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Sanzione pecuniaria ricusazione: basta l’inammissibilità

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 18752/2025, ha stabilito che la condanna al pagamento di una sanzione pecuniaria per la ricusazione di un giudice, dichiarata inammissibile, non necessita di una motivazione autonoma. Secondo i giudici, la motivazione è implicita nella stessa declaratoria di inammissibilità della richiesta, specialmente se questa è palesemente infondata. Il ricorso dell’imputato è stato quindi respinto.

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Pubblicato il 3 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sanzione Pecuniaria per Ricusazione Inammissibile: Non Serve Motivazione Specifica

La Corte di Cassazione, con una recente sentenza, ha affrontato un’importante questione procedurale: la necessità di una motivazione specifica per la sanzione pecuniaria ricusazione prevista in caso di declaratoria di inammissibilità dell’istanza. Questa pronuncia chiarisce che la motivazione può essere considerata implicita nella stessa decisione di inammissibilità, offrendo spunti fondamentali per la prassi forense.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un’ordinanza della Corte d’appello che dichiarava inammissibile un’istanza di ricusazione presentata da un imputato nei confronti di un giudice del Tribunale. Oltre a respingere la richiesta, la Corte d’appello condannava l’istante al pagamento di una sanzione pecuniaria di mille euro in favore della Cassa delle ammende.

L’imputato decideva di ricorrere per Cassazione, lamentando un vizio di motivazione. A suo dire, l’ordinanza impugnata non conteneva alcuna argomentazione a sostegno della condanna al pagamento della sanzione, violando così le disposizioni dell’art. 44 del codice di procedura penale.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, ritenendolo infondato. I giudici di legittimità hanno affermato un principio di diritto di notevole importanza pratica: il provvedimento con cui il giudice, in applicazione dell’art. 44 c.p.p., condanna la parte che ha proposto la ricusazione al pagamento di una somma, è un provvedimento discrezionale che si considera sufficientemente motivato dalla stessa declaratoria di inammissibilità dell’istanza. Non è quindi necessaria un’autonoma e specifica motivazione sulla sanzione.

La Motivazione della Sanzione Pecuniaria Ricusazione

La Corte ha spiegato che, sebbene nel caso di specie non vi fosse un’espressa motivazione riferita alla sanzione, le ragioni della condanna erano rinvenibili implicitamente nella valutazione negativa dell’istanza di ricusazione. La dichiarazione di inammissibilità, soprattutto quando fondata su ragioni di manifesta infondatezza o pretestuosità, porta con sé un giudizio di abuso dello strumento processuale.

Questo giudizio negativo è di per sé sufficiente a giustificare l’esercizio del potere discrezionale del giudice di irrogare la sanzione pecuniaria. La finalità della norma, infatti, è proprio quella di sanzionare l’uso improprio dell’istituto della ricusazione, che può essere strumentalizzato per finalità meramente dilatorie o per intralciare il corretto svolgimento del processo. Pertanto, la valutazione che porta a dichiarare inammissibile la richiesta è la stessa che fonda, in modo implicito ma chiaro, la decisione di applicare la sanzione.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa sentenza consolida un orientamento giurisprudenziale volto a preservare l’efficienza del processo penale. Stabilendo che la motivazione della sanzione pecuniaria ricusazione può essere implicita nella declaratoria di inammissibilità, la Cassazione invia un chiaro messaggio: l’istituto della ricusazione deve essere utilizzato con serietà e solo in presenza di fondati dubbi sull’imparzialità del giudice. La presentazione di istanze palesemente infondate o pretestuose non solo sarà respinta, ma comporterà anche conseguenze economiche per il proponente, senza che il giudice debba fornire un’ulteriore e specifica giustificazione per la sanzione irrogata. Per gli operatori del diritto, ciò significa dover valutare con ancora maggiore scrupolo i presupposti di un’istanza di ricusazione, al fine di evitare conseguenze pregiudizievoli per i propri assistiti.

È necessaria una motivazione specifica per la condanna al pagamento di una sanzione pecuniaria in caso di ricusazione inammissibile?
No, secondo la Corte di Cassazione, il provvedimento discrezionale che condanna al pagamento della sanzione si considera sufficientemente motivato dalla stessa dichiarazione di inammissibilità della richiesta di ricusazione.

A cosa serve la sanzione pecuniaria prevista dall’art. 44 del codice di procedura penale?
La sanzione ha lo scopo di scoraggiare la presentazione di istanze di ricusazione palesemente infondate o proposte per finalità dilatorie, che potrebbero rallentare o intralciare il corretto svolgimento del processo.

In questo caso specifico, perché la Corte ha ritenuto sufficiente la motivazione implicita?
La Corte ha osservato che, sebbene mancasse una motivazione espressa sulla sanzione, la declaratoria di inammissibilità della ricusazione conteneva in sé le ragioni (come la manifesta infondatezza) che giustificavano anche l’imposizione della sanzione pecuniaria a carico del ricorrente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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