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Rogatoria internazionale: quando è illegittima la revoca

La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza di un Giudice per le indagini preliminari che aveva revocato un sequestro conservativo su beni in Italia, richiesto tramite rogatoria internazionale da un’autorità giudiziaria estera. La Corte ha stabilito che il giudice dell’esecuzione non può rivalutare la legittimità della richiesta di assistenza già concessa, ma deve limitarsi a verificare le modalità attuative. La decisione ripristina il sequestro originale, rafforzando i principi di cooperazione giudiziaria internazionale.

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Pubblicato il 23 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rogatoria Internazionale: La Cassazione Annulla la Revoca di un Sequestro

La cooperazione tra Stati in materia di giustizia penale è un pilastro fondamentale per contrastare la criminalità transnazionale. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato l’importanza di rispettare le procedure, chiarendo i limiti del potere del giudice nazionale di fronte a una rogatoria internazionale. Il caso riguarda la revoca di un sequestro conservativo, disposto su richiesta di San Marino, che la Suprema Corte ha ritenuto illegittima, ripristinando la misura cautelare.

I Fatti del Caso: Una Richiesta di Assistenza Giudiziaria

La vicenda trae origine da una richiesta di assistenza giudiziaria avanzata dalle autorità della Repubblica di San Marino verso l’Italia. A seguito di una sentenza di condanna di primo grado per reati come amministrazione infedele e truffa ai danni dello Stato, l’autorità sammarinese aveva chiesto all’Italia di eseguire un sequestro conservativo sui beni di alcuni imputati, a garanzia delle pretese risarcitorie di una banca, costituitasi parte civile nel processo. Inizialmente, il Giudice per le indagini preliminari (GIP) di Firenze aveva accolto la richiesta, disponendo il sequestro su somme di denaro e beni immobili e mobili degli interessati.

La Svolta: La Revoca del Sequestro

Successivamente, gli stessi imputati hanno presentato un’istanza al GIP di Firenze, avviando un incidente di esecuzione per contestare il provvedimento. In questa seconda fase, il giudice ha cambiato orientamento e ha revocato il sequestro precedentemente concesso. La revoca si basava su una serie di motivazioni di diritto, tra cui una presunta errata interpretazione delle convenzioni internazionali applicabili (la Convenzione di Amicizia tra Italia e San Marino del 1939 e la Convenzione europea di assistenza giudiziaria del 1959) e vizi procedurali. Contro questa ordinanza di revoca, la Procura della Repubblica e la banca parte civile hanno proposto ricorso in Cassazione.

La Sentenza della Cassazione sui Limiti della Rogatoria Internazionale

La Corte di Cassazione ha accolto i ricorsi, annullando senza rinvio l’ordinanza di revoca. Questo significa che il provvedimento del GIP è stato cancellato e il sequestro conservativo originario è tornato pienamente efficace. La decisione della Suprema Corte si fonda su un principio cardine della procedura penale internazionale: la distinzione netta tra la fase di valutazione della richiesta di assistenza (il cosiddetto exequatur) e la fase di mera esecuzione.

Il Ruolo Limitato del Giudice dell’Esecuzione

La Corte ha stabilito che, una volta che la richiesta di rogatoria internazionale è stata ritenuta ammissibile, il giudice incaricato della sua materiale esecuzione non ha il potere di rimettere in discussione la legittimità di tale richiesta. Il suo compito è limitato a risolvere problemi attinenti alle modalità concrete di attuazione del provvedimento (in questo caso, il sequestro), non a riesaminarne i presupposti di fondo. Secondo i giudici supremi, gli imputati avevano utilizzato lo strumento dell’incidente di esecuzione in modo improprio, sollevando questioni che avrebbero dovuto essere, semmai, oggetto di altri rimedi, qualora previsti dalla legge.

Le Motivazioni della Corte Suprema

Le motivazioni della sentenza sono dense di riferimenti normativi e giurisprudenziali. La Cassazione ha chiarito che il GIP, nel revocare il sequestro, ha operato una “non consentita rivalutazione dei presupposti fondanti la rogatoria”. In pratica, ha invaso una competenza che non gli spettava.

La Corte ha inoltre affrontato e smontato le ragioni giuridiche su cui si basava la revoca, confermando, sulla scia di un suo precedente specifico sullo stesso caso, che:
1. La Convenzione europea di assistenza giudiziaria (CEAG) fornisce una base giuridica adeguata per l’esecuzione di un sequestro conservativo.
2. Il concetto di “ampia collaborazione” previsto dalla convenzione include anche misure cautelari reali come quella in esame.
3. La comunicazione diretta tra le autorità giudiziarie dei due Stati, senza il passaggio attraverso i rispettivi Ministeri della Giustizia, è consentita per questo tipo di richieste e non costituisce un vizio procedurale.

Pur sollevando dubbi sulla costituzionalità delle norme attuali, che non prevedono un chiaro mezzo di impugnazione contro il provvedimento di exequatur, la Corte ha concluso che in questo specifico caso l’annullamento si imponeva per la palese illegittimità del provvedimento di revoca.

Conclusioni

Questa sentenza riafferma un principio fondamentale per la stabilità e la certezza dei rapporti di cooperazione giudiziaria internazionale. La decisione di accogliere una rogatoria internazionale non può essere rimessa in discussione in modo arbitrario nella successiva fase esecutiva. Il giudice dell’esecuzione ha un ruolo definito e non può trasformarsi in un giudice d’appello sulla decisione di ammissibilità della richiesta. La pronuncia della Cassazione garantisce così che gli impegni internazionali assunti dall’Italia siano rispettati, assicurando al contempo che le procedure interne si svolgano entro i binari di competenza tracciati dalla legge.

Può il giudice dell’esecuzione riesaminare nel merito la legittimità di una rogatoria internazionale già autorizzata?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il giudice dell’esecuzione deve limitarsi a risolvere questioni inerenti alle modalità attuative del provvedimento richiesto (es. il sequestro), ma non può compiere una nuova valutazione dei presupposti di ammissibilità della rogatoria, che sono già stati vagliati nella fase di exequatur.

Qual è lo strumento corretto per contestare l’esecuzione di un sequestro disposto su richiesta di un’autorità estera?
L’incidente di esecuzione (art. 666 c.p.p.) è uno strumento utilizzabile, ma il suo ambito è limitato alle sole questioni che riguardano le modalità di esecuzione del sequestro o l’esistenza del titolo esecutivo, senza poter rimettere in discussione le ragioni di merito che hanno portato all’accoglimento della rogatoria.

La comunicazione diretta tra autorità giudiziarie di stati diversi, senza passare per i ministeri, invalida una richiesta di assistenza?
No. La Corte ha chiarito, in base all’art. 15 della Convenzione europea di assistenza giudiziaria, che le domande di assistenza diverse dalla rogatoria in senso stretto possono essere oggetto di comunicazione diretta tra le autorità giudiziarie, senza che ciò costituisca una violazione di legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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