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Rinvio pregiudiziale: quando è inammissibile?

Un Tribunale, di fronte a un’eccezione di incompetenza territoriale sollevata dalla difesa, ha utilizzato il nuovo strumento del rinvio pregiudiziale per sottoporre la questione alla Corte di Cassazione. La Suprema Corte ha dichiarato il rinvio inammissibile, stabilendo che il giudice non può limitarsi a trasmettere la questione solo perché sollevata. È necessario che il giudice motivi la ‘serietà’ della questione, ossia le ragioni per cui, pur ritenendosi competente, considera le argomentazioni contrarie fondate su temi che potrebbero minare la stabilità futura del processo. In assenza di tale valutazione, il rinvio pregiudiziale è un automatismo non consentito.

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Pubblicato il 22 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rinvio pregiudiziale: non un automatismo ma una scelta ponderata del Giudice

L’introduzione dell’articolo 24-bis nel codice di procedura penale ha dotato i giudici di un nuovo strumento per affrontare le questioni di competenza territoriale: il rinvio pregiudiziale alla Corte di Cassazione. Tuttavia, una recente sentenza della Suprema Corte (n. 21946/2024) chiarisce che il suo utilizzo non è un automatismo conseguente a una semplice eccezione della difesa, ma richiede una valutazione approfondita da parte del giudice di merito. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine da un procedimento penale a carico di tre imputati per reati di intralcio alla giustizia e, per uno solo di essi, anche di minaccia aggravata. La difesa degli imputati aveva sollevato, fin dall’udienza preliminare, un’eccezione di incompetenza territoriale, sostenendo che il reato di minaccia fosse stato commesso in una circoscrizione giudiziaria diversa da quella del Tribunale procedente.

Il Tribunale, pur ritenendosi competente in base al criterio della continuazione tra i reati, ha deciso di non risolvere autonomamente la questione. Invece, ha optato per un rinvio pregiudiziale, investendo direttamente la Corte di Cassazione della decisione, in virtù della tempestiva e reiterata eccezione della difesa.

La Decisione della Cassazione: Inammissibilità del Rinvio Pregiudiziale

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’ordinanza di rinvio inammissibile. La Suprema Corte ha stabilito che il Tribunale ha interpretato ed applicato in modo errato l’istituto del rinvio pregiudiziale. Invece di risolvere una potenziale incertezza, il giudice di merito si è limitato a “trasferire” la questione alla Corte superiore, senza compiere la necessaria valutazione preliminare che la norma impone.

Le Motivazioni: la ‘Serietà’ della Questione come Requisito Fondamentale

Il cuore della pronuncia risiede nella spiegazione dei presupposti per un corretto utilizzo dell’art. 24-bis c.p.p. La Corte di Cassazione chiarisce che il giudice che intende avvalersi del rinvio deve compiere una duplice analisi:

1. Valutare la propria competenza: In primo luogo, deve esaminare la questione e formarsi un proprio convincimento, ritenendosi competente.
2. Valutare la ‘serietà’ della tesi opposta: In secondo luogo, e questo è il passaggio cruciale mancato nel caso di specie, deve motivare le ragioni per cui le argomentazioni a sostegno di una diversa soluzione (ad esempio, quelle della difesa) siano comunque fondate su “temi dotati di una certa serietà”.

In altre parole, il rinvio pregiudiziale non serve a risolvere un dubbio del giudice, ma a prevenire la possibile caducazione del processo in una fase successiva. È uno strumento da attivare solo quando il giudice, pur essendo convinto della propria competenza, riconosce che la tesi avversaria ha argomenti non manifestamente infondati e potenzialmente idonei a mettere in crisi la stabilità del processo.

Nel caso esaminato, il Tribunale si è limitato a prendere atto dell’eccezione della difesa e a rimettere gli atti, trasformando il rinvio in un mero automatismo. Questo, secondo la Cassazione, spoglia il giudice di merito di una valutazione che è e rimane di sua pertinenza, tradendo la ratio della norma.

Le Conclusioni: Responsabilizzare il Giudice di Merito

La sentenza n. 21946/2024 è un monito importante per tutti gli operatori del diritto. Il rinvio pregiudiziale è stato concepito per promuovere l’efficienza e la ragionevole durata del processo, evitando che anni di lavoro vengano vanificati da una declaratoria di incompetenza in appello o in cassazione. Tuttavia, il suo corretto funzionamento dipende dalla capacità del giudice di merito di “responsabilizzarsi”, compiendo una preliminare e approfondita delibazione. Non è una scorciatoia per evitare di decidere, ma uno strumento eccezionale per affrontare questioni di competenza genuinamente complesse e potenzialmente destabilizzanti.

Quando un giudice può utilizzare il rinvio pregiudiziale sulla competenza territoriale?
Un giudice può utilizzare questo strumento solo quando, pur ritenendosi competente, valuta che le argomentazioni a favore di una competenza diversa siano dotate di una ‘certa serietà’ e potrebbero, se accolte in futuro, invalidare il processo. Non è sufficiente il mero dubbio del giudice.

È sufficiente che una parte sollevi un’eccezione di incompetenza per attivare il rinvio pregiudiziale?
No. La sola proposizione dell’eccezione da parte di una delle parti non è una condizione sufficiente. Il giudice deve analizzare l’eccezione e motivare in modo specifico perché la ritiene seria e potenzialmente fondata, anche se non la condivide.

Cosa succede se un rinvio pregiudiziale viene dichiarato inammissibile?
Come nel caso di specie, la Corte di Cassazione restituisce gli atti al giudice che ha disposto il rinvio. Quest’ultimo dovrà quindi procedere con il giudizio e decidere autonomamente sulla questione di competenza secondo le regole ordinarie.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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