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Rinuncia appello: inammissibilità e conseguenze

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato a seguito della sua rinuncia all’appello. La decisione, basata sull’art. 591 del codice di procedura penale, comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria alla Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 30 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rinuncia all’Appello: Quando il Ricorso Diventa Inammissibile

L’atto di rinuncia all’appello rappresenta un momento decisivo nel processo penale, una scelta che chiude definitivamente la possibilità di contestare una sentenza. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito le conseguenze automatiche di tale atto: l’inammissibilità del ricorso e la condanna al pagamento delle spese. Analizziamo questa decisione per comprendere meglio le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte di Appello di Torino. Quest’ultima aveva rideterminato la sua pena in quattro mesi e tredici giorni di reclusione, oltre alle pene accessorie. Successivamente alla presentazione del ricorso per Cassazione, tuttavia, l’imputato, tramite il suo difensore di fiducia, depositava un atto formale di rinuncia all’impugnazione stessa. La Suprema Corte si è quindi trovata a dover decidere non sul merito del ricorso, ma sull’effetto prodotto da questo nuovo atto.

La Decisione della Corte sulla Rinuncia all’Appello

La Corte di Cassazione ha preso atto della rinuncia pervenuta e ha agito di conseguenza. La decisione è stata netta e procedurale: il ricorso è stato dichiarato inammissibile. La Corte non è entrata nel merito delle questioni sollevate inizialmente dall’imputato, poiché l’atto di rinuncia ha precluso ogni ulteriore esame. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 500,00 euro in favore della Cassa delle ammende.

Le motivazioni

La motivazione giuridica alla base della decisione è cristallina e si fonda su una precisa disposizione del codice di procedura penale. L’articolo 591, lettera d), del codice stabilisce che l’impugnazione è inammissibile, tra gli altri casi, quando vi è rinuncia. La rinuncia è un atto dispositivo della parte che estingue il diritto di impugnare e, di conseguenza, rende il ricorso non più procedibile. La Corte ha semplicemente applicato questa norma, sottolineando che la rinuncia è una causa oggettiva di inammissibilità. La condanna alle spese e alla sanzione pecuniaria è una conseguenza diretta prevista dalla legge per chi, con un ricorso poi dichiarato inammissibile, ha comunque attivato la macchina giudiziaria.

Le conclusioni

Questa ordinanza, pur nella sua brevità, offre un importante promemoria sulle conseguenze della rinuncia all’appello. La scelta di rinunciare a un’impugnazione è definitiva e non priva di costi. Una volta formalizzata, essa chiude irrevocabilmente la porta a un ulteriore esame della sentenza e comporta l’addebito delle spese del procedimento. È quindi fondamentale che tale decisione sia ponderata attentamente con il proprio difensore, valutando tutte le possibili conseguenze, sia processuali che economiche.

Cosa succede se una persona decide di rinunciare al proprio appello in un caso penale?
L’appello viene dichiarato inammissibile dalla Corte, il che significa che il caso non verrà esaminato nel merito.

Quali sono le conseguenze finanziarie della rinuncia all’appello?
La persona che rinuncia all’appello viene condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende, che in questo caso specifico è stata fissata in 500 euro.

Chi può presentare formalmente la rinuncia all’appello?
La rinuncia può essere depositata dal difensore di fiducia per conto del suo assistito, come avvenuto nel caso di specie.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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