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Rinvio pregiudiziale competenza: quando è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un rinvio pregiudiziale competenza ex art. 24-bis c.p.p. sollevato da un Tribunale che si riteneva già incompetente. La Corte ha chiarito che questo strumento è riservato ai casi di serio dubbio sulla competenza territoriale, non quando il giudice ha già la certezza di non essere competente. In quest’ultimo caso, il giudice deve dichiarare direttamente la propria incompetenza e trasmettere gli atti al giudice ritenuto competente.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rinvio Pregiudiziale Competenza: Certezza vs Dubbio

Il nuovo istituto del rinvio pregiudiziale competenza, introdotto dalla Riforma Cartabia, mira a garantire l’efficienza e la ragionevole durata del processo penale. Tuttavia, il suo utilizzo non è automatico né discrezionale in senso assoluto. Una recente sentenza della Corte di Cassazione chiarisce i presupposti per la sua ammissibilità, sottolineando la differenza cruciale tra il dubbio serio del giudice e la sua certezza in merito all’incompetenza. Questo caso offre uno spunto fondamentale per capire quando e come questo strumento deve essere impiegato.

I Fatti del Caso

Il procedimento trae origine da un’accusa di truffa aggravata. La difesa dell’imputato sollevava tempestivamente un’eccezione di incompetenza territoriale nei confronti del Tribunale di Milano, sostenendo che la competenza dovesse essere radicata presso il Tribunale di Venezia. La tesi difensiva si basava sulla ricostruzione dei fatti: il reato, una truffa contrattuale a consumazione prolungata, si era perfezionato con l’accredito dell’ingiusto profitto, un bonifico di due milioni di euro, sul conto corrente della società amministrata dall’imputato, situato a Venezia. Questo evento costituiva l’ultima disposizione patrimoniale e, di conseguenza, radicava la competenza nel foro veneto.

Il giudice monocratico del Tribunale di Milano, analizzando i fatti e la giurisprudenza consolidata in materia, ha condiviso pienamente la tesi difensiva. Riconoscendo che il luogo di consumazione del reato fosse effettivamente Venezia, ha però deciso di non dichiarare direttamente la propria incompetenza, ma di rimettere la questione alla Corte di Cassazione tramite il nuovo strumento del rinvio pregiudiziale ex art. 24-bis c.p.p.

La Funzione del Rinvio Pregiudiziale sulla Competenza

L’articolo 24-bis del codice di procedura penale è stato concepito per evitare che processi celebrati davanti a un giudice territorialmente incompetente vengano annullati dopo anni, magari solo in Cassazione, con un enorme spreco di risorse. Offre al giudice, d’ufficio o su istanza di parte, la possibilità di investire la Suprema Corte della questione di competenza prima che il processo entri nel vivo.

La decisione della Cassazione diventa così preclusiva, cioè impedisce che la stessa questione possa essere riproposta in seguito. Lo scopo è chiaro: ottenere una definizione certa e intangibile della competenza fin dalle prime fasi, per scongiurare il rischio di dover ricominciare il processo da capo. La norma, tuttavia, affida al giudice un potere discrezionale nel valutare l’opportunità del rinvio, che deve essere motivato.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato la richiesta del Tribunale di Milano inammissibile. Il fulcro della motivazione risiede nella ratio stessa dell’istituto. Il rinvio pregiudiziale non è uno strumento da attivare sempre e comunque di fronte a un’eccezione di incompetenza, ma solo quando il giudice procedente dubiti seriamente della propria competenza.

La Suprema Corte ha spiegato che la norma presuppone una situazione di incertezza. Se il giudice, al contrario, è convinto della fondatezza dell’eccezione e ha la certezza della propria incompetenza, non deve rimettere la questione alla Cassazione. In tal caso, deve semplicemente applicare gli strumenti ordinari: dichiarare con sentenza la propria incompetenza e trasmettere gli atti al giudice ritenuto competente.

Nel caso di specie, il giudice di Milano non aveva espresso alcun dubbio. Anzi, nella sua ordinanza di rimessione, aveva argomentato in termini di certezza sulla propria incompetenza, aderendo completamente alla tesi della difesa e citando la giurisprudenza a supporto. Utilizzare il rinvio pregiudiziale in un contesto di certezza rappresenta un uso improprio dello strumento, che finisce per appesantire inutilmente la Corte di Cassazione con una questione che il giudice di merito avrebbe potuto e dovuto risolvere autonomamente.

Conclusioni

La sentenza stabilisce un principio guida fondamentale per l’applicazione dell’art. 24-bis c.p.p. Il rinvio pregiudiziale competenza è un meccanismo risolutivo preventivo, ma la sua attivazione è vincolata al requisito implicito della serietà e della sussistenza di un dubbio. Non è una scorciatoia per evitare di prendere una decisione, né un passaggio obbligato in presenza di un’eccezione di incompetenza. Il giudice ha il dovere di compiere una prima delibazione: se è convinto della propria competenza e l’eccezione è manifestamente infondata, la rigetta. Se è convinto della propria incompetenza, la dichiara. Solo se permane un serio e motivato dubbio, potrà e dovrà investire la Corte di Cassazione per ottenere una decisione definitiva e stabilizzante.

Quando un giudice può utilizzare il rinvio pregiudiziale per la competenza territoriale?
Un giudice può utilizzare questo strumento solo quando, a seguito di un’eccezione di parte o di una valutazione d’ufficio, dubiti seriamente della propria competenza. Non può essere utilizzato se è convinto della manifesta infondatezza dell’eccezione o, al contrario, se è certo della propria incompetenza.

Cosa deve fare un giudice se è certo della propria incompetenza territoriale?
Se il giudice è convinto della fondatezza dell’eccezione e ritiene di essere incompetente, deve adottare il provvedimento ordinario: pronunciare una sentenza con cui dichiara la propria incompetenza e ordina la trasmissione degli atti al giudice ritenuto competente. Non deve rimettere la questione alla Corte di Cassazione.

Perché il rinvio pregiudiziale del Tribunale di Milano è stato dichiarato inammissibile in questo caso?
È stato dichiarato inammissibile perché il giudice remittente, nella sua stessa ordinanza, non ha manifestato alcun dubbio, ma ha argomentato in termini di certezza circa la propria incompetenza e la competenza del Tribunale di Venezia. Avendo già risolto la questione, mancava il presupposto del ‘serio dubbio’ necessario per attivare legittimamente il rinvio pregiudiziale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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