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Sanatoria edilizia: limiti in area con vincolo

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 20071/2025, annulla una decisione di merito che aveva dichiarato estinti reati edilizi e paesaggistici. La Corte chiarisce che la demolizione di un’opera abusiva, se ordinata dall’autorità, non è ‘spontanea’ e quindi non estingue il reato paesaggistico. Inoltre, la sanatoria edilizia è preclusa per opere in area vincolata che abbiano creato nuove superfici utili, rendendo illegittimo anche un eventuale parere favorevole di compatibilità paesaggistica rilasciato postumo.

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Pubblicato il 29 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Sanatoria Edilizia in Area Vincolata: la Cassazione Fa Chiarezza

Ottenere una sanatoria edilizia per abusi commessi in aree soggette a vincolo paesaggistico è una strada complessa e piena di ostacoli. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 20071/2025) ha ribadito i rigidi paletti normativi, annullando una decisione di un tribunale di merito che aveva erroneamente dichiarato estinti i reati edilizi e paesaggistici. La pronuncia offre importanti chiarimenti sulla differenza tra demolizione spontanea e ordinata e sull’impossibilità di sanare opere che creano nuove superfici in zone protette.

Il Caso: Abusi Edilizi e Presunta Estinzione dei Reati

Il caso riguardava due persone imputate per la realizzazione di diverse opere abusive in un’area soggetta a vincolo. Le opere contestate includevano un manufatto di 60 mq, una tettoia di 16 mq e un’altra opera pertinenziale di 35 mq. Il tribunale di primo grado aveva dichiarato il non doversi procedere, ritenendo i reati estinti per due ragioni distinte:
1. Per il manufatto di 60 mq, a seguito della sua demolizione e della “rimessione in pristino” dell’area.
2. Per le altre due opere, a seguito di una presunta “intervenuta sanatoria”.

Il Procuratore Generale presso la Corte di Appello ha impugnato questa decisione, sostenendo che la valutazione del tribunale fosse giuridicamente errata su tutta la linea.

I Motivi del Ricorso: Perché la Sanatoria Edilizia era Illegittima

Il ricorso del Procuratore si basava su argomenti solidi:
* Demolizione non spontanea: La demolizione del manufatto da 60 mq non era stata un atto volontario, ma era avvenuta “in ottemperanza all’ordinanza del Comune”. La legge (art. 181, comma 1-quinquies, D.Lgs. 42/2004) prevede l’estinzione del solo reato paesaggistico solo in caso di rimessione in pristino spontanea, non coatta.
* Nessuna sanatoria edilizia: Per le altre opere non era mai stato rilasciato un permesso di costruire in sanatoria (ex art. 36 DPR 380/01). Esistevano solo delle istanze e un parere di compatibilità paesaggistica, atti insufficienti a estinguere il reato edilizio.
* Impossibilità della sanatoria paesaggistica: Le opere (una tettoia e un’altra pertinenza) avevano creato nuove “superfici utili”, una tipologia di abuso che la legge esclude esplicitamente dalla possibilità di ottenere una autorizzazione paesaggistica postuma.

La Decisione della Cassazione sulla Sanatoria Edilizia in Area Vincolata

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente il ricorso del Procuratore, annullando la sentenza impugnata. Gli Ermellini hanno ribadito principi fondamentali in materia di abusi edilizi e paesaggistici, smontando pezzo per pezzo la decisione del primo giudice.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha chiarito diversi punti cruciali. Innanzitutto, la demolizione di un’opera abusiva non estingue il reato edilizio, le cui cause estintive sono tassativamente previste (condono, sanatoria). Per quanto riguarda il reato paesaggistico, l’estinzione è possibile solo se la rimessione in pristino è genuinamente spontanea e non eseguita per obbedire a un ordine amministrativo, come nel caso di specie. La demolizione coatta non ha alcuna efficacia premiale.

In secondo luogo, e con particolare enfasi, la Corte ha affrontato il tema della sanatoria edilizia in area vincolata. Il rilascio di un permesso di costruire in sanatoria è strettamente subordinato alla conformità dell’opera agli strumenti urbanistici. In un’area protetta, ciò richiede anche un’autorizzazione paesaggistica valida. Tuttavia, la legge vieta espressamente il rilascio di un’autorizzazione paesaggistica postuma per interventi che abbiano comportato la creazione di superfici utili o nuovi volumi. Di conseguenza, poiché le opere da 35 e 16 mq rientravano in questa categoria, non avrebbero mai potuto ottenere una sanatoria paesaggistica. Senza quest’ultima, anche l’eventuale rilascio di un permesso di costruire in sanatoria sarebbe stato illegittimo e inefficace. Il parere di “compatibilità paesaggistica” rilasciato dal Comune, in questo contesto, è stato ritenuto in netto contrasto con le norme vigenti, al punto da poter integrare un’ipotesi di falsità.

Conclusioni: le Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza riafferma un principio di rigore assoluto: la tutela del paesaggio non ammette sanatorie tardive per abusi significativi. Per i cittadini e i professionisti, le implicazioni sono chiare:
1. La demolizione di un’opera abusiva non è una scorciatoia per estinguere il reato edilizio. Anzi, se non è spontanea, non estingue neppure quello paesaggistico.
2. In area vincolata, la possibilità di ottenere una sanatoria edilizia è estremamente limitata. Qualsiasi intervento che modifichi la sagoma, crei volumi o superfici utili è di fatto insanabile.
3. Non bisogna confondere un parere di compatibilità paesaggistica con una vera e propria sanatoria. Il primo è un atto endoprocedimentale che, se rilasciato al di fuori dei casi consentiti, è privo di valore e non salva dalla demolizione e dalle conseguenze penali.

La demolizione di un’opera abusiva estingue sempre il reato edilizio e paesaggistico?
No. La demolizione può estinguere il solo reato paesaggistico, ma unicamente a condizione che sia ‘spontanea’, ovvero non eseguita a seguito di un ordine dell’autorità. Non estingue mai il reato edilizio, per il quale sono previste altre cause di estinzione come la sanatoria.

È possibile ottenere una sanatoria edilizia per un’opera abusiva costruita in un’area con vincolo paesaggistico?
È estremamente difficile e, nella maggior parte dei casi, impossibile. La sentenza ribadisce che se l’opera abusiva ha creato nuove ‘superfici utili’ o volumi, la sanatoria paesaggistica postuma è esclusa dalla legge. Senza l’autorizzazione paesaggistica, non può essere rilasciato neanche il permesso di costruire in sanatoria.

L’ottenimento di un parere di ‘compatibilità paesaggistica’ da parte del Comune equivale a una sanatoria?
No. La compatibilità paesaggistica è solo una valutazione preliminare che non sostituisce né il permesso di costruire in sanatoria né l’autorizzazione paesaggistica. Come specificato dalla Corte, se rilasciato per abusi maggiori non sanabili, questo parere è illegittimo e non produce alcun effetto estintivo dei reati.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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