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Sentenza predibattimentale: annullata per lesione

La Corte di Cassazione ha annullato una decisione della Corte d’Appello che aveva dichiarato un reato estinto per prescrizione tramite una sentenza predibattimentale, emessa cioè senza udienza e senza ascoltare le parti. La Suprema Corte, richiamando una pronuncia della Corte Costituzionale, ha stabilito che tale procedura viola il principio del contraddittorio e il diritto a un giusto processo. Di conseguenza, il procedimento è stato rinviato alla Corte d’Appello per la celebrazione di un regolare giudizio.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sentenza Predibattimentale in Appello: La Cassazione Annulla per Violazione del Contraddittorio

Il diritto a un giusto processo, fondato sul principio del contraddittorio, rappresenta un pilastro del nostro ordinamento giuridico. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 10203/2024) ha ribadito con forza questo principio, annullando una sentenza predibattimentale emessa da una Corte d’Appello che aveva dichiarato un reato estinto per prescrizione senza celebrare un’udienza. Questa decisione, in linea con un fondamentale intervento della Corte Costituzionale, chiarisce i limiti del potere del giudice d’appello e tutela il diritto di difesa dell’imputato.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da una decisione della Corte d’Appello di Ancona. In riforma di una sentenza di primo grado, la Corte aveva dichiarato il ‘non doversi procedere’ nei confronti di un’imputata perché il reato a lei ascritto era ormai estinto per prescrizione. La particolarità della decisione risiedeva nella sua forma: era stata emessa de plano, ovvero senza fissare un’udienza di discussione e senza permettere alle parti (difesa e accusa) di interloquire. Contro questa pronuncia, la difesa dell’imputata ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando proprio la violazione del principio del contraddittorio.

La Questione Giuridica: Sentenza Predibattimentale e Diritto di Difesa

Il nodo centrale della questione era se il giudice d’appello potesse legittimamente utilizzare lo strumento della sentenza predibattimentale, previsto dall’art. 469 del codice di procedura penale, per dichiarare una causa di non punibilità come la prescrizione. In passato, le Sezioni Unite della Cassazione (sentenza ‘Iannelli’ del 2017) avevano escluso tale possibilità, affermando che le norme sul giudizio d’appello non richiamano tale disciplina. Tuttavia, la stessa sentenza aveva creato un paradosso: pur riconoscendo la nullità della decisione, riteneva inammissibile il ricorso dell’imputato per carenza di interesse, poiché il risultato finale (la declaratoria di prescrizione) non sarebbe potuto cambiare.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte, con la sentenza in commento, supera definitivamente questo orientamento. Il punto di svolta è rappresentato dalla sentenza n. 111 del 2022 della Corte Costituzionale. La Consulta ha dichiarato incostituzionale l’interpretazione che rendeva inammissibile il ricorso contro una sentenza predibattimentale d’appello. Secondo la Corte Costituzionale, negare all’imputato il diritto di impugnare una tale decisione lede gravemente il suo diritto di difesa (art. 24 Cost.) e il principio del giusto processo (art. 111 Cost.).

L’imputato, infatti, potrebbe avere interesse a ottenere un’assoluzione nel merito, formula ben più favorevole rispetto all’estinzione del reato per prescrizione. Privarlo dell’udienza d’appello significa negargli la possibilità di far valere le proprie ragioni per un proscioglimento pieno. Sulla base di questo fondamentale principio, la Cassazione ha accolto il ricorso. Ha affermato che la pronuncia de plano da parte della Corte d’Appello ha determinato una nullità assoluta e insanabile, violando il diritto delle parti a partecipare attivamente al processo.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza impugnata e ha disposto la trasmissione degli atti a una diversa sezione della Corte d’Appello di Ancona per la celebrazione del regolare giudizio. Questa pronuncia riafferma un principio cardine: il rito processuale non è un mero formalismo, ma la garanzia essenziale per un giusto processo. Anche quando una causa di estinzione del reato appare evidente, il giudice d’appello non può bypassare l’udienza e il confronto dialettico tra le parti. Il diritto dell’imputato a difendersi e a cercare di ottenere il risultato più favorevole deve essere sempre e comunque garantito.

Può una Corte d’Appello dichiarare la prescrizione con una sentenza predibattimentale senza un’udienza?
No. La Corte di Cassazione, seguendo una sentenza della Corte Costituzionale, ha stabilito che questa procedura è illegittima in quanto viola il principio del contraddittorio e il diritto a un giusto processo.

Perché è importante garantire il contraddittorio anche quando la prescrizione sembra evidente?
Perché l’imputato ha diritto a un’udienza per provare a ottenere un’assoluzione piena nel merito, che è una formula più favorevole rispetto alla semplice estinzione del reato per prescrizione. Privarlo di questa possibilità costituisce una violazione del suo diritto di difesa.

Qual è stata la conseguenza della decisione della Cassazione in questo caso?
La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza della Corte d’Appello e ha ordinato che il processo venga nuovamente celebrato davanti a un diverso collegio della stessa Corte, questa volta garantendo un’udienza regolare e il pieno rispetto del contraddittorio tra le parti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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