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Scomputo pena: obbligo di dimora e suoi limiti

La Corte di Cassazione ha stabilito che il periodo trascorso in obbligo di dimora, anche con la prescrizione di non allontanarsi da casa nelle ore notturne, non è deducibile dalla pena da scontare. Tale scomputo pena è possibile solo se le restrizioni imposte sono talmente arbitrarie da rendere la misura assimilabile agli arresti domiciliari, circostanza esclusa nel caso di specie.

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Pubblicato il 22 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Scomputo Pena: la Cassazione nega la detrazione per l’Obbligo di Dimora con Coprifuoco

Il tema dello scomputo pena è cruciale nel diritto processuale penale, poiché riguarda la possibilità di detrarre dalla condanna definitiva i periodi di restrizione della libertà subiti durante il processo. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato un caso specifico: il periodo trascorso in obbligo di dimora, con l’aggiunta di una prescrizione di permanenza domiciliare notturna, può essere sottratto dalla pena da eseguire? La risposta dei giudici è stata negativa, tracciando una linea netta tra misure non custodiali e misure detentive.

I Fatti del Caso

Un soggetto, condannato con sentenza definitiva, aveva trascorso un periodo di tre anni e quattro giorni sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di dimora. A questa misura era stata aggiunta una prescrizione specifica: il divieto di allontanarsi dalla propria abitazione dalle ore 20:00 alle ore 7:00. L’interessato ha quindi presentato un’istanza alla Corte di assise di appello per ottenere lo scomputo pena, sostenendo che tale prescrizione, per la sua natura ‘aggressiva’, avesse di fatto trasformato la misura in una di carattere custodiale, assimilabile agli arresti domiciliari. La Corte di appello, però, rigettava la richiesta.

La Decisione della Corte di Cassazione

Investita della questione, la Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 37189/2024, ha dichiarato il ricorso infondato, confermando la decisione dei giudici di merito. La Corte ha ribadito un principio consolidato nella giurisprudenza di legittimità: l’obbligo di dimora, di per sé, non è una misura fungibile con la pena detentiva ai fini dello scomputo. Le restrizioni che lo accompagnano possono renderlo tale solo in circostanze eccezionali.

Le Motivazioni: la distinzione cruciale per lo scomputo pena

La Corte ha spiegato che lo scomputo pena è previsto solo per le misure che privano della libertà personale. L’obbligo di dimora, invece, limita la libertà di circolazione, non quella personale in senso stretto. La questione centrale diventa quindi stabilire se le prescrizioni accessorie, come il coprifuoco notturno, snaturino la misura fino a renderla de facto una forma di arresti domiciliari.

Secondo i giudici, questo avviene solo quando l’imposizione di tali obblighi è arbitraria e talmente gravosa da essere assimilabile al regime degli arresti domiciliari. Nel caso esaminato, la Corte ha ritenuto che la prescrizione di permanenza notturna non fosse arbitraria. Al contrario, era giustificata da specifiche esigenze di cautela, dato il profilo del condannato e l’entità della pena. Inoltre, la prescrizione non impediva all’interessato, durante le ore diurne, di ‘interagire con la sua naturale sfera territoriale o di intessere relazioni sociali’. Di conseguenza, la misura non aveva assunto un carattere ‘surrettiziamente custodiale’.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La sentenza consolida un orientamento importante: per ottenere lo scomputo pena, non è sufficiente dimostrare di aver subito una limitazione della propria libertà, ma è necessario provare che tale limitazione sia stata così intensa e ingiustificata da equivalere a una vera e propria detenzione. Le prescrizioni accessorie, come il divieto di uscire di notte, se motivate da concrete esigenze cautelari e se non annullano completamente la possibilità di vita sociale, non sono sufficienti a trasformare una misura non custodiale in una detentiva. Questa decisione serve da guida per distinguere le diverse gradazioni di restrizioni personali e le loro conseguenze sull’esecuzione della pena.

È possibile ottenere lo scomputo dalla pena per il periodo trascorso in obbligo di dimora?
No, secondo la giurisprudenza costante della Cassazione, la misura cautelare dell’obbligo di dimora non è fungibile con la pena detentiva e, di regola, non può essere detratta dalla pena finale da scontare.

In quali circostanze eccezionali l’obbligo di dimora può essere scomputato dalla pena?
Lo scomputo è ammissibile solo se la misura è accompagnata dall’imposizione ‘arbitraria’ di obblighi talmente gravosi da renderla di fatto assimilabile al regime degli arresti domiciliari, privando il soggetto di quasi ogni libertà personale.

La prescrizione di rimanere a casa durante le ore notturne rende automaticamente l’obbligo di dimora una misura detentiva?
No. Se tale prescrizione è motivata da esigenze di cautela e non impedisce al soggetto di mantenere relazioni sociali e interagire con il proprio ambiente durante il resto della giornata, la misura non assume carattere custodiale e non è quindi soggetta a scomputo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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