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Rischio elettivo: non esclude la colpa dell’ente

La Corte di Cassazione ha stabilito che il cosiddetto ‘rischio elettivo’, ovvero la condotta imprudente di una vittima che si espone volontariamente a un pericolo, non è sufficiente a escludere la responsabilità penale degli amministratori pubblici per omicidio colposo. Nel caso specifico, un uomo è deceduto travolto da una piena improvvisa in un’area fluviale resa accessibile al pubblico ma priva di adeguata segnaletica di pericolo. La Corte ha annullato l’assoluzione dei funzionari, sottolineando che l’obbligo di segnalare un pericolo e prevenire l’accesso a zone a rischio è un dovere primario dell’ente pubblico, la cui omissione crea le premesse per l’evento lesivo.

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Pubblicato il 5 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Rischio Elettivo: la Condotta della Vittima Salva l’Ente Pubblico?

La questione della responsabilità in caso di incidenti è spesso complessa, specialmente quando la condotta della vittima appare imprudente. Una recente sentenza della Corte di Cassazione affronta un caso tragico, fornendo chiarimenti cruciali sul concetto di rischio elettivo e sui doveri della pubblica amministrazione. La decisione sottolinea un principio fondamentale: l’omissione di misure di sicurezza da parte di un ente pubblico costituisce la radice della responsabilità, anche di fronte a un comportamento avventato del danneggiato.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda il decesso di un uomo, travolto dalla piena improvvisa di un torrente mentre si trovava in sosta con il suo ciclomotore all’interno dell’alveo del corso d’acqua. L’area, sebbene tecnicamente parte del letto del torrente, era di fatto una strada asfaltata e liberamente accessibile da una via comunale, senza alcuna barriera o segnaletica che avvisasse del grave pericolo idrogeologico. Per anni, questa zona era stata utilizzata come parcheggio o luogo di sosta, creando una falsa percezione di sicurezza.

La Decisione nei Primi Gradi di Giudizio

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano assolto gli imputati – il Direttore dell’Area Tecnica, il Sindaco e il Comandante della Polizia Municipale – dall’accusa di omicidio colposo. Secondo i giudici di merito, la decisione della vittima di fermarsi volontariamente in un luogo di palese pericolosità costituiva un rischio elettivo. Tale condotta, definita altamente imprudente e anomala, era stata ritenuta una causa sopravvenuta da sola sufficiente a determinare l’evento, interrompendo di fatto il nesso causale con le omissioni contestate agli amministratori.

Le Motivazioni della Cassazione e la Responsabilità per Rischio Elettivo

La Corte di Cassazione ha ribaltato questa prospettiva, annullando la sentenza di assoluzione. I giudici supremi hanno chiarito che la valutazione del nesso causale non può prescindere dall’analizzare la condotta omissiva di chi aveva una posizione di garanzia. L’obbligo primario dell’amministrazione comunale era quello di vigilare sull’incolumità dei cittadini, segnalando adeguatamente i pericoli e, se necessario, impedendo l’accesso alle aree a rischio. L’assenza di cartelli, divieti o barriere ha creato le premesse fondamentali perché la tragedia potesse verificarsi. La condotta della vittima, sebbene imprudente, non è stata considerata un evento anomalo o imprevedibile, ma si è inserita in un percorso causale già innescato dalla negligenza dell’ente. La natura palese o occulta del pericolo non incide sull’esistenza dell’obbligo di segnalazione, che ha una portata generale. In sostanza, l’ente non può ‘scaricare’ la propria responsabilità sulla presunta consapevolezza del pericolo da parte del cittadino, soprattutto quando le proprie omissioni hanno contribuito a creare un’apparenza di normalità e sicurezza.

Conclusioni

La sentenza riafferma un principio di civiltà giuridica: la tutela della vita e dell’incolumità pubblica è un dovere inderogabile per gli enti preposti alla gestione del territorio. La condotta imprudente del singolo, pur rilevante, non può diventare un alibi per giustificare l’inerzia della pubblica amministrazione. Il rischio elettivo non spezza il legame causale quando l’omissione dell’ente – come la mancata segnalazione di un pericolo mortale – ha reso possibile l’evento dannoso. Questa decisione serve da monito per tutti gli amministratori: la prevenzione e la corretta informazione sono strumenti essenziali per evitare tragedie e non possono essere sostituite dall’aspettativa che i cittadini agiscano sempre con la massima prudenza.

La condotta imprudente della vittima (rischio elettivo) può escludere completamente la responsabilità di un ente pubblico per un incidente?
No. Secondo la Cassazione, il rischio elettivo non è sufficiente a escludere la responsabilità dell’ente se quest’ultimo ha omesso di adempiere ai propri doveri di sicurezza, come l’installazione di adeguata segnaletica di pericolo. L’omissione dell’ente è considerata la causa originaria che ha reso possibile l’evento.

L’obbligo di segnalare un pericolo vale anche se il pericolo è ‘evidente’ o ‘noto’ alla popolazione locale?
Sì. La Corte ha specificato che la natura palese o occulta del pericolo non elimina l’obbligo di segnalazione in capo all’ente. Questo dovere ha portata generale e serve a proteggere chiunque, indipendentemente dalla sua specifica conoscenza dei luoghi.

Cosa si intende per ‘causa sopravvenuta da sola sufficiente a determinare l’evento’?
È un evento eccezionale, atipico e imprevedibile che si inserisce nel processo causale e lo interrompe, diventando l’unica causa effettiva dell’evento finale. Nel caso esaminato, la Corte ha ritenuto che la condotta della vittima non avesse queste caratteristiche, in quanto il suo comportamento si è inserito in una situazione di pericolo preesistente e non segnalata, creata dall’inerzia dell’ente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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