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Sanzioni sostitutive: il termine per la richiesta

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato che aveva richiesto l’applicazione di sanzioni sostitutive alla pena detentiva. La richiesta è stata presentata solo sette giorni prima dell’udienza d’appello, violando il termine perentorio di quindici giorni previsto dall’art. 598-bis c.p.p. per il rito cartolare. La Corte ha sottolineato che il mancato rispetto di questo termine procedurale rende il motivo di ricorso inammissibile fin dall’origine, con conseguente condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 1 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sanzioni Sostitutive: Rispettare i Termini è Fondamentale

Nel processo penale, il rispetto dei termini procedurali non è una mera formalità, ma un requisito essenziale per la validità degli atti. Una recente sentenza della Corte di Cassazione lo ribadisce con forza, specialmente in relazione alla richiesta di sanzioni sostitutive alla detenzione. La decisione in esame chiarisce che una richiesta presentata in ritardo, anche solo di pochi giorni, è destinata a essere dichiarata inammissibile, precludendo ogni possibilità di valutazione nel merito. Analizziamo questo caso per comprendere le regole da seguire e gli errori da evitare.

I Fatti del Caso

Un imputato, condannato in primo grado dal Tribunale e la cui pena era stata parzialmente riformata dalla Corte d’Appello, decideva di ricorrere in Cassazione. Il motivo centrale del suo ricorso era la mancata valutazione, da parte del giudice d’appello, di un’istanza volta a ottenere la sostituzione della pena detentiva con una delle sanzioni alternative previste dalla legge.

Il punto cruciale della vicenda risiede nella tempistica: la richiesta di applicazione delle sanzioni sostitutive era stata formalizzata dall’imputato con le conclusioni difensive depositate il 5 marzo 2025, in vista dell’udienza d’appello (celebrata con rito cartolare) fissata per il 12 marzo 2025. La richiesta, quindi, era stata presentata appena sette giorni prima della data stabilita per la decisione.

La Decisione della Corte di Cassazione sulle Sanzioni Sostitutive

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un’interpretazione rigorosa delle norme procedurali introdotte dalla recente riforma legislativa. Secondo i giudici, la richiesta dell’imputato era irrimediabilmente tardiva e, di conseguenza, il relativo motivo di appello era inammissibile fin dall’origine (ab origine). Questa inammissibilità originaria ha impedito alla Corte d’Appello di pronunciarsi sulla richiesta e, di riflesso, ha reso infondato il successivo ricorso per cassazione.

Le Motivazioni della Sentenza

Il cuore della motivazione risiede nell’articolo 598-bis, comma 1-bis, del codice di procedura penale. Questa norma, applicabile ai giudizi di appello celebrati con rito cartolare (cioè basati solo su atti scritti), stabilisce un termine perentorio: la richiesta di applicare una sanzione sostitutiva deve essere presentata, a pena di decadenza, almeno quindici giorni prima dell’udienza.

Nel caso di specie, l’imputato ha depositato la sua richiesta solo sette giorni prima, violando palesemente il termine di legge. La Corte ha chiarito che le norme transitorie più flessibili, previste in una prima fase della riforma, non erano più applicabili al momento dei fatti. Pertanto, l’unico riferimento normativo valido era la nuova e più stringente disciplina.

La Cassazione ha inoltre specificato che, essendo il motivo di appello inammissibile fin dal principio a causa della tardività, un eventuale accoglimento del ricorso e un rinvio al giudice d’appello non avrebbero potuto portare a un esito diverso. Il giudice del rinvio, infatti, si sarebbe trovato di fronte alla stessa richiesta tardiva e non avrebbe potuto fare altro che dichiararla nuovamente inammissibile. Per questo motivo, il ricorso è stato respinto, con condanna dell’imputato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione di tremila euro a favore della Cassa delle Ammende.

Le Conclusioni

Questa sentenza offre una lezione chiara e inequivocabile: nel contesto delle riforme processuali, la massima attenzione ai termini è cruciale. La possibilità di accedere a benefici come le sanzioni sostitutive è subordinata al rispetto di scadenze precise, la cui violazione comporta conseguenze procedurali insanabili. Per gli imputati e i loro difensori, è fondamentale conoscere e applicare scrupolosamente le nuove disposizioni per non vanificare diritti che, se esercitati correttamente, potrebbero incidere significativamente sull’esecuzione della pena.

Entro quale termine si deve chiedere l’applicazione di sanzioni sostitutive nel giudizio di appello con rito cartolare?
Secondo l’art. 598-bis, comma 1-bis, del codice di procedura penale, la richiesta deve essere presentata, a pena di decadenza, almeno quindici giorni prima della data fissata per l’udienza.

Cosa succede se la richiesta di sanzione sostitutiva viene presentata in ritardo?
La richiesta è considerata tardiva e il motivo di appello su cui si fonda è dichiarato inammissibile fin dall’origine. Di conseguenza, il giudice non può esaminare la richiesta nel merito.

Quali sono le conseguenze della dichiarazione di inammissibilità del ricorso per cassazione?
Come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale, la declaratoria di inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e di una somma di denaro a titolo di sanzione pecuniaria in favore della Cassa delle Ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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