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Rinvio pregiudiziale: quando è inammissibile?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un rinvio pregiudiziale sollevato da un G.u.p. sulla competenza per territorio. La sentenza chiarisce che il giudice non può delegare la decisione alla Corte Suprema, ma deve prima compiere una approfondita analisi preliminare, motivando l’impossibilità di risolvere la questione con gli strumenti ordinari. In mancanza di tale analisi, il rinvio pregiudiziale è nullo.

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Pubblicato il 27 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rinvio Pregiudiziale: Non è una Delega di Responsabilità per il Giudice

Con la recente sentenza n. 3758 del 2024, la Corte di Cassazione ha fornito un’importante chiave di lettura sul corretto utilizzo del rinvio pregiudiziale, uno strumento introdotto dalla Riforma Cartabia. La Corte ha stabilito che questo istituto non può essere utilizzato dal giudice di merito come una delega per risolvere complesse questioni di competenza, ma richiede una rigorosa e preliminare analisi.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un’ordinanza del Giudice per l’Udienza Preliminare (G.u.p.) del Tribunale di Udine. Il giudice si trovava a dover decidere su un procedimento complesso che coinvolgeva dodici imputati e trentasette capi di imputazione per reati gravi, tra cui riciclaggio, falsità ideologica e soppressione di atti. Durante l’udienza preliminare, diversi difensori avevano sollevato eccezioni di incompetenza per territorio, sostenendo che la giurisdizione spettasse ai Tribunali di Torre Annunziata, Napoli o Salerno, a seconda delle specifiche condotte contestate ai loro assistiti.

Di fronte a questo scenario frammentato e alle complesse questioni di connessione tra i vari reati, il G.u.p. ha deciso di non pronunciarsi e di attivare d’ufficio il nuovo istituto del rinvio pregiudiziale alla Corte di Cassazione, chiedendo a quest’ultima di risolvere la questione di competenza per l’intero procedimento.

Il Rinvio Pregiudiziale e i Doveri del Giudice

Il rinvio pregiudiziale previsto dall’art. 24-bis del codice di procedura penale è uno strumento finalizzato a risolvere in via anticipata le questioni sulla competenza territoriale, evitando che emergano in fasi più avanzate del processo, con conseguente dispendio di tempo e risorse. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha chiarito che il suo utilizzo è subordinato a precisi doveri da parte del giudice remittente.

Il giudice non può semplicemente “passare la palla” alla Corte Suprema. Al contrario, è tenuto a compiere una preliminare e approfondita delibazione della questione. Deve analizzare le eccezioni sollevate dalle parti, esaminare i criteri normativi (come quelli sulla connessione previsti dagli artt. 12 e 16 c.p.p.) e, solo qualora riscontri una oggettiva impossibilità di risolvere la questione con gli strumenti ordinari, può motivare il rinvio.

Le Motivazioni della Cassazione

Nel caso di specie, la Seconda Sezione Penale ha dichiarato la richiesta di rinvio pregiudiziale inammissibile proprio per la mancanza di questa analisi preliminare. Il G.u.p. di Udine si era limitato ad affermare genericamente l’assenza di un criterio di connessione in grado di collegare tutti gli imputati e tutti i reati, senza però entrare nel dettaglio delle singole posizioni e delle argomentazioni difensive.

Secondo la Cassazione, il giudice ha di fatto “spogliato sé stesso della questione, investendone impropriamente la Corte”. Un simile approccio trasforma il rinvio pregiudiziale da strumento di risoluzione di questioni complesse a una sorta di “delega di legittimità”, snaturandone la funzione. Il giudice di merito deve sempre prendere una posizione, motivando le ragioni della sua scelta e spiegando perché ritiene insuperabili gli ostacoli interpretativi o normativi. In assenza di questo percorso logico-argomentativo, il rinvio è nullo.

Le Conclusioni

La decisione della Suprema Corte è un monito fondamentale per i giudici di merito. Il rinvio pregiudiziale è un istituto potente ma non una scorciatoia. La sua attivazione richiede un’assunzione di responsabilità: il giudice deve prima tentare di risolvere la questione con i propri mezzi, analizzando a fondo il caso. Solo dopo aver motivato in modo specifico l’impossibilità di giungere a una soluzione, può rivolgersi alla Corte di Cassazione. Di conseguenza, gli atti sono stati restituiti al G.u.p. del Tribunale di Udine, che dovrà ora procedere a quella delibazione che era stata omessa, decidendo sulla competenza secondo le regole ordinarie o, in alternativa, formulando un nuovo e motivato rinvio.

Cos’è il rinvio pregiudiziale sulla competenza per territorio?
È uno strumento processuale che permette al giudice di un processo penale di chiedere alla Corte di Cassazione di decidere una questione relativa alla competenza territoriale prima di proseguire con il giudizio, al fine di evitare annullamenti in fasi successive.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile la richiesta del G.u.p.?
La richiesta è stata dichiarata inammissibile perché il G.u.p. non ha svolto una preliminare e approfondita analisi della questione. Si è limitato a constatare la complessità del caso e a delegare la decisione alla Cassazione, senza motivare l’impossibilità di risolverla con gli strumenti normativi ordinari e senza prendere posizione sulle eccezioni sollevate dalle difese.

Cosa deve fare un giudice prima di effettuare un rinvio pregiudiziale?
Il giudice deve analizzare la questione, compiere una delibazione sulla sua non manifesta infondatezza, prendere posizione sulle eccezioni delle parti e motivare in modo specifico perché gli strumenti normativi ordinari non sono sufficienti a risolvere il dubbio sulla competenza. Non può limitarsi a trasferire la questione alla Corte superiore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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