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Rinvio pregiudiziale: quando è inammissibile?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un rinvio pregiudiziale sulla competenza territoriale sollevato dal Tribunale di Milano. La sentenza chiarisce che il giudice non può delegare la decisione alla Corte Suprema senza prima aver condotto un’analisi approfondita e motivato le ragioni che impediscono di risolvere la questione, evidenziando che il rinvio pregiudiziale non è un automatismo processuale.

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Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rinvio Pregiudiziale: La Cassazione Fissa i Paletti

Il rinvio pregiudiziale sulla competenza territoriale, introdotto dall’art. 24-bis del codice di procedura penale, è uno strumento pensato per efficientare la giustizia, evitando che un intero processo venga annullato solo alla fine a causa di un errore iniziale sulla scelta del tribunale competente. Tuttavia, una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 2034/2024) ha chiarito che questo strumento non può essere una scorciatoia per il giudice, il quale non può delegare la sua funzione di analisi e decisione alla Corte Suprema. Vediamo insieme il caso e i principi affermati.

I Fatti del Processo

Il caso riguardava un complesso procedimento penale per reati di associazione per delinquere, truffa aggravata, impiego di denaro di provenienza illecita e autoriciclaggio, legati alla creazione e commercializzazione di finti crediti d’imposta. Il processo era inizialmente incardinato presso il Tribunale di Rimini, che successivamente aveva dichiarato la propria incompetenza a favore del Tribunale di Milano, ritenendo che il reato più grave fosse stato commesso in quella città.

Una volta a Milano, le difese degli imputati hanno sollevato un’eccezione di incompetenza territoriale, indicando come fori competenti, a seconda delle posizioni, i Tribunali di Roma, Napoli o Trani. A fronte di questa eccezione, il Tribunale di Milano, anziché decidere sulla propria competenza, ha scelto di utilizzare lo strumento del rinvio pregiudiziale, rimettendo la questione direttamente alla Corte di Cassazione.

La Decisione sul rinvio pregiudiziale

La Corte di Cassazione ha dichiarato la richiesta di rinvio pregiudiziale inammissibile. Secondo i giudici supremi, il Tribunale di Milano non ha rispettato i requisiti minimi per un valido utilizzo di questo strumento. Invece di risolvere il quesito sulla competenza, il giudice di merito si è limitato a esporre le diverse tesi e a prospettare, in modo esplorativo e perplesso, la possibile competenza di altri tribunali, senza assumere una posizione motivata.

La Corte ha sottolineato che il giudice che riceve un’eccezione di incompetenza non ha un obbligo automatico di rimettere gli atti. Al contrario, ha il dovere di analizzare compiutamente le questioni sollevate, tentare di risolverle e, solo se permangono dubbi fondati su “questioni di una certa serietà”, può optare per il rinvio, spiegando però in modo dettagliato le ragioni della sua scelta e il percorso logico-giuridico che non gli ha permesso di giungere a una decisione autonoma.

Le Motivazioni

La motivazione della Cassazione si fonda su un principio cardine: il rinvio pregiudiziale non è una delega in bianco. Il giudice di merito deve “responsabilizzarsi” e non può usare questo strumento per sottrarsi al proprio dovere di decidere. L’ordinanza di rimessione deve essere il risultato di un’analisi approfondita, non una mera trasmissione di atti.

Nel caso specifico, il Tribunale di Milano:

1. Non ha analizzato a fondo: Ha prospettato la competenza del Tribunale di Roma basandosi sulla sede legale di una società, ma ha poi scartato questa ipotesi basandosi su una nota della Guardia di Finanza che la indicava come mera domiciliazione, senza però approfondire le implicazioni di tale circostanza.
2. È stato esplorativo: Ha indicato in via subordinata i criteri suppletivi (residenza degli imputati o luogo di prima iscrizione della notizia di reato) senza svolgere un serio vaglio degli elementi di fatto necessari a stabilire quale criterio applicare.
3. Ha omesso una motivata determinazione: Non ha assunto una posizione chiara, limitandosi a presentare alla Cassazione una questione controversa “al buio”, senza fornire gli strumenti necessari per una decisione ponderata.

In sostanza, il giudice non può limitarsi a dire “non so chi sia competente, decida la Cassazione”. Deve prima tentare di deciderlo autonomamente e, solo se fallisce per ragioni serie e complesse, può chiedere l’intervento della Corte Suprema, motivando però dettagliatamente il perché del suo fallimento decisionale.

Le Conclusioni

Questa sentenza è un importante monito per i giudici di merito. Il rinvio pregiudiziale è uno strumento potente per la stabilità delle decisioni processuali, ma il suo utilizzo deve essere ponderato e non può trasformarsi in un automatismo che svuota di significato la funzione del giudice. La Corte di Cassazione richiede una disamina dettagliata delle questioni di fatto e di diritto, un tentativo di composizione e una motivazione robusta che giustifichi la necessità del suo intervento. In assenza di questi elementi, come nel caso esaminato, la richiesta di rinvio è destinata a essere dichiarata inammissibile, con conseguente restituzione degli atti al giudice di merito che dovrà, questa volta, assumersi la responsabilità di decidere.

Quando è ammissibile un rinvio pregiudiziale sulla competenza territoriale?
È ammissibile solo quando il giudice, pur ritenendosi competente, riconosce che le questioni sollevate dalle parti sono fondate su ‘questioni di una certa serietà’ e non sono manifestamente infondate. Il giudice deve aver prima analizzato a fondo la questione, tentato di risolverla e deve motivare in modo dettagliato perché non è riuscito a giungere a una decisione certa.

Il giudice è obbligato a disporre il rinvio pregiudiziale se una parte lo richiede?
No. Il rinvio pregiudiziale non è un automatismo. La decisione è discrezionale e spetta al giudice, che deve valutare se sussistono i presupposti di serietà della questione. Se ritiene l’eccezione di incompetenza infondata, può rigettarla senza essere tenuto al rinvio.

Cosa succede se un’ordinanza di rinvio pregiudiziale è considerata ‘esplorativa’?
Viene dichiarata inammissibile dalla Corte di Cassazione. Un’ordinanza è ‘esplorativa’ quando il giudice non prende una posizione chiara, ma si limita a esporre diverse possibilità o a delegare la soluzione alla Corte Suprema senza aver prima condotto un’analisi completa e motivata. Gli atti vengono quindi restituiti al giudice di merito, che dovrà decidere sulla questione di competenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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