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Sentenza non tradotta: quando scatta l’appello?

Un imputato, non conoscendo la lingua italiana, ha contestato l’irrevocabilità della sua condanna poiché la sentenza non tradotta nella sua lingua non gli era mai stata notificata. La Corte di Cassazione ha stabilito che la mancata traduzione impedisce la decorrenza del termine per l’impugnazione, qualificando la questione come un incidente di esecuzione e non come una richiesta di restituzione nel termine. Il caso è stato rinviato alla corte territoriale per le necessarie verifiche.

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Pubblicato il 2 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sentenza non tradotta: La Cassazione tutela il diritto di difesa

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 26605/2024) ha riaffermato un principio fondamentale per la tutela del diritto di difesa: la mancata traduzione di una sentenza di condanna nella lingua comprensibile all’imputato straniero impedisce che il termine per impugnare inizi a decorrere. Questo principio garantisce che ogni imputato possa comprendere appieno le motivazioni di una decisione a suo carico prima di decidere se contestarla. Analizziamo come la Corte sia giunta a questa conclusione, affrontando il caso di una sentenza non tradotta e le sue conseguenze procedurali.

Il Caso: Una Condanna e un Ostacolo Linguistico

Un cittadino straniero veniva condannato dalla Corte di Appello di Salerno a una pena detentiva e a una multa per reati legati agli stupefacenti. L’imputato, dopo la condanna, chiedeva al giudice dell’esecuzione di revocare la dichiarazione di irrevocabilità della sentenza. La sua argomentazione era semplice ma cruciale: non avendo mai ricevuto la notifica della sentenza tradotta in arabo, l’unica lingua da lui compresa, non era stato messo in condizione di esercitare il suo diritto di impugnazione. La sentenza era quindi, a suo avviso, diventata irrevocabile in modo illegittimo.

La Sentenza non Tradotta e la Qualificazione Giuridica dell’Istanza

La Corte di Appello, investita della questione, si dichiarava incompetente, ritenendo che lo strumento corretto fosse la restituzione nel termine per impugnare e trasmetteva gli atti alla Corte di Cassazione. Quest’ultima, tuttavia, ha corretto l’impostazione giuridica, chiarendo la natura del problema.

Da Restituzione nel Termine a Incidente di Esecuzione

La Suprema Corte ha stabilito che l’istanza non doveva essere qualificata come una richiesta di restituzione nel termine (art. 175 c.p.p.), bensì come un incidente di esecuzione (art. 670 c.p.p.). La differenza è sostanziale: la restituzione nel termine presuppone che un termine sia scaduto per cause di forza maggiore; l’incidente di esecuzione, invece, contesta la validità stessa del titolo esecutivo, cioè della sentenza che si vuole eseguire. Nel caso di una sentenza non tradotta, il problema non è che il termine sia scaduto, ma che non ha mai iniziato a decorrere.

Le Motivazioni della Cassazione: Efficacia vs. Validità

Il cuore del ragionamento della Cassazione risiede nella distinzione tra la ‘validità’ e l’ ‘efficacia’ dell’atto giudiziario. La mancata traduzione non rende la sentenza ‘nulla’ o invalida, ma ne sospende l’ ‘efficacia’ nei confronti dell’imputato alloglotto. La traduzione è una condizione necessaria affinché l’imputato possa comprendere il contenuto della decisione e decidere consapevolmente se impugnarla.

Il Diritto all’Impugnazione Consapevole

La Corte ha ribadito che il diritto di difesa, tutelato dalla Costituzione e dalle convenzioni internazionali, deve essere effettivo. Senza la comprensione delle motivazioni della sentenza, l’imputato non può spiegare al proprio difensore le ragioni del suo dissenso, rendendo l’impugnazione un mero esercizio formale. La traduzione è quindi funzionale a garantire un esercizio consapevole del diritto di impugnazione.

Quando Decorrono i Termini?

La sentenza chiarisce un punto procedurale fondamentale: i termini per impugnare, per il solo imputato che non comprende l’italiano, decorrono esclusivamente dal momento in cui egli ha conoscenza del provvedimento nella lingua a lui nota. Se la traduzione viene depositata oltre i termini ordinari, è necessaria una specifica notifica dell’avviso di deposito della sentenza tradotta all’imputato. Solo da quel momento inizierà a decorrere il tempo utile per presentare ricorso.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

La decisione della Cassazione ha importanti implicazioni pratiche. In primo luogo, rafforza la tutela dei diritti degli imputati stranieri, assicurando che le barriere linguistiche non si trasformino in ostacoli insormontabili all’accesso alla giustizia. In secondo luogo, offre una guida chiara agli operatori del diritto: di fronte a una sentenza non tradotta e dichiarata erroneamente irrevocabile, lo strumento corretto per contestarla è l’incidente di esecuzione. Infine, la Corte ha annullato l’ordinanza impugnata e ha rimandato gli atti alla Corte di Appello di Salerno, che dovrà ora verificare se e quando la traduzione sia stata eseguita e notificata, per determinare se il titolo esecutivo sia effettivamente efficace e se la pena possa essere eseguita.

Cosa succede se una sentenza penale non viene tradotta nella lingua dell’imputato?
Se la sentenza non viene tradotta, il termine per proporre impugnazione non inizia a decorrere per l’imputato che non conosce la lingua italiana. La sentenza non diventa irrevocabile nei suoi confronti finché non gli viene data la possibilità di comprenderla.

La mancata traduzione della sentenza è un motivo di nullità?
No, secondo la giurisprudenza citata, la mancata traduzione non configura un’ipotesi di nullità dell’atto, né assoluta né a regime intermedio. Essa incide sull’efficacia dell’atto, non sulla sua validità.

Quale strumento legale deve usare l’imputato per far valere il difetto di traduzione di una sentenza dichiarata irrevocabile?
L’imputato deve utilizzare l’incidente di esecuzione, previsto dall’art. 670 del codice di procedura penale, per contestare l’efficacia del titolo esecutivo, deducendo che la sentenza è stata erroneamente dichiarata irrevocabile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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