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Sentenza de plano: annullata per violazione della difesa

Un imputato, condannato in primo grado, si vede dichiarare la prescrizione del reato dalla Corte d’Appello con una sentenza de plano, ovvero senza fissare un’udienza. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, affermando che la procedura viola il diritto al contraddittorio e alla difesa dell’imputato, il quale deve sempre avere la possibilità di interloquire, anche per puntare a un’assoluzione nel merito.

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Pubblicato il 29 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sentenza de Plano e Diritto di Difesa: La Cassazione Annulla la Prescrizione Senza Udienza

Una recente pronuncia della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cardine del nostro sistema processuale: il diritto al contraddittorio. La Corte ha annullato una sentenza de plano con cui una Corte d’Appello aveva dichiarato la prescrizione di un reato senza fissare alcuna udienza, riformando così una condanna di primo grado. Questa decisione sottolinea come la necessità di efficienza processuale non possa mai sacrificare le garanzie difensive fondamentali dell’imputato.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine dalla condanna in primo grado di un individuo per il reato di cui all’art. 73 del D.Lgs. 159/2011. L’imputato aveva violato la misura di prevenzione a cui era sottoposto, guidando un veicolo pur essendo privo di patente, in quanto revocatagli. Contro questa decisione, l’imputato proponeva appello, contestando la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.) e la mancata concessione delle attenuanti generiche.

La Corte d’Appello, tuttavia, rilevava che nel frattempo era maturato il termine di prescrizione del reato. Anziché fissare un’udienza per discutere il caso con le parti, il giudice di secondo grado emetteva una sentenza de plano, ovvero una decisione presa sulla base dei soli atti, dichiarando l’estinzione del reato. Contro questa pronuncia, l’imputato ha presentato ricorso per Cassazione, lamentando l’abnormità e la nullità assoluta della sentenza per violazione del contraddittorio.

Il Principio Affermato dalla Cassazione sulla Sentenza de Plano

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, annullando la sentenza impugnata e rinviando gli atti alla stessa Corte d’Appello per la celebrazione di un regolare giudizio. La Suprema Corte ha ribadito un orientamento ormai consolidato, rafforzato da una pronuncia della Corte Costituzionale (sentenza n. 111/2022).

Il punto centrale è che nel giudizio d’appello non è ammessa la pronuncia di una sentenza predibattimentale di proscioglimento. La procedura d’appello non prevede un rinvio all’art. 469 c.p.p. (che regola i proscioglimenti prima del dibattimento in primo grado). L’obbligo del giudice di dichiarare immediatamente una causa di non punibilità, come la prescrizione, ai sensi dell’art. 129 c.p.p., presuppone sempre un esercizio della giurisdizione nel pieno rispetto del contraddittorio.

La Violazione del Diritto di Difesa

Emettere una sentenza de plano in appello, specialmente per dichiarare la prescrizione, lede gravemente il diritto di difesa. L’imputato, infatti, potrebbe avere interesse a rinunciare alla prescrizione per ottenere un’assoluzione con una formula più favorevole, come “il fatto non sussiste” o “l’imputato non lo ha commesso”. Tale risultato, che cancella ogni ombra di colpevolezza, può essere raggiunto solo attraverso un’udienza in cui la difesa possa esporre le proprie argomentazioni.

La Corte Costituzionale ha chiarito che l’interesse a impugnare una simile sentenza non può essere negato. Il sacrificio del contraddittorio e del diritto di difesa costituisce un pregiudizio processuale che deve essere rimosso, a prescindere da una prognosi sull’esito del giudizio di rinvio. Esiste una presunzione assoluta di pregiudizio quando viene negata alle parti la possibilità di interloquire in udienza.

Le Motivazioni della Corte

Le motivazioni della Corte di Cassazione si fondano su due pilastri. Il primo è il richiamo alle Sezioni Unite, che avevano già stabilito l’impossibilità di una pronuncia predibattimentale in appello. Il secondo, e decisivo, è l’intervento della Corte Costituzionale, che ha dichiarato l’illegittimità dell’art. 568, comma 4, c.p.p. nella parte in cui veniva interpretato come causa di inammissibilità del ricorso per carenza di interesse in casi come questo. L’interesse dell’imputato a un “giusto processo” (art. 111 Cost.) e a una piena esplicazione delle sue difese prevale sulle esigenze di celerità. La pronuncia “de plano” impedisce all’imputato di esercitare diritti fondamentali, come la rinuncia alla prescrizione o la richiesta di un proscioglimento nel merito. Pertanto, la violazione procedurale è di per sé sufficiente a giustificare l’annullamento della sentenza.

Conclusioni

La sentenza in commento rafforza le garanzie difensive nel processo penale d’appello. Stabilisce in modo inequivocabile che una causa di estinzione del reato, come la prescrizione, non può essere dichiarata con una sentenza de plano che bypassi l’udienza e il confronto tra le parti. Il diritto al contraddittorio è un valore non negoziabile del giusto processo, la cui violazione comporta la nullità della decisione, indipendentemente dal suo contenuto favorevole all’imputato. La decisione assicura che ogni imputato abbia sempre la possibilità di cercare la piena assoluzione nel merito, piuttosto che accontentarsi di un proscioglimento per prescrizione ottenuto senza un adeguato dibattito processuale.

Una Corte d’Appello può dichiarare un reato prescritto senza fissare un’udienza?
No. Secondo la Corte di Cassazione, nel giudizio d’appello non è consentito pronunciare una sentenza predibattimentale o “de plano” per dichiarare la prescrizione. Tale procedura viola il principio del contraddittorio e il diritto di difesa dell’imputato.

Perché è importante per un imputato opporsi a una dichiarazione di prescrizione emessa senza udienza?
L’imputato ha un interesse concreto a opporsi perché potrebbe puntare a un’assoluzione nel merito con una formula più ampiamente liberatoria (ad esempio, “perché il fatto non sussiste”). Tale formula cancella ogni dubbio sulla sua colpevolezza, a differenza della prescrizione, che estingue solo il reato per il decorso del tempo. L’udienza è l’unica sede in cui può far valere questo diritto.

Qual è la conseguenza di una sentenza de plano emessa in violazione del contraddittorio?
La conseguenza è la nullità assoluta e insanabile della sentenza. La Corte di Cassazione, se investita della questione, deve annullare la decisione e trasmettere gli atti al giudice d’appello affinché provveda a fissare un’udienza e a celebrare un regolare giudizio nel rispetto dei diritti delle parti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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