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Rinuncia ricorso Cassazione: conseguenze e costi

Un soggetto, dopo aver presentato ricorso contro un’ordinanza della Corte d’Appello relativa alla fungibilità della pena, ha successivamente formalizzato la rinuncia al ricorso. La Corte di Cassazione, prendendo atto della rinuncia, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma alla Cassa delle ammende, poiché non è stato possibile escludere la sua colpa nella proposizione dell’impugnazione.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rinuncia Ricorso Cassazione: Quando Ritirarsi Comporta dei Costi

La decisione di presentare un ricorso per Cassazione è un passo cruciale nel percorso giudiziario, ma cosa accade quando si decide di fare marcia indietro? La rinuncia ricorso cassazione non è un atto privo di conseguenze, come chiarito da una recente sentenza della Suprema Corte. Questo provvedimento analizza gli effetti procedurali ed economici della rinuncia, stabilendo che essa porta alla dichiarazione di inammissibilità e alla condanna al pagamento delle spese.

I Fatti del Caso: Dal Ricorso alla Rinuncia

Il caso ha origine da un’ordinanza emessa dalla Corte di Appello, in funzione di giudice dell’esecuzione, che aveva rigettato l’istanza di un condannato volta a ottenere l’applicazione della cosiddetta ‘fungibilità della pena’ ai sensi dell’art. 657 del codice di procedura penale. In parole semplici, il condannato chiedeva di poter detrarre il periodo di detenzione già sofferto da una pena da eseguire.

Contro questa decisione, i difensori del condannato avevano proposto ricorso per Cassazione, lamentando vizi nel provvedimento e chiedendone l’annullamento. Tuttavia, prima che la Corte si pronunciasse, lo stesso ricorrente ha presentato un atto formale di rinuncia al ricorso, cambiando di fatto la direzione del procedimento.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla rinuncia ricorso cassazione

Di fronte all’atto di rinuncia, la Corte di Cassazione non ha avuto altra scelta che applicare la normativa vigente. Ha quindi dichiarato il ricorso inammissibile. Ma la decisione non si è fermata qui. La Corte ha altresì condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di euro cinquecento alla Cassa delle ammende.

Questa seconda parte della decisione è fondamentale, poiché sottolinea che la rinuncia, pur essendo un diritto della parte, non la esonera dalle responsabilità economiche derivanti dall’aver avviato un procedimento di impugnazione poi abbandonato.

Le Motivazioni della Sentenza

La motivazione della Corte si fonda su due pilastri normativi. In primo luogo, l’articolo 591, comma 1, lettera d), del codice di procedura penale, stabilisce che l’impugnazione è inammissibile quando vi è rinuncia. Si tratta di una conseguenza automatica che chiude il procedimento senza un esame del merito.

In secondo luogo, la condanna alle spese e alla sanzione pecuniaria deriva dall’applicazione dell’articolo 616 dello stesso codice. Questa norma prevede che, in caso di inammissibilità, il ricorrente sia condannato a tali pagamenti. La Corte ha specificato che, anche in caso di rinuncia, non è possibile escludere a priori la ‘colpa nella proposizione dell’impugnazione’. Citando un principio affermato dalla Corte Costituzionale (sentenza n. 186 del 2000), i giudici hanno ritenuto che chi presenta un ricorso e poi vi rinuncia deve comunque farsi carico dei costi generati, a meno che non si dimostri che l’impugnazione non sia stata proposta con leggerezza o negligenza.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Rinuncia

La sentenza ribadisce un principio importante: la rinuncia ricorso cassazione è un atto che produce effetti giuridici ed economici precisi. Chi intraprende la via dell’impugnazione deve essere consapevole che un eventuale ripensamento non cancella le conseguenze. La dichiarazione di inammissibilità rende definitiva la decisione impugnata e comporta l’obbligo di sostenere i costi del procedimento attivato. Questa decisione serve da monito sulla necessità di ponderare attentamente la scelta di impugnare un provvedimento, poiché anche la ritirata ha un prezzo.

Cosa succede se si rinuncia a un ricorso per Cassazione?
In base alla legge, il ricorso viene automaticamente dichiarato inammissibile dalla Corte, il che significa che non verrà esaminato nel merito e la decisione impugnata diventerà definitiva.

Chi rinuncia a un ricorso deve pagare le spese processuali?
Sì. La sentenza stabilisce che il rinunciante deve essere condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma alla Cassa delle ammende, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale.

Perché il rinunciante viene condannato alle spese se ha ritirato il ricorso?
Perché la legge presume una ‘colpa’ nell’aver inizialmente proposto un’impugnazione che poi si è rivelata infondata o non meritevole di essere portata avanti. La rinuncia non elimina la responsabilità per aver attivato il sistema giudiziario, a meno che non si dimostri l’assenza di colpa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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