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Sanzione pecuniaria estera: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un’automobilista contro il riconoscimento in Italia di una sanzione pecuniaria estera per eccesso di velocità, emessa in Austria. I motivi, incentrati su una presunta omessa notifica al difensore e sulla natura amministrativa dell’autorità austriaca, sono stati respinti. La Corte ha stabilito che non vi era alcun difetto di notifica e che le contestazioni sulla natura dell’autorità emittente e sulle prove dovevano essere sollevate in appello, non per la prima volta in Cassazione. La sentenza conferma la validità del riconoscimento di sanzioni amministrative UE, purché sia garantita l’impugnazione davanti a un’autorità giudiziaria.

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Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sanzione Pecuniaria Estera: Quando il Ricorso in Cassazione è Inammissibile

Il principio del reciproco riconoscimento delle decisioni giudiziarie all’interno dell’Unione Europea semplifica l’esecuzione delle sentenze tra gli Stati membri. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 2145 del 2024, offre importanti chiarimenti sui limiti dell’impugnazione in Italia di una sanzione pecuniaria estera. Il caso riguardava una multa per eccesso di velocità comminata in Austria e la successiva procedura di riconoscimento avviata dalla Corte di Appello di Napoli. L’analisi della Suprema Corte definisce i confini tra questioni procedurali e di merito, stabilendo quando un ricorso è destinato all’inammissibilità.

I Fatti di Causa

Una cittadina veniva condannata dalle autorità austriache al pagamento di una sanzione pecuniaria per un’infrazione al codice della strada, specificamente per superamento dei limiti di velocità. La Corte di Appello di Napoli, in applicazione del D.Lgs. n. 37 del 2016, dichiarava la sussistenza delle condizioni per il riconoscimento di tale decisione in Italia. Avverso questa ordinanza, l’interessata proponeva ricorso per cassazione tramite il suo difensore, sollevando due principali motivi di doglianza.

I Motivi del Ricorso

La difesa della ricorrente basava l’impugnazione su due argomenti principali, uno di natura procedurale e l’altro di merito.

Violazione Procedurale: La Notifica al Difensore

Il primo motivo lamentava una violazione di legge per l’omessa notifica dell’avviso di fissazione dell’udienza decisiva al difensore di fiducia. Secondo la ricorrente, nonostante la nomina di un legale di fiducia fosse stata depositata in un’udienza precedente, la Corte di Appello non lo aveva avvisato del successivo rinvio, nominando invece un difensore d’ufficio. Tale vizio procedurale, a dire della difesa, avrebbe dovuto comportare la nullità dell’ordinanza impugnata.

Violazione di Legge: La Natura dell’Autorità Straniera

Il secondo motivo contestava la legittimità della decisione austriaca. Si sosteneva che la sanzione provenisse da un’autorità di polizia e non da un’autorità giudiziaria, senza che fossero garantiti i principi fondamentali del diritto di difesa previsti dall’ordinamento italiano. Inoltre, venivano sollevati dubbi sulla conformità e l’autorizzazione delle apparecchiature utilizzate per rilevare l’infrazione.

L’Analisi della Corte di Cassazione e la sanzione pecuniaria estera

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, smontando entrambe le argomentazioni difensive. La decisione si fonda su una rigorosa applicazione delle norme procedurali e dei principi che governano il riconoscimento delle decisioni straniere.

Le Motivazioni della Decisione

Per quanto riguarda il primo motivo, la Corte ha ritenuto la censura manifestamente infondata. Dall’esame degli atti è emerso che il difensore di fiducia era presente all’udienza in cui era stato disposto il rinvio. Essendo stato reso edotto direttamente del rinvio, non sussisteva alcun obbligo per la Corte di merito di notificargli formalmente l’avviso per l’udienza successiva. La sua assenza era quindi una scelta che non inficiava la validità del procedimento.

Relativamente al secondo motivo, la Cassazione ha evidenziato come le questioni sollevate fossero precluse in sede di legittimità. I rilievi sulla natura dell’autorità austriaca e sull’affidabilità degli strumenti di misurazione sono questioni che avrebbero dovuto essere sottoposte alla Corte di Appello. Introdurle per la prima volta in Cassazione rappresenta un tentativo inammissibile di ottenere un nuovo giudizio di fatto. La Corte ha inoltre precisato un punto cruciale del sistema di reciproco riconoscimento: sia la normativa europea (Decisione quadro 2005/214/GAI) che quella nazionale di attuazione contemplano espressamente la possibilità di riconoscere decisioni emesse da autorità amministrative. La condizione essenziale, pienamente rispettata nel caso di specie come attestato dal certificato in atti, è che la procedura preveda la possibilità di impugnare la decisione davanti a un’autorità giudiziaria.

Conclusioni

La sentenza in esame ribadisce due principi fondamentali. In primo luogo, la diligenza processuale impone che tutte le contestazioni, specialmente quelle che richiedono accertamenti fattuali, vengano sollevate nel giudizio di merito. Introdurre nuovi elementi in sede di legittimità conduce inevitabilmente all’inammissibilità del ricorso. In secondo luogo, il meccanismo di riconoscimento di una sanzione pecuniaria estera nell’Unione Europea è pienamente legittimo anche quando la sanzione proviene da un’autorità amministrativa, a patto che sia sempre garantito il diritto a un successivo controllo da parte di un giudice. Questa decisione consolida la fiducia e l’efficacia del sistema di cooperazione giudiziaria europea, chiarendo i limiti e le modalità di impugnazione delle sanzioni transfrontaliere.

È necessaria una nuova notifica al difensore di fiducia se un’udienza viene rinviata in sua presenza?
No, la Cassazione ha chiarito che se il difensore è presente all’udienza in cui viene disposto il rinvio, viene considerato legalmente a conoscenza della nuova data. Pertanto, la cancelleria non ha l’obbligo di effettuare una nuova notifica formale dell’avviso di rinvio.

Si può contestare per la prima volta in Cassazione la natura amministrativa dell’autorità estera che ha emesso una sanzione?
No, tali questioni, che implicano accertamenti sui fatti e sull’ordinamento straniero, devono essere sollevate nei gradi di merito, come davanti alla Corte di appello. Introdurle per la prima volta in Cassazione rende il motivo di ricorso inammissibile, poiché la Corte di Cassazione giudica solo sulla corretta applicazione della legge (giudizio di legittimità) e non sui fatti.

Una sanzione pecuniaria emessa da un’autorità di polizia di un altro Stato UE può essere riconosciuta in Italia?
Sì, la normativa europea e quella italiana di attuazione lo consentono. La condizione fondamentale, come specificato dalla Corte, è che la procedura dello Stato estero preveda la possibilità per il cittadino di impugnare la decisione amministrativa davanti a un’autorità giudiziaria, garantendo così il diritto alla tutela giurisdizionale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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