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Sequestro conservativo: inammissibile ricorso duplicato

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso contro un decreto che rigettava un incidente di esecuzione. Il ricorso era relativo a un sequestro conservativo su beni per 2,7 milioni di euro, richiesto da un’autorità estera. La Corte ha ritenuto l’appello una mera duplicazione di un precedente ricorso già esaminato e respinto, condannando il ricorrente al pagamento delle spese.

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Pubblicato il 11 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sequestro Conservativo: No a Ricorsi Fotocopia, lo Conferma la Cassazione

Il sequestro conservativo è uno strumento potente nel sistema giudiziario, volto a garantire che i beni di un imputato non vengano dispersi prima della fine di un processo. Ma cosa accade se si tenta di impugnare un provvedimento di sequestro presentando un ricorso identico a uno già respinto? Una recente sentenza della Corte di Cassazione (Sent. N. 35680/2025) fornisce una risposta netta: il ricorso è inammissibile. Analizziamo questo caso, che evidenzia un principio fondamentale di economia processuale e di divieto di abuso del diritto di impugnazione.

I Fatti del Caso: Il Sequestro Internazionale e l’Opposizione

La vicenda trae origine da una richiesta di assistenza giudiziaria internazionale. Un tribunale di uno stato estero, la Repubblica di San Marino, aveva richiesto all’Italia di eseguire un sequestro conservativo sui beni di un individuo, condannato in primo grado per gravi reati finanziari tra cui amministrazione infedele e truffa ai danni dello Stato. L’importo da cautelare ammontava a ben 2.700.000,00 euro.

Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma accoglieva la richiesta, disponendo il sequestro. Contro tale provvedimento, la difesa dell’imputato proponeva un incidente di esecuzione, che veniva però rigettato de plano, ovvero senza udienza, dal giudice.

L’Appello in Cassazione e i Motivi del Ricorrente

Non soddisfatta, la difesa presentava ricorso per cassazione, sollevando una serie di complesse questioni procedurali e di merito.

Le Presunte Violazioni Procedurali

Il ricorrente lamentava, in primo luogo, la mancata fissazione di un’udienza per discutere l’incidente di esecuzione, sostenendo che le sue argomentazioni non fossero manifestamente infondate. Inoltre, eccepiva la mancanza di motivazione sul fumus commissi delicti e sul periculum in mora, e la mancata notifica della richiesta del pubblico ministero, che gli avrebbe impedito di conoscere quali beni fossero stati colpiti dal vincolo.

Critiche all’Applicazione degli Accordi Internazionali

Un’altra linea difensiva si concentrava sulla presunta violazione degli accordi di cooperazione tra Italia e San Marino. Si sosteneva che il sequestro conservativo non rientrasse nell’ambito di applicazione della storica Convenzione di amicizia del 1939 e che una delle accuse (abuso d’ufficio) fosse per un reato ormai abrogato in Italia, rendendo l’assistenza illegittima.

La Decisione della Corte: Inammissibilità per Duplicazione del Ricorso

La Corte di Cassazione, con una procedura semplificata, ha tagliato corto, dichiarando il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un’unica, dirimente osservazione.

Le Motivazioni

Il Collegio ha rilevato che tutti i motivi proposti nel ricorso erano una mera e pedissequa duplicazione di quelli già presentati in un precedente ricorso, avverso il provvedimento originario di sequestro. Quel primo ricorso era già stato esaminato e rigettato dalla stessa Corte con una sentenza emessa pochi mesi prima. Presentare un nuovo appello con le medesime argomentazioni, semplicemente indirizzandolo contro il provvedimento che rigettava l’incidente di esecuzione, è stato considerato un atto processualmente non consentito. Il presente ricorso, pertanto, si risolveva in una ‘mera duplicazione’ di quello già deciso.

Le Conclusioni

La sentenza riafferma un principio cruciale: non è possibile aggirare una decisione sfavorevole riproponendo le stesse identiche questioni legali sotto una veste diversa. Il sistema giudiziario prevede specifici rimedi e gradi di giudizio; una volta esauriti, non si può tentare di riaprire il dibattito con ricorsi ‘fotocopia’. Questa pronuncia serve da monito sull’importanza di non abusare degli strumenti processuali, pena la dichiarazione di inammissibilità e la condanna al pagamento delle spese, come avvenuto nel caso di specie. La decisione sottolinea l’efficienza e la razionalità del sistema, che impedisce la proliferazione di contenziosi pretestuosi e ripetitivi.

È possibile presentare un nuovo ricorso in Cassazione se un precedente ricorso con gli stessi motivi è già stato rigettato?
No. La sentenza chiarisce che un ricorso che si risolve in una mera duplicazione di un altro già esaminato e rigettato dalla Corte è inammissibile. Non è consentito riproporre le stesse identiche argomentazioni già decise.

Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile perché duplicato?
La conseguenza principale è che il ricorso non viene esaminato nel merito. Inoltre, come stabilito dall’art. 616 del codice di procedura penale, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali.

Cosa significa che un’istanza è stata rigettata ‘de plano’?
Significa che il giudice ha respinto la richiesta senza fissare un’udienza in contraddittorio tra le parti. Questa procedura accelerata viene utilizzata quando l’istanza è considerata manifestamente infondata o inammissibile a una prima valutazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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