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Rinvio udienza e assenza difensore: la notifica

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato che lamentava la mancata notifica del rinvio udienza. La Corte chiarisce che il difensore, regolarmente avvisato per la prima udienza ma assente senza giustificato motivo, non ha diritto a una nuova comunicazione formale della data di rinvio, poiché la sua assenza è considerata una scelta processuale.

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Pubblicato il 7 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rinvio Udienza: Cosa Succede se l’Avvocato è Assente?

La notifica degli atti processuali è un pilastro del diritto di difesa. Ma cosa accade se un’udienza viene posticipata e l’avvocato difensore, pur avvisato, non si presenta? Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 11115/2024) offre un chiarimento fondamentale sulla validità del rinvio udienza in assenza del legale, delineando le responsabilità professionali e le conseguenze per l’imputato.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un uomo condannato in primo e secondo grado per il reato di tentata estorsione aggravata. L’imputato, tramite il suo difensore, presenta ricorso in Cassazione basandosi su un unico motivo di natura procedurale: la presunta violazione del diritto di difesa a causa della mancata comunicazione della data di celebrazione del giudizio di appello.

Nello specifico, la prima udienza d’appello, fissata per il 19 gennaio, era stata rinviata al 10 febbraio a causa dell’incompatibilità di due giudici del collegio. La difesa sosteneva di non aver ricevuto una notifica formale della nuova data, determinando così la nullità del procedimento.

Il Motivo del Ricorso: la Mancata Notifica del Rinvio Udienza

L’unico motivo di impugnazione si concentrava sulla violazione di legge derivante dalla presunta omessa comunicazione, all’imputato e al suo difensore, della data fissata per la prosecuzione del giudizio d’appello. Secondo il ricorrente, l’assenza di una notifica formale per il rinvio udienza avrebbe compromesso irrimediabilmente il suo diritto a partecipare al processo e a essere difeso.

La difesa sosteneva che, a seguito del rinvio, la Corte territoriale avrebbe dovuto notificare formalmente la nuova data, e non avendolo fatto, la successiva udienza e la relativa sentenza di conferma della condanna sarebbero state invalide.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha respinto il ricorso, definendolo “manifestamente infondato”. L’analisi dei giudici si è basata su una ricostruzione puntuale degli eventi processuali, che ha dimostrato la correttezza dell’operato della Corte d’Appello.

Innanzitutto, è stato accertato che il difensore era stato regolarmente notificato della data della prima udienza. Successivamente, la cancelleria aveva comunicato via email al legale, il giorno prima dell’udienza, che la stessa sarebbe stata rinviata per incompatibilità del collegio. Nonostante ciò, il difensore aveva scelto di non comparire all’udienza del 19 gennaio, senza addurre alcun legittimo impedimento.

La Cassazione ha ribadito un principio consolidato: quando il difensore, pur regolarmente avvisato, si assenta senza una valida giustificazione, egli non ha diritto a ricevere una notifica formale del verbale di udienza o di un’altra comunicazione relativa al rinvio. La sua assenza è considerata una scelta processuale e il provvedimento di rinvio, adottato “nel contraddittorio delle parti”, è pienamente valido ed efficace anche nei suoi confronti. In sostanza, la parte assente ma non giustificata è considerata come se fosse presente ai fini procedurali.

Inoltre, la Corte ha evidenziato come il difensore avesse comunque avuto notizia della nuova data, poiché la cancelleria gli aveva trasmesso le conclusioni del Procuratore Generale due giorni prima dell’udienza del 10 febbraio. Questa comunicazione, sebbene non una notifica formale, costituiva un’ulteriore prova della conoscenza della data del rinvio udienza.

Le Conclusioni

La sentenza in esame rafforza il principio di auto-responsabilità del difensore nel processo penale. L’assenza ingiustificata a un’udienza di cui si era a conoscenza non può essere utilizzata come pretesto per eccepire vizi procedurali. La Corte di Cassazione ha stabilito che la scelta di non partecipare a un’udienza, anche quando si sa che verrà rinviata, preclude al difensore il diritto di pretendere una successiva notifica formale della nuova data. La decisione ha comportato la dichiarazione di inammissibilità del ricorso e la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di 3.000 euro, a causa della colpa nell’aver promosso un’impugnazione palesemente infondata.

Se un’udienza viene rinviata, l’avvocato assente ha sempre diritto a ricevere una notifica formale della nuova data?
No. Secondo la sentenza, se l’avvocato era stato regolarmente avvisato della prima udienza e si è assentato senza un legittimo impedimento, non ha diritto a una notifica formale del rinvio, poiché si considera rappresentato e il rinvio avviene nel contraddittorio tra le parti.

Qual è la conseguenza di un ricorso basato su un motivo ritenuto “manifestamente infondato”?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Inoltre, la Corte può condannare il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle Ammende, come avvenuto in questo caso con una sanzione di 3.000 euro.

La comunicazione delle conclusioni del Procuratore può valere come avviso della data d’udienza?
Sebbene non sia una notifica formale, la Corte ha considerato la trasmissione delle conclusioni del Procuratore all’avvocato, avvenuta prima della nuova udienza, come un ulteriore elemento che ha messo il difensore a conoscenza della data fissata, rafforzando la tesi della sua volontaria assenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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