dei giudici di merito.

Le Motivazioni

La sentenza si sofferma su alcuni aspetti cruciali della disciplina del sequestro conservativo, offrendo chiarimenti di grande importanza pratica.

Il Contraddittorio Differito e l’Effetto ‘Sorpresa’

Una delle principali doglianze dell’imputato riguardava la violazione del diritto di difesa, poiché il sequestro era stato disposto inaudita altera parte, cioè senza che egli fosse stato preventivamente ascoltato. La Cassazione ha respinto questa tesi, ribadendo un principio consolidato: le misure cautelari come il sequestro conservativo hanno una natura fisiologicamente ‘a sorpresa’.

L’esigenza di salvaguardare l’imprevedibilità della misura è fondamentale per garantirne l’efficacia. Se l’imputato fosse preavvisato, potrebbe facilmente vanificare il sequestro disperdendo i beni. Il diritto di difesa è comunque pienamente tutelato attraverso il ‘contraddittorio differito’, che si realizza nella fase successiva del riesame, dove l’interessato può esporre tutte le sue ragioni.

Il Periculum in Mora nel sequestro conservativo

Il cuore della decisione riguarda la sussistenza del periculum in mora, ovvero il pericolo che il ritardo possa compromettere la garanzia del credito. La difesa sosteneva che tale pericolo non esistesse. La Corte ha invece chiarito che il periculum non va valutato solo in base all’attuale insufficienza del patrimonio, ma anche e soprattutto in base alle condotte del debitore che facciano presagire un futuro depauperamento.

Nel caso specifico, il bonifico di 50.000 euro verso un conto estero è stato considerato un atto oggettivamente diretto a sottrarre tale somma alla garanzia generica dei creditori, tra cui lo Stato per le spese processuali. Questo comportamento, secondo la Corte, è una ‘spia’ dell’intento di dispersione e costituisce da solo un presupposto autonomo e sufficiente a legittimare il sequestro conservativo.

La Proporzionalità della Misura

Infine, la Corte ha ritenuto l’importo sequestrato (50.000 euro) proporzionato e giustificato. Tale somma teneva conto non solo delle spese di giustizia già quantificate per il primo grado (circa 24.500 euro), ma anche di quelle prevedibili per il giudizio di appello e per i procedimenti incidentali, come quello per il sequestro stesso. La valutazione, sebbene approssimativa, era ancorata a dati oggettivi e ragionevoli.

Le Conclusioni

La sentenza n. 12316/2025 rafforza la funzione del sequestro conservativo come strumento essenziale per la tutela dei crediti erariali nel processo penale. Emerge con chiarezza che:

1. La procedura ‘a sorpresa’, senza contraddittorio preventivo, è pienamente legittima per evitare che la misura venga elusa.
2. Il periculum in mora può essere desunto non solo dalla consistenza attuale del patrimonio, ma anche da specifici atti dispositivi dell’imputato (come trasferimenti di denaro all’estero) che rivelino l’intenzione di disperdere i propri beni.
3. La valutazione dell’importo da sequestrare può includere una stima prudenziale delle spese future, purché basata su elementi concreti.

È legittimo un sequestro conservativo senza che la persona interessata sia stata prima sentita dal giudice?
Sì, è legittimo. La Corte di Cassazione ha confermato che la natura ‘a sorpresa’ del sequestro conservativo è essenziale per garantirne l’efficacia, impedendo all’imputato di disperdere i propri beni prima dell’esecuzione della misura. Il diritto alla difesa è pienamente garantito in un momento successivo, attraverso l’istituto del riesame (‘contraddittorio differito’).

Cosa si intende per ‘periculum in mora’ nel contesto di un sequestro conservativo?
Il ‘periculum in mora’ è il fondato motivo di ritenere che manchino o si disperdano le garanzie del credito. La sentenza chiarisce che questo pericolo può derivare non solo da un patrimonio già insufficiente, ma anche da comportamenti concreti dell’imputato, come il trasferimento di somme di denaro all’estero, che manifestano la volontà di sottrarre i beni alla garanzia dei creditori.

Un comitato che raccoglie fondi per un imputato può impugnare il sequestro di tali fondi una volta che sono stati trasferiti all’imputato stesso?
No. La Corte ha stabilito che, una volta effettuato il trasferimento, la somma di denaro entra a far parte del patrimonio esclusivo dell’imputato. Di conseguenza, il comitato perde ogni legittimazione e interesse a contestare il sequestro, poiché non è più titolare di alcun diritto su quei fondi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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